martedì 30 ottobre 2007

PALERMO SENZATETTO

musica rap "sugnu palermitanu" di GenteStranaPosse durante l'occupazione di Palazzo delleAquile dei senzatetto del Comitato 12 luglio a Palermo 26/10/2007

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lunedì 29 ottobre 2007

EMERGENZA SOCIALE A PALERMO



Martedì 16 ottobre l'ufficio interventi abitativi del comune ha mandato un fax agli alberghi in cui alloggiavano 18 famiglie in attesa dell'assegnazione di un alloggio, comunicando che dal giorno seguente le
spese non sarebbero più state coperte, e obbligando di fatto tali famiglie a lasciare la loro sistemazione provvisoria per evitare uno sgombero forzato;
tutto questo senza nessun preavviso.

A queste famiglie se ne aggiungono altre, aderenti al comitato 12 luglio, in condizioni disastrate ed anch'esse prive di alloggio.
Nel frattempo la lista dell'emergenza abitativa di Palermo è infinita e circa 1800 famiglie aspettano di ricevere l'assistenza economica del 2007
(inoltre durante la giunta Cammarata -2003/2006- è stato erogato solo il 50% della somma prevista).

Palermo è una città in piena emergenza, dove la gente vive in case cadenti, dove i diritti di base e l'assistenza non vengono garantiti, dove una donna incinta può ritrovarsi senza un tetto pochi giorni prima del parto, dove il lavoro nero e la precarietà sono all'ordine del giorno, dove migliaia di
famiglie indigenti non hanno un tetto e dove c'è uno dei più alti tassi di
disoccupazione d'Italia.
Le famiglie sfrattate, dopo aver dormito davanti al comune per diversi giorni, lunedì mattina (22 ottobre) hanno deciso di riunirsi in assemblea permanente all'interno del comune di Palermo, insieme al gruppo parlamentare Altra Palermo, all'associazionismo, ai centri sociali ed alle realtà del movimento palermitano, convinti che non sia dignitoso vivere in una roulotte e di non dover affatto negoziare sui diritti più elementari.

Il tentativo delle istituzioni nel frattempo, per bocca del vice sindaco Cordaro e del presidente del consiglio comunale Campagna, è stato e continua ad essere quello di dividere, ricattare, terrorizzare e sfiancare la gente che porta avanti questa lotta.
Noi però restiamo uniti, e staremo qui finché non sarà trovata una soluzione
vera a questa emergenza.
Chiediamo:
-case, lavoro e diritti sociali;
-l'utilizzo di immobili comunali disponibili (anche e soprattutto
quelli confiscati alla mafia);
-che siano adottati provvedimenti di requisizione di alloggi a
partire da quelli comunali;
-l'assegnazione immediata di queste risorse immobiliari ai nuclei
in emergenza abitativa;
-l'erogazione dell'intera somma dell'assistenza continuativa.
Comitato per la giustizia sociale
Palermo

http://abitarepalermo.blogspot.com
*
indovina indovinello
mi sai dire chi è questo bello?

sempre in tiro e sorridente
col suo ghigno deficiente
in ogni occasione mondana
a far promesse da puttana

così allegro e ridanciano
stringe a tutti la mano
salvo cercar poi di nascosto
di mettervelo in quel posto

la città più cul del mondo
ad un patrimonio ha dato fondo
per quei manifesti bugiardi
ha speso dei bei miliardi
l'autore di tal baggianata

ricordalo è :diego cammarata

i problemi sono tanti
ogni giorno migliaia di dimostranti
che gridano di rabbia in coro
mancano le case non c'è lavoro
lui osserva tutto con sussiego
è quel gran signore di cammarata diego

la città crolla a pezzi
manca l'acqua, scoppian le fogne
ma lui non rinuncia ai suoi vezzi
e poichè non vuole rogne
con i vip va in parata
guardalo bene è diego cammarata

milioni tanti per santa rosalia
ma per dar case agli sfrattati
questa sì la vera opera pia
pochi euro si son trovati
ma per i bimbi anch'io prego
sono il pio cammarata diego

il suo volto è un pò equino
di un cavallo sfoggia i denti
è pur sempre primo cittadino
osannato da amici e parenti
brilla sulla carta patinata
il suo nome è diego cammarata

è un signore assai generoso
con i suoi tanti consulenti
o per un regista famoso
mentre per i poveri indigenti
non c'è niente, me ne frego

e mi chiamo sempre cammarata diego


Il sindaco scarica i senzatetto

Lettera al prefetto: "Il problema casa è nazionale". Marino attendeva la richiesta di requisizione di un immobile, Cammarata non la avanza. Gli sfrattati in piazza

Al sesto giorno di occupazione di Sala delle Lapidi da parte delle diciotto famiglie che il Comune ha sgomberato dagli alberghi, il sindaco Diego Cammarata interviene sulla vicenda. E lo fa con una lettera, inviata al prefetto Giosuè Marino, nella quale sottolinea che il problema dell´emergenza casa non può essere affrontato «senza un adeguato sostegno dello Stato». Una missiva che ha lasciato perplesso lo stesso Marino, che subito dopo gliene ha inviata una di risposta.

Ieri per tutta la mattina gli uffici della prefettura di via Cavour hanno infatti aspettato la richiesta da parte dell´amministrazione comunale di requisizione dell´ex pensionato dei gesuiti di piazza Casa Professa, la struttura di proprietà del Demanio, individuata dai consiglieri comunali del Pd e dal gesuita padre Gianni Notari, che avrebbe potuto dare provvisoriamente un tetto ai sessanta sfrattati dagli alberghi, tra i quali ci sono 29 bambini.

Due sere fa, dallo scambio di telefonate tra il prefetto, il vice sindaco Toto Cordaro e lo stesso Cammarata, sembrava che questa fosse la via individuata, e condivisa da tutti, per risolvere l´emergenza. Ma ieri nessuna richiesta è arrivata in prefettura. Al contrario il prefetto ha ricevuto una lettera nella quale si affronta il problema casa in generale. Così Marino ha risposto al primo cittadino sottolineando che, sebbene si trovasse d´accordo con lui sulla necessità di coinvolgere il governo nazionale per risolvere il problema casa, c´era in atto la necessità di trovare una soluzione immediata per risolvere un´emergenza immediata, quella delle diciotto famiglie che dormono dentro al municipio. Il prefetto, insomma, ha sollecitato il sindaco, qualora fosse ancora interessato, a inviargli la richiesta così che lui possa procedere con la requisizione dell´ex pensionato.

La lettera di Cammarata, se da un lato non ha prospettato nessuna soluzione per l´emergenza, dall´altro ha fatto infuriare tutti. Per prima la capogruppo del Pd Alessandra Siragusa, che si era spesa per far sì che la struttura di Casa Professa potesse ospitare le famiglie. «Chiedere l´intervento del governo nazionale - dice - è una bieca furbata che evita risposte concrete e dimostra che il vero problema degli sfrattati e della città intera è proprio Cammarata».

La missiva ha poi mandato in bestia anche le famiglie senzatetto, Cammarata scrive infatti che i senza casa «avevano occupato abusivamente anche Villa Pignatelli». «Una menzogna - ribattono la capogruppo di Altra Palermo, Antonella Monastra e Tony Pellicane, portavoce del Comitato Lotta per la casa - Il sindaco dimentica che la sistemazione è stata prospettata dall´ex assessore Giovanni Avanti durante un vertice in prefettura». In effetti, dopo che il Comune aveva individuato la sistemazione, le famiglie, che allora dormivano per strada, ripararono nelle Villa. Ma, quello stesso giorno, l´amministrazione assicurò che la convenzione con l´Opera Pia sarebbe stata subito firmata.

«Dopo giorni di inaudito silenzio - continua Monastra - il sindaco batte un colpo e lo fa senza entrare nel merito né dell´emergenza, né prospettando eventuali soluzioni. Ma solo chiedendo ancora una volta aiuto al governo nazionale dimenticando che è colpa della giunta se i milioni di euro che lo Stato era disposto a dare per l´emergenza casa non sono arrivati: non hanno presentato nessun piano, condizione essenziale per ottenere i soldi. Con quale faccia chiede aiuto al governo, poi, dopo aver speso in quasi cinque anni 9 milioni di euro solo per pagare alberghi ai senzatetto, invece di pensare a una politica seria per gli alloggi?».



Berlusconi è molto ricco! La sfanga sempre.



Processo SME: assolto per aver commesso il fatto


Il Collegio di legittimità, presieduto da Giorgio Lattanzi, ha bocciato il ricorso del sostituto procuratore generale di Milano Piero De Petris, che aveva chiesto che l’ex premier fosse condannato a cinque anni. In particolare il PM aveva spiegato che «la constatata presenza, presso l’ufficio Gip del tribunale di Roma con presidente Renato Squillante, di più procedimenti riguardanti società o persone del gruppo Fininvest» sono segno della «convenienza tanto per Berlusconi quanto per Previti, che nell’interesse del primo ha sempre agito, di mettere a libro paga il capo di tale articolazione, al fine di assicurarsene la piena e incondizionata disponibilità ad interventi o pressioni su altri magistrati dell’ufficio a presidio del tornaconto di Fininvest». (da La Stampa)

L'accusa quindi non era quella di aver dato la tangente a Squillante perché pronunciasse una sentenza favorevole, ma quella di aver tenuto a libro paga il capo di tutti i giudici affinché influenzasse chi doveva esprimersi riguardo agli interessi di Berlusconi.

La Corte milanese, a parere sia della Procura generale sia dei difensori di Berlusconi [...], avrebbe correttamente ritenuto che, pur essendoci stato un passaggio di denaro fra la Fininvest e Renato Squillante, (si pensi al bonifico Orologio e al bonifico Barilla) quest’ultimo, in quel periodo, non avrebbe mai potuto influire sull’affare Sme usando i suoi poteri di giudice. È così venuto a mancare uno dei presupposti del reato di corruzione in atti giudiziaria: il fine illecito. (da La stampa)


Insomma, si presagiva già l'assoluzione, in quanto il processo di terzo grado non entra nel merito delle questioni, ma si limita a valutare la legittimità degli atti del secondo grado. In pratica già il Procuratore Generale aveva detto che l'essere Squillante a libro paga della Fininvest è un argomento di merito e che quindi non può essere preso in considerazione nel processo di terzo grado.
Sorge quindi il dubbio che Berlusconi un qualche fatto lo abbia commesso, se la Procura afferma di non poter giudicare quel fatto nel merito. Infatti:
Tradotto in italiano: Berlusconi teneva a libro paga il capo dei Giudici per le indagini preliminari romani. Ma non per fini illeciti.

Pare di capire, anche se la sentenza non è stata ancora corredata di motivazione, che in poche parole Berlusconi ha commesso un fatto grande come una casa, solo che per qualche motivazione nascosta in qualche imperscrutabile doppio fondo della giurisprudenza questo non è sufficiente per accusarlo di aver commesso quel fatto.

Resta solo da capire per quale motivo Berlusconi, palazzinaro milanese, abbia fatto ricco Squillante, giudice romano.

Giorgio Mattiuzzo (Pausania)


Curiosissima questa storia!
Un tale, Previti, paga un guidice, Squillante, con i soldi di Fininvest e di Berlusconi.
Dopo venti anni: Previti viene condannato per corruzione del giudice Squillante, usando i soldi di Berlusconi, che viene invece prosciolto in quanto il giudice non ha emesso alcuna sentenza favorevole a Fininvest...
Curiosissima davvero!