domenica 29 aprile 2007

LE MINIERE di RIFIUTI della CAMORRA.

Gli abitanti di Lo Uttaro, una località a sud di Caserta, sono amareggiati. Nei prossimi giorni, la gigantesca discarica di rifiuti aperta nel loro comune, dove sono già stati sepelliti centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti, verrà riattivata. Era chiusa dal 2001, per motivi di “rischi maggiori per l’ambiente”. Eccola di nuovo requisita per rispondere "all’emergenza rifiuti”, scoppiata nella Regione Campana.
Senza neanche parlare delle strade di Napoli, regolarmente invase da montagne di rifiuti, tutto l’entroterra napoletano, da Salerno a Caserta, è una gigantesca pattumiera. L’accesso a numerose località si fa tra due siepe di detriti. La campagna è cosparsa di discariche selvagge da dove si alzano fumarole sospette. In mezzo ai frutteti in fiore, nei bordi delle zone abitate, ogni tanto persino intorno a storiche dimore, è dappertutto lo spettacolo di sacchi di rifiuti sventrati, frigoriferi fuori uso o vecchi pneumatici.
Alla fine di aprile, ci sarà un totale di un milione di tonnellate di rifiuti abbandonati nella natura, depositati in siti di stoccaggio temporanei, o dissimulati “sotto il tappeto”: Se non si fa nulla, la situazione diventerà esplosiva: Con l’arrivo del caldo, sono da temere rischi di epidemie”, dice Guido Bertolaso , Commissario straordinario incaricato dal governo di gestire i rifiuti nella regione. Nominato il 9 ottobre 2006, si deve confrontare con gli stessi problemi dei suoi predecessori: Da 14 anni la raccolta dei rifiuti è sotto amministrazione speciale nella regione napoletana. Senza nessun risultato. Dato che cozza contro la potente influenza della camorra, mafia locale che gestisce i rifiuti da parecchi decenni.
Ogni giorno la Campagna produce 7.300 tonnellate di rifiuti, (2,8 milioni di tonnellate nel 2006). “Quanto le sei regioni limitrofe messe insieme” precisa Bertolaso.
Ma questa collettività territoriale di sei milioni d'abitanti è assolutamente incapace di trattarli. L’unica discarica rimasta ufficialmente aperta, sarà satura fra qualche settimana, e l’inceneritore costruito sul territorio del comune d'Acerra entrerà in funzioni solo ad ottobre. N'è previsto un secondo, ma i lavori ancora devono iniziare. Da dodici stazioni di compostaggio previste una sola funziona. E ciò che è più grave, gli otto impianti di trattamento CDR, per colpa di “errori nella progettazione” sono in attesa di una totale ristrutturazione.
I rifiuti urbani che essi “trattano”, compattati in enormi balle di plastica, sono impossibili da eliminare. “Non li si può bruciare perché non è stata fatta la differenziazione tra secco e umido” lamenta un rappresentante dell’associazione Ecologica Assise di Napoli, indicando l’impressionante montagna di balle bianche che affianca l’impianto CDR di Calvano in provincia Caserta. A varie riprese si è provato a spedirne all’estero. Ma da qui alla fine dell’anno, la Campagna ne avrà accumulato 7 milioni di tonnellate sul proprio territorio, secondo la Corte dei Conti.
“L’ideale sarebbe di riaprire le balle per farle asciugare una per una, ma ci vorrebbero dieci anni” spiega Bertolaso. Dopo Lo Ettaro, fa fatica a convincere altri comuni a partecipare all’emergenza. A Serre, nel Parco Naturale del Cilento, a sud della regione, la popolazione si ribella contro il suo progetto di sepellimento di milioni di tonnellate. E quelle vicino ai futuri inceneritori sono in rivolta contro “una tecnologia antiquata e pericolosa”.Abituato a situazioni difficili, è a capo della protezione civile italiana dal 2001, Bertolaso vorrebbe impostare, prima dello scadere del suo mandato di commissario speciale il 31 dicembre, le condizioni per arrivare ad un a gestione normale dei rifiuti. “Non sono applicate le norme”, dice. Paghiamo le conseguenze di un sistema che non ha mai funzionato, si va al più sbrigativo nascondendo i rifiuti in un buco.
L’ultimo rapporto della Corte dei Conti, denuncia infatti il fallimento del regime di amministrazione straordinaria.,”la cui inefficienza ha assicurato la propria sopravvivenza” . Secondo la Corte, questo regime avrebbe tra l’altro ostacolato l’avviamento della raccolta differenziata, che interessa il 10,6 % della popolazione contro la media nazionale del 24,3 %. Perché si protrae da anni una tale incuria? La risposta la dà il rapporto della Corte dei Conti, che indica “contesti ambientali resi difficili dalla presenza di una criminalità economica ben radicata”.
Da trent’anni, effettivamente, i rifiuti sono il business della camorra. La mafia napoletana gestisce centinaia di discariche clandestine. Ma i rifiuti urbani non sono che la parte emersa di un enorme mercato. I dintorni di Caserta sono saturi di rifiuti industriali, sovente tossici, importati da tutta la penisola, persino dall’estero. Le colline sventrate da centinaia di cave illegali sfruttate dalle famiglie mafiose servono a nascondere rifiuti di dubbia origine. “Si aggiungono disastri su disastri”, si lamenta Eleonora Gitto, consulente del consiglio regionale per l’ambiente.
Numerosi industriali italiani e stranieri non possono resistere alle tariffe superconcorrenziali delle imprese controllate dalla camorra. All’inizio del 2006, la polizia ha smantellato una rete che trasportava e sotterrava da anni nei pressi di Acerra fanghi tossici. Una parte di questi fanghi era persino rivenduta come “prodotto fertilizzante” con l’aiuto di autentici documenti falsi officiali. L’elenco degli avvocati, carabinieri e uomini politici arrestati in questa occasione, la dice lunga sulla catena delle complicità in una regione dove 42% dei consigli comunali sono stati invalidati e commissariati per collusione con la camorra.
All’inizio d'aprile, anche uno degli assistenti di Guido Bertolaso è stato inquisito. Nominato da una quindicina di giorni per occuparsi delle “installazioni”, è accusato di legami con la potente famiglia dei Casalesi di Caserta. Avrebbero usato della loro influenza per fargli ottenere quel posto strategico, secondo le intercettazioni telefoniche della direzione antimafia.
“Proseguendo con l’emergenza, ci si sottopone ad un circuito mafioso che ha conseguenze sulla salute pubblica”, esclama Giuseppe Comella, direttore del dipartimento di medicina all’Istituto Nazionale del cancro a Napoli. Nel perimetro compreso rea le città di Nola, Acerra e Marigliano, “la percentuale di cancri della laringe, della vescica, del fegato, e del colon, è cresciuta mentre diminuisce nelle regioni industrializzate del nord del paese”. Nel 2004, la rivista britannica The Lancet aveva qualificato questa zona di agricoltura e pascoli come “triangolo della morte”.
Era basata particolarmente sui lavori di Alfredo Mazza, ricercatore all’Università di Pisa, che denunciava un legame tra la presenza dei rifiuti illegali e l’aumento della mortalità per cancro : “Per decenni 250.000 persone sono state esposte a un grado di polluzione tossica molto superiore alla norma” spiegava lo scienziato.
All’inizio del 2000, i prelievi effettuati nei terreni hanno rivelato “una percentuale di diossina più alta di quella di Seveso dopo l’incidente” rivela Antonio Martella, tossicologo dell’Istituto del Cancro di Napoli. “Orbene, la gente continua a mangiare la sua frutta e la verdura, e a bere l’acqua del rubinetto”, insiste Eleonora Gitto.
Nel 2003, il pascolo, e la vendita del latte di pecora sono stati vietati in ventidue comuni della regione. Dopo la segnalazione di numerose morti, malattie e malformazioni nelle greggi, una indagine sanitaria aveva evidenziato tassi di diossine nel latte dodici volte superiori al limite autorizzato. Qualche giorno fa, un pastore del posto, Vincenzo Cannavacciulo, 59 anni, è deceduto per un cancro alla colonna vertebrale, lo stesso tipo di malattia che ha fatto morire i due terzi delle sue 3000 pecore, in un paio di anni.
Pubblicata alla metà d'aprile, una nuova indagine effettuata da ricercatori italiani coordinati dall’ufficio ambientale dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, su 196 comuni delle province di Napoli e Caserta, dove sono state identificate oltre 1000 discariche clandestine, conferma che il fatto di abitare in un raggio di 1 chilometro di tali siti, accresce la mortalità per cancro al fegato, al polmone e allo stomaco, e certe malattie genetiche. Negli otto comuni più inquinati, il famoso triangolo della morte, l’aumento di mortalità sarebbe di 9% per gli uomini e 12% per le donne, e il rischio di malformazioni dell’apparato urogenitale supera 80%.
“C’è un innegabile rapporto tra presenza di discariche illegali e l’aumento dei cancri o delle malformazioni genetiche”, ammette Guido Bertolaso. Ma il commissario speciale si rifiuta ad opporsi di persona alla malattia endemica dell’”eco-mafia”. “Se ci sono fatti d' illegalità, interessa la magistratura”:
Posto sotto scorta di polizia all’inizio del suo mandato perché vittima d'intimidazioni, il prefetto mette gli oppositori agli inceneritori e ai suoi progetti di discariche, di fronte alle loro contraddizioni : “Sarebbe preferibile che la gente si opponesse alle discariche illegali piuttosto che alle decisioni dello stato di aprire istallazioni pulite e controllate”.

Jean-Jacques BOZONNET - “LE MONDE” - 25 Aprile 2007

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

mercoledì 25 aprile 2007

LETTERA APERTA

Lettera aperta. Chi consente tali scandali in Italia?

25 aprile 2007

Fino a quando la politica non si renderà seriamente conto che la scelta di inserire, con funzioni delicate e di responsabilità come quelle annose della gestione dei rifiuti in Campania, all'interno delle Istituzioni Soggetti, pagati dai cittadini tutti, nostro malgrado, come il Dott. G. Bertolaso , siamo sicuri che la spaccatura tra la politica stessa ed i cittadini sarà sempre più marcata e che tra pochissimo non potrà assolutamente essere colmata.

Ci chiediamo, sommessamente, quale uomo politico si è accorto che proprio per colpa (o forse per fortuna?) di tale superbia ed arroganza la stragrande maggioranza dei cittadini si sta organizzando in gruppi di studio seri, per approfondire temi che ritengono decisivi anche per l'avvenire dei propri figli, impegnandosi per essere pronti a rispondere a qualsiasi attacco di falsa informazione come si tenta di propinare da parte di alcuni soggetti ai cittadini per confondergli il più possibile le idee.

Argomento serio quello dell'informazione, ma questo è un altro problema.

Stiamo assistendo, in questi giorni, con riferimento ai comportamenti del Commissario Bertolaso ad un esempio fulgido di gestione autoritaria ed arrogante della gestione dei rifiuti in Campania, (ma non è l’unica località) tema che,come è ovvio, coinvolge tutti i cittadini giorno dopo giorno ed al quale i cittadini stessi porgono una corretta attenzione per le conseguenze che le scelte relative hanno sulla qualità complessiva della loro vita.

E su questo tema pretendono, giustamente, di partecipare alle decisioni che il Dott. G. Bertolaso ritiene di volere e potere imporre sulla base di motivazioni peraltro non sufficientemente chiare e comprensive di tutti gli elementi che intervengono a condizionare le soluzioni del problema.

Non soltanto, ma il Dott. G. Bertolaso, per di più, si permette di attaccare non solo il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ma addirittura ed in più riprese il Vescovo di Caserta , Monsignor Raffaele Nogaro ed il Missionario Comboniano Padre Alex Zanotelli, registrando un quantomeno "strano" assenso della CEI (ci chiediamo come mai e ci auguriamo di scoprirlo al più presto), con accuse infamanti che leggiamo sul corriere del Mezzogiorno del 19 aprile 2007 ( ci auguriamo che siano smentite al più presto o dallo stesso Bertolaso o dal giornalista che le ha pubblicate).

Ci si chiede sommessamente, date le parole usate dal Bertolaso in questione che dice di pensare tanto alla nostra salute, se è in grado oltre che di attaccare Uomini della vera Chiesa quali Zanotelli e Nogaro, se ha anche il coraggio di dire come stanno realmente le cose.

Se il Commissario dei rifiuti Bertolaso ha altrettanto coraggio (ed appoggio) nel comunicare alla cittadinanza italiana che è stato informato molto bene da esperti del settore con quali modalità è possibile risolvere il problema, che evidentemente lui, facendo parte del SISTEMA deve risolvere in altro modo: discariche ed inceneritori nei luoghi da lui (solo da lui?) stabiliti.

Il Dott. G. Bertolaso peraltro, ci preoccupa ancora di più quando, leggendo le sue gravi dichiarazioni aggiunge (leggiamo sui giornali) che laddove non gli sarà permesso di attuare quanto da lui deciso chiamerà in causa l'"ESERCITO". Ci affidiamo in questo caso al buon senso del Ministro Parisi, perché, per fortuna il Dott. G. Bertolaso non è ancora stato investito del potere di mobilitare autonomamente l'Esercito.

E DA QUI LA DIFFERENZA TRA L'AUTORITA' (che ci richiama a ben altri momenti bui della nostra storia) E L'AUTOREVOLEZZA.

Non è un caso che Padre Alex non abbia alcuna intenzione di rispondere alle volgari accuse .

NON NE E' HA ALCUN BISOGNO.

Ma noi sì.

Chiediamo al Governo le dimissioni immediate dell'attuale Commissario e di avviare concretamente una vera soluzione del problema rifiuti con l'attuazione del Piano di Gestione Integrata dei Rifiuti; la raccolta differenziata porta a porta: (umido e secco), il riciclo delle merci e dei materiali; riduzione dei rifiuti a monte, la realizzazione di impianti di compostaggio per produrre concime dalla frazione umida dei rifiuti etc., quanto è stato oggetto di confronto e discussione tra lui ed un gruppo di esperti del settore.

Suggeriamo, inoltre, al Dott. G. Bertolaso che si è permesso di dire che i comitati, la cittadinanza e le massime istituzioni religiose già citate stanno dalla parte della illegalità, di essere un po' più cauto su tali argomenti, di prendersi un po' di tempo, di riflettere…giusto giusto il tempo per concludere, doverosamente, con le auspicate sue dimissioni ed andare via.

Seguono adesioni

se vuoi aderire clicca su commenti

Il Comitato civico No!Acquasalata di Siracusa

Fabrizio Ardita Consigliere Provinciale di Siracusa

Casa del Consumatore Siracusa

Centro Sociale La Libertà, Siracusa
Isola delle Femmine per il Coordinamento Comitati Cittadini Siciliani 
Comitato Civico contro la Privatizzazione dell’acqua Gli Indignati di  Agrigento,  Campobello di Licata e Licata (Prov. Agr.)
La Soglia – Gruppo Comboniano di Licata
I Cittadini Invisibili Ragusa
Giovanni Iacono capogruppo Italia dei Valori (Ragusa)
Gianna Miceli Presidente  AIAD onlus – Ragusa.
Gabriele Vaccaro –Comiso (RG)
Laici Comboniani di Palermo
Collettivo Migranti di Catania e Ragusa
Attac- Catania
Suor Tarcisia Ciavarella missionaria Comboniana 
Comitato No Triv (Val di Noto)
Legambiente Circolo Palermo Futura
Gioacchino Cannizzaro (Consigliere Comunale di Castelbuono)
Alberto Mangano – Presidente dei Verdi di Palermo
Rete Regionale Siciliana Rifiuti Zero
Rete Beni Comuni (Pa)

Stella Amato – Rete Beni Comuni Palermo

Stefano Galieni – Dipartimento Immigrazione P.R.C.

Giovanna Allone – Referente di Bilanci di giustizia (gruppo di Messina)

Roberto Mazzarella Presidente Associazione Pangea (Pa)

Comitato contro la privatizzazione dell’acqua LIBERACQUA (Prov. Pa)

Consiglia Salvio (Napoli)

Patrizia Gentilizi ( Rete NoInc)
Nicola Calabria Presidente Regionale Associazione Consumatori Siciliani
Patti (Me)
Barbara Grimaudo (Rg)
Giulia Grillo (Ct)
Giovanni Malfa (RG)
Daniela Ferrara (RG)
Aimée Carmoz, Stromboli 

Anna Maria Chirco (pa)

Jonny Vernengo (Pa) 
Maria Mortillaro (Pa)
Salvatore Iraggi (Pa)
Franca Mindrino (Pa)
Enza di giugno (pa)
Adriana Pagliai Del Coordinamento dei Comitati della Piana FI - PO – PT

Comitato Partecipazione e Democrazia ( Catania)

Maria Costantino, cittadina che lotta per l’acqua pubblica (CT)




ALCUNI COMMENTI ARRIVATI INSIEME ALLE ADESIONI

Solidarietà ad Alex, "ultimo degli ultimi", ma primo per passione civile e democratica.

Poco più di un mese addietro, sull'Acqua, ha portato, qui a Catania, in un'apposita iniziativa, diretta testimonianza del suo impegno, della difesa dei cittadini.

Contro gli ignobili.

Comitato Partecipazione e Democrazia ( Catania)

Conosco Alex Zanotelli attraverso i suoi libri e sono sicura che con
la coerenza che lo contraddistingue anche questa volta sta dalla
parte degli "ultimi". Alla sua voce fuori dal coro aggiungo la mia e
sottoscrivo in pieno la lettera
Maria Costantino,cittadina che lotta per l'acqua pubblica
__._,_.___

Mi ritengo fortunato di vivere in un tempo in compagnia di Alex
Zanotelli, di averlo conosciuto, di averlo incontrato.
ricordo le sue lucide parole, oltre al suo impegno sociale, nella sua
vocazione, nelle sue letture sull'apocalisse. ROMA è sempre presente,
sempre la stessa, allora come oggi. opera negli stessi modi e con gli
stessi intenti. Per questo servono e ci onorano personaggi come padre Alex.
Germano Previti
uomo, cittadino, attivista del gruppo acqua pubblica – Messina
 
Condivido senz'altro il documento per il sostegno di P.Alex e del Vescovo:è VERGOGNOSO quanto si è verificato e mi addolora tantissimo.
Aderisco a livello individuale e come appartenente a IntegrAzioni Sicilia e al Comi.
 A. Clara De Luca
 
 

martedì 24 aprile 2007


25 Aprile

perchè domani è così importante?
tu mi chiedi tranquillo
legittimato dalla tua giovane vita...
certo, tu non conosci
la storia che ti ha preceduto
e m'incalzi, vuoi sapere...
ebbene sì, andrò indietro nel tempo
e ti parlerò dei crimini di una stirpe
infida, dispensatrice d'ipocrisie
affamata di guerra e di potere...
una genìa mai doma
che si disseta col sangue di altri uomini
ebrei o di pelle rossa, comunque diversi
quel tanto per considerarli prede
abbastanza per il pretesto della ferocia...
e fu già una carneficina immonda
sotto le insegne dell'atroce doppia esse
troppo a lungo subita
ma con fierezza debellata
la cui fine s'inneggia domani, ragazzo...
ma, non solo gli scheletri anneriti
nei campi di Auschwitz e Mathausen
vanno onorati
nel ricordo di uno scempio indelebile...
altre volte lo sterminio si è avvolto
d'infimi pretesti,
che si manifestano beffardi
ad ogni occasione propizia
per scatenare massacri,
sganciare bombe
erigere Muri d'odio,
ingabbiare interi popoli,
invadere Nazioni da depredare
e sempre con bandiere ammantate
di falsa democrazia
e illusioni di libero arbitrio...
ecco, questa è la falsità
che devi scoprire e smascherare
se vorrai poter sfoggiare
la tua coscienza linda, ragazzo
così da trovare altri, sinceri
con cui procedere consapevole
sulle strade del mondo

domenica 22 aprile 2007



mirabile alchimia
(dedicata ad una pittrice)


… i segni e i colori
della tua perizia
sono atomi d’amore
affinità imperscrutabili
fra la tua impazienza
e la mia dedizione
antica
quanto il disegno
di cui siamo parte...

tu che rincorri l’idea
sospesa nel vento
di una celebrità sfuggente
mantieni sul cavalletto
la tela che ti riscatterà
e che mi darà ragione
per aver creduto
da sempre in te…

una scelta ardita
densa di rischi
e di prezzi da pagare
ti rende eroina
per aver gettato
dietro le spalle
una possibile carriera
con insolente noncuranza…

vivo la tua arte
sempre un po’ sorpreso
dalla mirabile alchimia
dei tuoi colori
fusi nella magia
di uno sguardo cauto
che s’accende
d’improvvisi bagliori…

www.mariavinci.it

Input del... Karma

C’è chi sostiene che ogni persona quando viene al mondo sia inevitabilmente sotto l’influsso di una buona o cattiva stella. Un po’ come credono alcune popolazioni primitive, con diverse sfumature, che ognuno nasca con precisi segni premonitori di quello che sarà il proprio percorso-destino. Se qualcosa di vero c’è in queste identificazioni casuali capaci di segnare il nostro karma, allora io credo di poterne individuare almeno tre per quanto mi riguarda. Ovviamente della mia nascita non ricordo granché, ma in seguito ho saputo di alcuni fatti, diventati quasi leggende nella mia cerchia di amici e parenti, che potrebbero ascriversi appunto come segni premonitori.
Primo fatto e relative implicazioni premonitrici. Senza dubbio sono nato a Varese nel 1943, oggi città riccaleghista, allora zona di sfollati da Milano. I miei erano finiti in quel di Cernobbio, ridente cittadina sul lago ecc. oggi sede di Grandi Convegni Confindustriali e Governativi (e già questo comincia a significare qualcosa) dunque dicevo, sono nato nel senso proprio di venire partorito, nell’ Ospedale di Varese in un’ora imprecisata del 16 Aprile 1943, appena 9 giorni prima di quello che diventerà storico per la Liberazione (e anche questo può voler dire qualcosa). Ma dell’ora se n’è persa traccia in quanto…, e qui devo accennare alla prima leggenda: In quei giorni la città era sotto bombardamento e mia madre, insieme ad altre ricoverate, ad un certo punto fu trasferita da un’ala all’altra dell’ospedale, giusto in tempo! perché da lì a poco proprio quella parte fu colpita disastrosamente. (Se non è culo questo!) Così, sono potuto venire al mondo io, ma nel bailamme generale neppure mia madre fu in grado di memorizzare l’ora esatta.
E questo comporta, ahimè, che non posso godere di un Oroscopo completo, mancandomi l’Ascendente. Testardo come un Ariete lo sono sicuramente, ma ingenuo e boccalone come cosa? Comunque nella città del Terribile Hulk Umberto solo il tempo di spuntare fuori e stabilire l’anagrafe perché il concepimento (con il cuore e non solo) dovette avvenire tra Milano e la Sicilia. Probabilmente a Palermo, dove allora bazzicava mio padre in qualità di Ispettore della Germani-Scappino (sì proprio quelli del famoso nodo, e sarà forse per questo che non amo molto la cravatta). Circa nove mesi prima che la moglie di mio padre diventasse anche mia madre, infatti, la coppia aveva fatto un lungo giro turistico dell’isola. Un viaggio che lei poi ricorderà spesso con sospiri struggenti. Tutto questo per dire che nelle mie vene scorre sangue misto, più siculoterrone che lombardoleghista, motivo, probabilmente, che ha spinto i miei passi in un lungo vagabondare, e che dopo un’adolescenza irrequieta al Nord e varie tappe al Sud ha finito per farmi approdare, quale emigrato al contrario, alla “tranquilla” terra di Turiddu. Scorrazzando per ogni angolo dell’isola e passando attraverso inenarrabili esperienze, dalle lotte dei terremotati del Belice all’impegno militante degli anni rivoluzionari, sono giunto infine a Palermo (il richiamo del sangue, come volevasi dimostrare) dove in rapida sequenza ho trovato l’Amore (sì quello con la A maiuscola) poi la casa il lavoro e in definitiva mi sono sistemato.
Secondo fatto, seconda leggenda. Il 16 Aprile 1943 non è solo fatidico perché sono nato io, bensì in quanto, cosa scoperta negli anni caldi della Contestazione, in quello stesso giorno, anche qui non si conosce l’ora esatta, un certo Albert Hoffman nei laboratori della Sandoz di Basilea si dice abbia scoperto o meglio messo a punto la formula della dietilammide dell’acido lisergico, più nota come LSD (e non so se mi spiego!). In effetti, quando venni a sapere di questa incredibile coincidenza temporale io avevo già cominciato, per i fatti miei, a fare piacevoli esperimenti di tipo psichedelico, così che indubbiamente mi sentii fortemente motivato e giustificato da quel segno del destino. E da allora cominciai a non perdere occasione per, usando una metafora, rompere le palle a tutti declamando questo mio eccezionale gemellaggio idealfilosoficoscientifico.
Questo secondo fatto in realtà ha influito più sul periodo dell’adolescenza, che nel mio caso si è protratta fino a molti anni dopo il servizio militare, ma ancora prima si può collocare il terzo evento, negli anni di un’infanzia banale e piatta, se si eccettua, appunto, per l’increscioso episodio. Tutto sommato si trattò semplicemente di un tentativo di autoeducazione sessuale, anche se mia madre si ostinerà a definirlo diversamente. La faccenda andò così: un giorno che ero malato, a letto con la febbre, venne a trovarmi una mia amichetta del cortile, la Mariella, per farmi compagnia. Dopo i soliti stupidi convenevoli fra ragazzini timidi ma curiosi ci eravamo messi a giocare con il Colorado, gioco antesignano di quelli intelligenti, che permetteva di realizzare composizioni variopinte infilando piccoli stecchi di legno con la capocchia di vari colori in appositi stencil traforati. Non so se esista ancora, ma era bellissimo, e noi spiriti creativi c’ inventammo una gustosissima variazione. In pratica, giovani avidi dei misteri del sesso, avevamo cominciato a scrutarci per vedere concretamente le differenze tra “il mio coso e la tua cosa”, ed eravamo arrivati ad un’esplorazione più approfondita infilandoci a vicenda (per me impresa più complicata) qualche stecchino colorato, così, inconsciamente forse, anche per abbellire le nostre cosiddette vergogne. Ed ecco che improvvisamente si spalancò la porta e con una specie di grido strozzato irruppe mia madre, che paonazza e del tutto indiscreta domandò: -Si può sapere che state facendo voi due?-. Al che io, non so come prontissimo, seppi rispondere: -Niente, stiamo giocando con il Colorado.- Ma fu solo un attimo perché subito dopo ricordo di essermi vergognato come un ladro, diventando certamente rossofuoco, mentre Mariella fuggiva via piangendo inseguita dalle urla esagerate e poco educative di una mancata suocera. Conseguenza immediata fu un enorme imbarazzo, crescente insieme alla febbre che divenne da cavallo, ma ben più gravi furono gli effetti successivi, se è vero che la mia vita sessuale, ahimè, finì per essere tardiva e piena di casini. Inoltre, mai ebbi modo di spiegare a mia madre quanto può essere deleterio troncare bruscamente sul nascere una sana precoce smania di apprendimento, specialmente quando gli unici insegnamenti sull’argomento sesso si sono limitati ad un minaccioso avvertimento ogni volta che mi chiudevo in bagno per troppo tempo: -ESCI DA LI’! GUARDA CHE SI DIVENTA CIECHI!-
In seguito a quell’episodio mi sono chiesto spesso: “che fine avrà fatto Mariella?” Suora o pornostar? Chissà! Magari semplicemente psicologadivorziata o madreresponsabile con negozio di giocattoli.
Ecco raccontati i tre eventi più significativi, ma ce ne sarebbe un quarto, pensandoci bene, che pure deve avere avuto una grande influenza sulla mia vita. Fu in occasione della Prima Comunione: andavo a catechismo nell’Oratorio dei Frati Francescani e già soffrivo come un ateo incallito per quelle noiose formulette ripetitive impartite con dolceseverità da Padre Casto. Allora, l’unica distrazione era cercare d’immaginare dove sarebbe potuta finire quella sua lunghissima barba bianca nei vari momenti topici della giornata, per esempio quando doveva defecare (ma allora non mi esprimevo così). Eh! Quanto avremmo pagato tutti per vederlo nell’atto di calpestarla o inzaccherarla almeno una volta! Ma la sofferenza maggiore mi veniva dal mio compagno di banco. Costui lavorava molto di dita, se le infilava in continuazione dappertutto: nel naso, nelle orecchie, in bocca, nell’ombelico, sotto le ascelle e da ogni posto ne annusava con gran gusto i diversi odori. Quando, al sommo della voluttà, se le infilava in culo, allora bontà sua, decideva che ne dovessi godere anch’io, e proditoriamente senza che mai riuscissi a scansarmi, me le schiaffava sotto il naso con un sibilante: -Annusa il sacro profumo!- (Chissà che fine avrà fatto anche lui. Commerciante di profumi o seguace di Padre Pio?) Ad ogni modo il supplizio finì e fummo pronti per il GrandeGiorno. Tutta la solita rituale cerimonia e poi finalmente via! Per una festa piena di dolci e di regali. Ebbene, io che cosa ti combino? Per tutto il tragitto dalla chiesa al locale del ricevimento, accompagnato da alcuni miei cuginetti, tutti più piccoli d’età che pendevano dalle mie labbra come da un novello Messia, li deliziai con una quantità forsennata di barzellette spinte, cosiddette sporche. Senza che mi rendessi conto di fare peccato. E anche questo è sicuramente un segno: dal momento che non fui capace di restare per più di 5 minuti in quella GraziadiDio che tutta la parentela intorno commossa mi invidiava, non sarà stato, forse, proprio allora che si aprì la mia strada verso l’ateismo più tenace?
Eh sì, decisamente non si può che concludere dando ragione a quei popoli e a quelle filosofie che sostengono: Ognuno nasce e cresce sotto l’influsso di segni-eventi ben riconoscibili, che oggi potremmo definire dei precisi input del …Karma.

sabato 21 aprile 2007

una riflessione

Ho appena compiuto 64 anni, e oggi mi viene voglia di fare il punto della situazione, della condizione in cui vivo attualmente.
La mia esistenza d'individuo cosciente e impegnato, in un contesto sociopolitico, è incominciata subito dopo il servizio militare. Da allora ho vissuto per molti anni in una dimensione di ribellione e di lotta, d'impegno militante e di ricerca continua di nuove esperienze formative. Anche se a metà del mio cammino questo percorso si era interrotto, non ho mai derogato da una filosofia personale che tuttora mi guida, e che da qualche anno mi ha aiutato a ritrovare una dimensione di rinnovato impegno. Filosofia che si può riassumere in: "Una vita contro". Contro il sistema politico non consono, funzionale ad ogni forma di capitalismo; contro la destra e il fascismo, in tutte le sue manifestazioni; contro la violenza del potere; contro il moralismo becerocattolico; contro la presenza onnisciente e invadente del dogma religioso; contro le istituzioni obsolete e conservatrici; contro il dogma del dio denaro; contro ogni forma di sfruttamento e di sopraffazione; contro la cultura borghese e reazionaria; contro ogni possibile forma d'accettazione del compromesso in cambio di carriera e successo. E naturalmente come conseguenza diretta di questa vita contro ho sempre cercato di attuare " Un impegno per": Per un'attività militante politico rivoluzionaria, nelle diverse forme e circostanze; per un approfondimento continuo delle tematiche sociopolitiche; per concrete esperienze di vita alternativa, comunitaria, di condivisione delle lotte e delle speranze di rivoluzione con altri individui; per costante attenzione a non perdere di vista l'interesse collettivo e dei compagni di strada in favore del proprio; per non dovermi mai sentire in difetto con la mia coscienza e con i valori con essa condivisi.
Ma, dovendo fare un'analisi schietta e approfondita, la mia presa di coscienza graduale e arricchita attraverso diversi passaggi, non sempre uniformi, è stata possibile grazie a ciò che altri avevano fatto o facevano prima di me, costituendo esempi e modelli a cui ho avuto modo di fare riferimento. Assistendo alla realtà che mi circondava e mediandola con la mia sensibilità, anche esasperata da condizioni d'infelicità e di continua riflessione, ho potuto scoprire diversi punti di vista con cui esaminare il mondo intorno a me, e gradatamente accogliere e fare mie le posizioni di chi già stava vivendo controcorrente. Poi la constatazione di essere una moltitudine, comunque, a pensarla allo stesso modo ha favorito un sentimento di orgogliosa appartenenza e di sfrontata sicurezza, che ha di fatto cementato elementi ideologici e culturali con l'inevitabilità di vivere al di fuori o contro il Sistema.
Tutto questo ragionamento mi viene spontaneo analizzando la situazione attuale, per la quale non trovo una somiglianza con il processo illustrato. Infatti, oggi che sono tornato ad avere un notevole impegno, di tempo e di energia, per una lotta di tipo sociopolitico, mi trovo spiazzato, in una situazione del tutto particolare.
In passato, nelle varie occasioni di conflitto con un potere nemico, non mi ero mai trovato in una condizione di così grave debolezza e nello stesso tempo d'assurda presunzione. Certo era sempre difficile avere le cosiddette masse al proprio fianco, si riusciva solo in parte a raggiungere quelle persone e figure sociali per cui in maniera convinta o pretestuosa dicevamo di lottare; ma almeno esisteva un movimento, delle organizzazioni, e anche se spesso si finiva per scontrarci e dividerci su dogmi e presunzioni di leaderismi, eravamo in molti, anche se sempre pochi. Gli obiettivi erano svariati e confusi, il nemico forte e spesso mimetico, le forze politiche con cui cercare alleanze sfuggenti ed equivoche, ma almeno si riusciva a fare manifestazioni, creare attenzione nei media e nella popolazione, provocare la reazione degli avversari.
Oggi invece, pur essendo simili gli scenari, manca totalmente una componente fondamentale: la gente, le masse, i cittadini, gli individui. Dove sono?
Ci siamo noi, avanguardie illuminate, pochi coscienti, impegnati, più o meno determinati, spesso divisi e lacerati da lotte intestine, in perenne ricerca di tattiche e strategie produttive, continuamente alla ricerca di riferimento e sostegno in qualche importante espressione del panorama politico con risultati puntualmente deludenti.
E si continua, certamente, a darsi da fare, ognuno come può, perchè è inesorabile il processo di sensibilizzazione, quando si ha piena coscienza di un arbitrio, di un crimine, di una scelta sbagliata, di un progetto nocivo, non si può più fare finta di niente, eludere il problema, tirarsi fuori da ogni responsabilità, ne rimorderebbe la tua coscienza e anche se capisci che è una battaglia impossibile, almeno devi provarci.
Bene, continuiamo, facciamo i gruppi di lavoro, organizziamoci meglio e più efficacemente, produciamo documenti significativi di controinformazione, adoperiamoci per rendere produttive le riunioni, ma se non riusciremo a sensibilizzare altra gente, a coinvolgere nella paura per la distruzione dell'ambiente altri cittadini, più giovani possibili, distratti e avulsi dal futuro che li aspetta, sarà molto difficile riuscire a spuntarla. Le battaglie per un diritto civile o per la difesa di un bene comune, ce lo dicono mille esempi, si vincono solo se ci sono i numeri, le idee chiare e l'unità. Ovviamente per numeri intendo le forze in campo, che da parte del nemico sono sempre preponderanti, ma da parte nostra devono quantomeno essere visibili. Oggi, se per un tema fondamentale come la privatizzazione dell'acqua, si vede un certo riscontro, pur sempre insufficiente, nella popolazione che comprende più facilmente i termini della questione, per il problema dei rifiuti e degli inceneritori c'è una quasi totalità di noncuranza e disattenzione. I messaggi che arrivano dai media e dal panorama politico sono confusi e contradditori e non aiutano certo i cittadini a chiarirsi le idee e a prendere posizione, e noi non abbiamo sufficiente capacità di catturare il loro interesse. Io continuo a pensare che l'unico metodo per cercare di squarciare il fitto velo di obnubilazione che avvolge i nostri simili sia solo quello di inventarsi un evento eclatante, che possa attirare attenzione. Così come hanno pensato anche i comitati contro la base Nato di Vicenza che, pur essendo in una situazione di grande partecipazione, hanno occupato la Cattedrale del Palladio per rinnovare l'interesse sulla loro lotta.
Se non temessi di essere velleitario e ridicolo cercherei, per non smentirmi, di andare ad occupare il cantiere di Bellolampo, o fare un blocco della strada o qualunque altra idea creativa che possa fare scalpore. Naturalmente è ciò che mi viene di proporre per un'azione collettiva e di grande rilevanza e so già cosa mi viene ribadito: che non ci sono le forze, che siamo quattro gatti. Ma se non facciamo qualcosa del genere saremo sempre quattro o tre gatti, e saremo costretti ad andare a rimorchio d'iniziative istituzionali o legali e sperare in un qualche fortuito incidente di percorso
del ben oliato meccanismo del Sistema di Potere che ci sforziamo di contrastare.

venerdì 20 aprile 2007

AIUTATECI A RIPORTARE LA LEGALITA' IN QUESTA NOSTRA SICILIA. AIUTATECI A
LIBERARCI !!
FATELO SUBITO, con ATTI CONCRETI.
ASSUMETEVI LE VOSTRE RESPONSABILITA'.
NOI SICILIANI ONESTI che crediamo ancora nella GIUSTIZIA e nei DIRITTI
SANCITI DALLA REPUBBLICA, vi chiediamo ORA,
FATTI NON PAROLE!!
E' inutile sfilare ai cortei, ai convegni pre-elettorali o a quelli per la
LEGALITA' o ai funerali di vittime illustri o coraggiosi eroi (Falcone,
Borsellino, Livatino, Don Puglisi, ecc.ecc. ).
Non è più tempo di eroi. Siamo solo dei CITTADINI coscienti dei nostri
DIRITTI e DOVERI. e ..... siamo in tanti.
Buon lavoro e dimostrateci subito con chi state e soprattutto PER CHI
LAVORATE!!
Angela Calì - Gruppo Spontaneo Donne e Mamme di Augusta
aderente al coordinamento dei Comitati Siciliani -
Decontaminazione Sicilia



lunedì 16 aprile 2007


io 64 lui 600 -rovere di pomieri- monumenti della natura!

qualche domanda sul progettato inceneritore di bellolampo

Avrebbe senso piazzare un mega-inceneritore (uno dei più grandi d’Europa) sopra una città di 800.000 abitanti ? Quale sarebbe l’impatto ambientale e sanitario di un simile impianto, programmato per bruciare una tonnellata x anno x abitante di rifiuti ?
E’ vero che l’intera provincia di Palermo non produce una simile quantità di rifiuti ? E che quindi dovrebbero arrivare tonnellate di rifiuti da mezza Sicilia. E’ stato messo in conto anche il costo economico, ambientale e sanitario di un simile traffico veicolare ?
E’ vero che ci si propone di trasformare la Sicilia nella Camera a Gas del Mezzogiorno, importando i rifiuti da altre regioni ? E’ vero che le normative nazionali ed europee (oltre che il buonsenso) prevedono una ben diversa filiera di smaltimento dei rifiuti, che parta da una minore produzione e passi attraverso il riciclaggio incentivato e organizzato ed il riuso; con una quota residuale minima destinata a discarica o incenerimento ? Mentre un simile monstrum renderebbe impossibile persino il riciclaggio, una filiera corretta sarebbe enormemente vantaggiosa sul piano economico, lavorativo, ambientale e sanitario?
Se tutto questo è vero perché non sono mai state applicate le norme e realizzati i piani di intervento più volte programmati ? E’ stata fatta una seria Valutazione di Impatto Ambientale e Sanitario per valutare i progetti ? O hanno ragione coloro che dicono che le procedure di emergenza sono servite e servono (in tutto il Sud d’Italia) per andare in deroga alle principali normative (nazionali ed europee) vigenti?
E’ vero che gli inceneritori d'ultima generazione sono molto più sicuri sul piano ambientale e sanitario? O hanno ragione scienziati/ambientalisti di tutto il mondo che affermano che la produzione di molecole cancerogene e tossiche (diossine, furani ecc) e di particolato ultrafine rimane tale e quale e cambia (in parte) soltanto il loro percorso di smaltimento (le diossine ad esempio finirebbero nelle ceneri e quindi in discarica… diventando paradossalmente ancora più pericolose)?
E’ vero che i filtri trattengono il particolato fine che altrimenti finirebbe nei polmoni della gente? O hanno ragione scienziati/ambientalisti di tutto il mondo che affermano che una parte di questi aggregati molecolari (particolato ultrafine (0,1 m), rischia di arrivare con grande facilità nei nostri alveoli polmonari passando poi nel sangue e nel cervello ? E che comunque le oltre 250 molecole tossiche che si formano nelle reazioni termochimiche finirebbero in un modo o in un altro nella catena alimentare e quindi nel latte, nel formaggio, nella carne e nel pesce che mangiamo?
E’ possibile che non ci si renda conto dei rischi cui un simile impianto sottoporrebbe centinaia di migliaia di cittadini? I genetisti, i chimici, i biochimici di questa città sono stati informati ? Potrebbero ancora intervenire in qualche modo per ricordare che la tutela dell’ambiente e la difesa della salute della gente sono più importanti di qualsiasi valutazione economico-politica ?
E’ possibile che il piano rifiuti sia stato deciso senza consultare le Autorità locali ? E se sono state consultate, come si sono pronunciati i Sindaci che rappresentano un’autorità fondamentale di tutela sanitaria locale? Quali pareri tecnici hanno richiesto prima di pronunciarsi? E gli Enti deputati a proteggere l’Ambiente e la Salute sono stati coinvolti? Quale documentazione è stata loro fornita? Si sono già pronunciati ?
E perché i cittadini non sono stati correttamente informati e coinvolti nelle scelte (come prevedono normative e leggi)? E a questo punto cosa potrebbero ancora fare i cittadini di questa città per difendere il proprio futuro?
giorno infausto, oggi di compleanno, già di suo, poi vengo a sapere che è anche quello del papa. Peggio di così, per un ateo incallito, non poteva essere.