domenica 8 giugno 2008

baciamano o baciapila?


Tre notizie ci danno la misura dello slittamento anche simbolico dell’intero quadro politico/culturale del paese, al quale corrisponde un triste processo involutivo della società italiana. La prima notizia ha fatto il giro del mondo ed è il letterale prostrarsi davanti al papa di Silvio Berlusconi. Il capo del governo ha compiuto un gesto che né Alcide De Gasperi, né Amintore Fanfani, Aldo Moro o Giulio Andreotti avevano compiuto prima di lui in una dimostrazione di sudditanza anche plastica all’altra riva del Tevere.

Al laico, plurinquisito, puttaniere e divorziato Berlusconi, non è bastato garantire a Joseph Ratzinger soldi, molti soldi, in un ribaltamento concettuale dell’evangelico “date a Cesare quel ch’è di Cesare”. Ha avuto bisogno di marcare l’accettazione di una verticalità di rapporti che né con le guarentigie savoiarde, né con il patto Gentiloni, né con la conciliazione mussoliniana, l’articolo 7 togliattiano o il concordato craxiano, nessun dirigente politico dello Stato italiano, quasi tutti cattolici di ben più specchiata fede e moralità rispetto al padrone di Canale5, aveva mai ritenuto né opportuno né utile accettare. Al papa tedesco non si può dar colpa, è passato all’incasso di un successo facile facile che porterà frutti per tutta la legislatura e ben oltre.

da giornalismo partecipativo di Gennaro Carotenuto- clicca sul titolo per vedere seguito articolo

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