giovedì 18 settembre 2008

Berlusconi, una barzelletta di cui si dovrebbe ridere



Berlusconi? Berlusconi è una tigre di carta

Basta non ridere alla fine del racconto di una delle sue mediocri barzellette ed entra in crisi. Vi guarderà ansiosamente negli occhi, vi scruterà
tutti fisso, lo sguardo prima sorpreso, poi furioso, poi smarrito e
poi atterrito, forse scoppierà a piangere. E' completamente
dipendente dall'esterno!!

Mi ricorda il personaggio di una novella di Pirandello, un tizio
della provincia agrigentina mandato dal suo Partito a fare la
campagna elettorale in un collegio uninominale. Il tizio va e si
batte come un leone. Sembra possedere il carisma di un vero
condottiero. Convince, convince un sacco di gente ed alla fine
vince. E' eletto!!

E' letteralmente al settimo cielo! Riceve complimenti,
congratulazioni,
sguardi adoranti di seguaci conquistati dalla sua cifra, dal suo
modo di fare.
Poi accompagnato da una folla di entusiasti elettori, di fedeli, va
alla stazione per prendere il treno, per tornare alla città da dove
era partito per conquistare il seggio.
Dal finestrino del treno guarda la folla che lo osanna e comincia
a chiedersi improvvisamente perchè tutta quella gente lo osannasse,
chi era lui, perchè si trovava li. come mai e dove aveva trovato la
forza di fare affermazioni tanto perentorie per accattivarsi la
fiducia e a formulare molti altri pensieri del genere.
Mentre questi pensieri gli passano per la testa la maschera che
aveva mostrato al pubblico in quei tanti giorni di campagna
elettorale gli cade dal volto ed è come se la gente lo vedesse per
la prima volta per quello che effettivamente è, una persona
mediocre, che oltretutto non ha capito bene chi è e perchè è stato
li.....
Mentre il treno si allontana è com e se i suoi pensieri passassero
da lui alla folla che raffredda il suo entusiasmo, molti si guardano
tra di loro, alcuni cominciano a chiedersi chi è quel tizio che
hanno votato e che ora va via nella vettura di quel treno....
Il dittatore ha sempre dentro di se una impalcatura pagliaccesca,
da teatro. Questa impalcatura si può smontare con l'ironia. Basta
ripetere le cose che dice per rendersi conto di quanto siano bolle e
bollicine pronte a scoppiare senza neppure essere punte da uno
spillo.

Bello! Questo scritto di Pietro Ancona è certamente significativo, ma il problema è che a questa tigre di carta, o palloncino gonfiato, ha dato fiducia (continua a darla?) una bella maggioranza d'italiani. E questo è poco pirandelliano.

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