giovedì 7 maggio 2009

La svolta "storica" di Maroni

ANSA.it - Tunisina suicida in centro nei pressi di Roma
ROMA - Non voleva tornare nel suo paese perché si vergognava di esservi riportata perché finita in prigione per spaccio di droga. Potrebbe essere questo il motivo del suicidio di una donna tunisina di 49 anni trovata morta stamani nel Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria alla periferia di Roma. La donna, in Italia da dieci anni, oggi avrebbe dovuto ricevere il decreto di espulsione per poi essere messa in un aereo e portata in Tunisia. "Piuttosto che tornare nel mio Paese mi ammazzo. Mi vergogno troppo per quello che mi è successo", avrebbe confidato la donna che nel marzo scorso era uscita dal carcere di Rebibbia, alle compagne di stanza che, preoccupate per il suo stato d'animo, l'avevano confortata fino a notte fonda prima di addormentasi. Stamani la triste scoperta: la donna si era impiccata con un maglietta nel bagno della sua stanza. A Roma dal 1999, secondo quanto appurato dalla polizia, la donna nel 2001 era destinataria di un decreto di espulsione. Più volte era stata fermata, fornendo nomi diversi, e denunciata fino a quando nel 2004 era stata arrestata per scontare una pena cumulativa di 5 anni e tre mesi. Era stata portata a Ponte Galeria il 24 aprile scorso perché non aveva rispettato il decreto di espulsione. Da quel giorno era partito l'iter per il suo espatrio. Sempre nel Cie di Ponte Galeria, che si trova in aperta campagna ed ospita 221 immigrati, 137 uomini e 84 donne, soltanto un mese fa un algerino di 40 anni era morto per cause naturali. Il suicidio avvenuto a Ponte Galeria ha innescato una polemica sui questi centri.




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