La mafia, ha detto il premier "è una patologia terribile per il nostro Paese. Ne paghiamo l'esistenza anche per l'immagine all'estero dell'Italia. Abbiamo la brutta abitudine - ha sostenuto Berlusconi - di produrre fiction sulla mafia che hanno portato questa negativa immagine dell'Italia in giro per il mondo. Spero che questa moda sia ormai finita".
ho visto Capitalism: a love story di Michael Moore. Fortissimo in una parola, ma per delinearne meglio le componenti che mi hanno colpito, devo usare altri aggettivi. Sconvolgente per quello che dice e che svela; emozionante per come lo dice, per la regia; gratificante per la conferma documentaria e visiva della natura schifosa del capitalismo e di questo mondo attuale.Un film da non perdere, anche perché pochissimo girerà nelle sale, in quanto ciò che racconta Moore della sua America, ma non solo, dovrebbe far vergognare di essere al mondo tanta gente. Si apprendono cose incredibili come il fatto che certe aziende in america stipulano polizze di assicurazione sui propri dipendenti in cattive condizioni di salute, e quasi quasi ne favoriscono la morte. Moore racconta una realtà che è pochissimo conosciuta e che riesce ancora a sorprendere per la sua brutalità.
Il processo breve, per legge, non perché si mette in condizione la magistratura di renderli meno lunghi, non è altro che un altro tassello di questo governo tremendo a favore di criminali, mafie e politici corrotti. E' il primo dei tre sistemi escogitati dalla gang del Cavaliere Nero per salvargli il culo. Processo breve, legittimo impedimento e lodo Alfano bis, e l'Egoarca sarà salvo e il Paese Italia sarà un poco di più nella merda. Mi piace pensare che Ghedini Alfano e company dopo queste creative manomissioni della Giustizia stiano accarezzando l'idea di mettere mano ad una particolare moderna interpretazione del medioevale "Giudizio di Dio. Che potrebbe esprimersi così: si mostra all'imputato una serie di foto del boss Silvio, se quello storce il naso o da segni di sofferenza viene considerato ovviamente colpevole e magari gli si fa tagliare la testa, si salva solo se mostra compiacimento e sorride felice. Chissà quante ancora ne sapranno inventare. Chi vivrà o meglio sopravviverà vedrà.
Ancora tensioni e polemiche riguardo lo sgombero del «Laboratorio Zeta», un centro sociale che svolge attività di volontariato in favore degli immigrati e che tra l'altro ospita 32 sudanesi richiedenti asilo.
Uno sgombero violento, una violenza grauita e scientificamente organizzata, in cui le cariche e I pestaggi avvenuti nel pomeriggio sono solo la cornice di una giornata in cui si è tolto alla città uno spazio collettivo vivo e animato da quasi 9 anni ed in cui si è tolta una casa ai rifugiati del Darfur che da quasi 6 anni condividono con lo Zetalab un'esperienza di cogestione orizzontale.
I centri sociali fanno paura. Alle amministrazioni di destra, ma a volte anche di centrosinistra, la persistenza sul territorio di centri dove si vive e si ragiona in modo libero e creativo fanno venire il mal di testa, e per eliminarli si inventano un sacco di panzane, pretesti, accuse ridicole. Come è avvenuto per Lo Zetalab, è già avvenuto a Milano con il Leoncavallo e in altre città. Basta fare una ricerca su google per trovare decine di casi in tutto il Paese. Eppure quasi sempre si tratta di situazioni in cui oltre ad essere punti di aggregazione giovanile, impegnati in attività sociopolitiche e battaglie per la legalità, per la difesa del territorio e dell'ambiente, sono le sole a mettere in pratica concretamente spazi di vita in comune con gli immigrati, creando occasioni di educazione ed integrazione anche per i bambini. Così lo era lo Zetalab, che ospitava addirittura rifugiati con richiesta di asilo politico.
Dopo l’approvazione al Senato italiano dell’emendamento birmano sulla censura di blog e siti “che incitano all’odio” mi sento in dovere di rivolgere questo pensiero aperto al deputato Giampiero D’Alia dell’Udc, Unione dei condannati e/o dei concubini.
Intanto ti ricordo che i veri fans di Riina, Provenzano e Màngano non sono 4 babbei su Facebook, ma stanno tutti in Senato, al tuo fianco.
bellissima lettera a quel genio che vuole imbavagliare Internet- da leggere assolutamente
Ci siamo, ormai in maniera aperta e spudorata questo governo liberticida lancia il suo attacco alla libertà di espressione in Internet. Blogger di tutto il mondo unitevi, questo dovrà essere il nuovo slogan per una battaglia di civiltà e di libertà, che in modo globalizzato accomuna paesi con dittaure di vario tipo, come la Bielorussia, la Cina, l'Iran e l'Italia.
Dopo l'apertura del segretario nazionale Bersani - «Ho lavorato con lei: è una donna fuori dagli stereotipi, è una fuoriclasse. Si è già capito, quindi, come la penso» - la candidatura di Emma Bonino alle regionali del Lazio continua a spaccare il Pd.
sembra che gliele stia cantando la brava Emma, una donna in gamba, dalla faccia pulita e dal cuore forte. Perchè il PD tituba a sostenerla? Se Pierluigi la ritiene una fuoriclasse che aspetta? Sarebbe la sola cosa buona in grado di fare Bersani e C., visto che ormai di sinistra non c'è rimasto più niente, e che sono pronti a fare comunella con i peggiori elementi qui e là, come in Sicilia che fanno da stampella a Lombardo!
"Non voglio più parlare di queste cose, sono leggi 'ad libertatem', mi indigno quando sento queste cose, e io non voglio indignarmi"
il Cavaliere Nero è ritornato, più pimpante che mai, appena segnato dal colpo fallito del duomo, dopo la lunga vacanza, nella veste che gli è più congeniale di battutista da avanspettacolo. Ecco l'ultima, sfoggiando un latino presidenziale, appunto quella "sono leggi ad libertatem" , alla quale ha dimenticato di aggiungere però . "meam"
Tre imprenditori agricoli di Rosarno sono stati arrestati e due cittadini stranieri sono ricercati dai carabinieri perché accusati di far parte di una associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, induzione della prostituzione ed estorsione. (maggio 2009)
I disordini in questa città che conta 15mila residenti, pochissimi centri di ritrovo, e quasi nessuna piazza, sono iniziati con la rivolta degli immigrati per il ferimento di due stranieri in un agguato e continuati dai residenti. Anche se secondo le forze dell’ordine chi ha sparato colpi ad aria compressa e usato anche spranghe è «gente che viene da fuori». Forse cani sciolti della criminalità organizzata. In ogni caso la tensione è alta: le scuole sono rimaste chiuse e così come i i negozi
VIA ALLE DEMOLIZIONI – Intanto sono iniziate domenica all’alba, su disposizione della prefettura di Reggio Calabria, le demolizioni degli accampamenti occupati fino a due giorni fa dagli immigrati protagonisti della rivolta di giovedì sera. Le ruspe dei vigili del fuoco sono in azione nella ex Rognetta, già deposito alimentare alla periferia di Rosarno: vengono abbattute le strutture realizzate dagli immigrati all’esterno della fabbrica e nelle prossime ore verrà demolito anche il capannone principale dove gli stranieri hanno realizzato decine di baracche con cartone, plastica e lamiera. Dentro la struttura gli immigrati, partiti in tutta fretta, hanno lasciato tutto quel poco che avevano: biciclette con cui raggiungevano i campi per raccogliere arance e mandarini, vestiti, pentole e utensili da cucina, bombole del gas. Nelle baracche ci sono ancora letti, coperte, resti di cibo, scarpe e in qualche caso anche valige che gli immigrati non hanno fatto in tempo a prendere.
Migranti via da Rosarno. Trasferiti in centinaia
"Queste situazioni le abbiamo ereditate e sono frutto di tolleranza sbagliata". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, intervenendo a L'intervista, su Sky Tg24, a proposito dei fatti di Rosarno. ''Ci sono responsabilità diffuse che non intendiamo più tollerare - ha rpsoseguito - e gli immigrati di Rosarno che le forze di polizia hanno trasferito nei centri di Crotone e Bari, se risulteranno clandestini, verranno espulsi''.
Le cosche della 'ndrangheta potrebbero avere deciso di ''cavalcare" la protesta scoppiata a Rosarno, prima da parte degli immigrati, poi degli abitanti, per fini che sono ancora tutti da chiarire. Al momento, dalle indagini non sono emersi elementi tali per affermare con certezza che sia così, ma di sicuro l'ipotesi è al vaglio degli investigatori che intendono chiarire perché un fatto apparentemente casuale e privo di gravi conseguenze, come i due immigrati feriti da un fucile a pallini per un "motivo banale", possa avere provocato una reazione tanto violenta, alimentata, poi, dalla contro-reazione di alcuni abitanti di Rosario
n merito agli incidenti ed alla reazione violenta di alcuni abitanti di Rosarno che sono andati in giro per il paese cercando i "neri" da sprangare o a cui sparare colpi di fucile, il Prefetto ha rimarcato che sicuramente "era gente che remava contro e che andava contro lo stesso comitato civico col quale ho avuto un confronto civile, trovando persone serene e comprensive". Di sicuro, nella vicenda di Rosarno, c'é lo sfruttamento degli immigrati per il lavoro nei campi
Ottimo l'articolo di Scalfari, che unitamente al florilegio della stampa che ho evidenziato, danno la dimensione del fenomeno razzismo in Italia. Anche popolazioni costrette per interesse diretto ad accogliere gli immigrati, senza tanto guardare per il sottile se regolari o clandestini, e comunque badando bene a sfruttarli al massimo, arrivano al punto di gettare la maschera dell'ipocrisia e dimostrare la natura egoistica e xenofoba.
I fatti di Rosarno dimostrano che nell'opinione pubblica alberga quel sentimento, spesso abilmente celato, di sofferenza per la presenza degli immigrati, di colore e di diverse etnie, che è alla base del razzismo e del nazismo.
Sentimento cavalcato dalla Lega Nord che oltre a fare proseliti oltre il Po comincia a pescare anche al Sud.
Ma è veramente insopportabile l'ipocrisia di chi si serve, sfruttandoli in mille modi, degli immigrati, non curandosi minimamente delle loro condizioni di vita, per poi alle prime difficoltà dovute alla loro ribellione, è pronto a gettarli via come immondizia. In modo particolare è per me intollerabile l'ipocrisia di chi si dichiara o si sente cattolico o buon cristiano e neppure sente un moto di disgusto e di pietà di fronte alle scene, che si ripetono ormai spesso, dello sgombero forzato dei miseri accampamenti con distruzione vandalica anche delle poche cose, effetti personali e intimi abbandonati a causa della fuga improvvisa.
E il governo con Maroni in testa, che parla di "eccessiva tolleranza" è perfettamente in sintonia con questo razzismo strisciante, con buona pace delle dichiarazioni tragicomiche di un Rotondi che parla di "accoglienza amorevole", facendo eco agli appelli del Papa che non fanno nè caldo nè freddo.
Col perdurare della crisi e dei suoi effetti non potrà che aumentare questo sentimento di repulsione da parte di quegli italiani che non hanno la sensibilità di ricordare quanto anche i loro predecessori hanno sofferto in tempi di emigrazione; italiani che obnubilati dall'egoismo e dall'atmosfera di paura e xenofobia alimentate ad arte sono pronti, inconsciamente, a comportarsi come i famigerati incappucciati del Ku Klux Klan.
Invece uno spiraglio di speranza viene da tutti quelli che firmeranno per lo sciopero del primoMarzo dei migranti, ottima idea da tempo caldeggiata, che potrebbe servire ad aprire gli occhi su una situazione che può diventare sempre più drammatica.
Mentre il Corriere ci spiega che sono assolutamente necessari per la sicurezza, a produrli sono soltanto due aziende americane. l’Italia ne comprerà una decina, spendendo 2 milioni di euro. Con qualche dubbio per la salute
Sarà una scelta a stelle e strisce, fra General Electrics e L3 Communication, quella che farà l’Italia per l’acquisto dei ‘full body scanner’ da installare negli aeroporti di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia. Una scelta fra i due colossi mondiali, che si spartiscono il monopolio del mercato e che prima del recente allarme terrorismo aereo vendevano il prodotto intorno ai 120mila dollari. Ma dopo lo scoppio delle minacce terroristiche il prezzo è schizzato a circa 200 mila.
UNA QUESTIONE DI PREZZO – Il fondo a disposizione dell’Enac è di circa due milioni di euro e quindi, valutando circa 150.000 euro a scanner, è verosimile che l’Italia se ne aggiudichi almeno una decina: otto potrebbero essere equamente divisi fra Fiumicino e Malpensa che hanno più collegamenti con gli Stati Uniti, valutati oggi i voli più a rischio, e i due rimanenti potrebbero essere dati al ‘Marco Polo di Venezia. Ma a Fiumicino potrebbero esserne assegnati di più se si deciderà di estendere questo tipo di controlli di sicurezza anche per altri collegamenti aerei, cosiddetti sensibili, con Israele e Londra. Un business che potrebbe allargarsi notevolmente se si decidesse di dotare altri scali non solo italiani di full body scanner e che farebbe gola anche ad altri produttori che, quindi, deciderebbero di scendere in campo con i propri prodotti. Privacy e salute sono due aspetti a cui, naturalmente, le aziende prestano molta attenzione per il rispetto e la tutela del passeggero. Aspetti che per le associazioni dei consumatori come Adusbef e Federconsumatori, sono prerequisiti fondamentali. E, in particolare per la tutela della salute, nel comitato che sceglierà quale scanner l’Italia dovrà acquistare c’è un esponente del ministero competente.
QUALCHE DUBBIO - E c’è anche chi ne illustra la pericolosità. Le onde Terahertz dei body scanner penetrano i materiali non conduttori, come l’abbigliamento, ma poi l’energia che emettono si deposita sulla pelle. I ricercatori del Center for Nonlinear Studies presso il Los Alamos National Laboratory hanno dimostrato che le radiazioni terahertz possono essere in grado di causare seri danni al DNA che viene colpito quando le onde irradiano il corpo. Secondo altri, i body scanner aggraveranno il ritardo e il fastidio di viaggiare in aereo, senza necessariamente impedire un altro attentato. Alcuni esperti sostengono che ilmateriale a bassa densità che è stato usato il giorno di Natale non sarebbe stato trovato. Certamente se più scansioni e ricerche fossero il prezzo da pagare per viaggiare sicuri, le discussioni sarebbero finite. Ma fare un profiling dei passeggeri sulla base di razza e di religione, al fine di individuare chi andrebbe perquisito più approfonditamente, finirebbe per causare un danno piuttosto che un miglioramento per la sicurezza. Trattare sistematicamente i passeggeri musulmani e di colore in modo meno favorevole creerà un clima di rabbia che offre sicuramente il miglior terreno di coltura per lo jihadismo militante. le persone pericolese appartenenti all’Islam sono una piccola goccia in più di un miliardo di musulmani in tutto il mondo e per cui la fede religiosa non può essere un filtro efficace per individuare i terroristi. Inoltre, una volta capito che è chiaramente nel loro interesse nascondere la loro fede, useranno nomi e abiti lontani dalla loro cultura
Il tuo nome, Peppino Da poco planato in Sicilia tra le baracche di un territorio stremato dal terremoto, immerso nella...
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