mercoledì 20 gennaio 2010

violenza razzista e fascista


Sgomberato il Laboratorio Zeta - kom-pa
Uno sgombero violento, una violenza grauita e scientificamente organizzata, in cui le cariche e I pestaggi avvenuti nel pomeriggio sono solo la cornice di una giornata in cui si è tolto alla città uno spazio collettivo vivo e animato da quasi 9 anni ed in cui si è tolta una casa ai rifugiati del Darfur che da quasi 6 anni condividono con lo Zetalab un'esperienza di cogestione orizzontale.
I centri sociali fanno paura. Alle amministrazioni di destra, ma a volte anche di centrosinistra, la persistenza sul territorio di centri dove si vive e si ragiona in modo libero e creativo fanno venire il mal di testa, e per eliminarli si inventano un sacco di panzane, pretesti, accuse ridicole.
Come è avvenuto per Lo Zetalab, è già avvenuto a Milano con il Leoncavallo e in altre città. Basta fare una ricerca su google per trovare decine di casi in tutto il Paese. Eppure quasi sempre si tratta di situazioni in cui oltre ad essere punti di aggregazione giovanile, impegnati in attività sociopolitiche e battaglie per la legalità, per la difesa del territorio e dell'ambiente, sono le sole a mettere in pratica concretamente spazi di vita in comune con gli immigrati, creando occasioni di educazione ed integrazione anche per i bambini.
Così lo era lo Zetalab, che ospitava addirittura rifugiati con richiesta di asilo politico.

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