giovedì 17 novembre 2011

il cielo è sempre più radioso


Mamma mia, ragazzi, quasi non ci posso credere!, come dicono nei film americani, il governo del gran puttaniere è finito ed ora abbiamo il governo dei Professori. Mi sembra un sogno! Mai avevo guardato con tanto interesse ed emozione la cerimonia, ritenuta stucchevole, della presentazione e giuramento dei nuovi ministri. Mai avrei supposto di potermi emozionare alla vista di persone normali, impacciate, ma dalle belle facce serie e pulite, che saranno i nostri nuovi ministri.
Ognuno di loro, sono pronto a scommettere, pur ammettendo abbiano ovviamente difetti e magagne come tutti, saranno sempre meglio del meno peggio del governo uscente. Prima di tutto perché ognuno è esperto e praticante della materia che dovranno trattare. Finalmente! Un principio che dovrebbe essere basilare e scontato in ogni efficace democrazia: chi sa di agricoltura può farne bene il ministro; chi conosce la materia legale e giuridica può essere un buon ministro della giustizia; per discutere d’istruzione meglio un professore che una bigotta laureata esperta solo in gaffe madornali.  Meglio un ministro degli esteri che ha fatto l’ambasciatore al posto di un maestro di sci. Sicuramente preferibile ad un exfascista picchiatore, rimasto rozzo e arrogante, come ministro della difesa anche un ammiraglio in servizio, che forse conosce da vicino le implicazioni delle scelte militari. Basta con i tanti avvocati che diventano ministri per difendere dai guai il boss al quale sono legati mani e piedi, e soprattutto non più ministre ex veline, bionde, procaci con il solo merito di essere gradite al boss del quale si dichiarano in ogni occasione schiave fedeli.
Ma ci pensate, tre sole donne, più simili alla Merkel e alla Camusso, che alla Carfagna, ma in posti importanti, non di secondo piano, in virtù della loro capacità e competenza. C’è da augurarsi, usando il linguaggio del fine maschilista La Russa, che dimostrino di avere le palle, o meglio in gergo femminista che sappiano fare meglio, dei maschi. D’altronde spesso le donne, competenti, si dimostrano più efficienti di noi uomini.
In ogni caso è chiaro che bisognerà vedere concretamente quello che faranno, ma se il buon giorno si vede dal mattino le premesse di serietà e competenza ci sono tutte, e oggi non è poco.
Mi sembra veramente un sogno non vedere più certe facce odiose parlare pomposamente di progetti fumosi o inquietanti, di egregi comportamenti autoreferenziali, di sperticate lodi al capobanda e pietose difese delle sue più irritanti e squalificanti manifestazioni. Non vedremo più perfino l’algido profilo del grottesco Brunetta, che dall’alto della sua grande opinione personale di se medesimo, considera tutti gli altri, compresi coloro che dovrebbe “amministrare” la peggiore Italia.
Pensate che non si parlerà più di leggi ad personam, per bloccare le intercettazioni e l’attività della magistratura, di censurare l’informazione scomoda, ma si comincerà a discutere con la cittadinanza, e con le varie categorie di riferimento, così hanno già dichiarato alcuni ministri, le opportune proposte di legge.
Il Parlamento tornerà ad essere il luogo della discussione preventiva ad ogni approvazione, e non una specie di assemblea di soci chiamata ad assecondare il dictat padronale, forte dei numeri acquisiti tramite corruzione e compravendita da mercato, fino a dover confermare asserzioni da barzelletta, che hanno fatto il giro del mondo. Ha finito anche il suo mandato un individuo come Saverio Romano, inquisito per mafia, compagnone di Cuffaro, e sul cui curriculum di Wikipedia alla voce professione si legge: politico, e il cui merito è stato aver salvato l’ex premier insieme alla masnada dei responsabili, capitanati dal povero Scilipoti.
Veramente c’è una grande aspettativa e fiducia che questi professoroni facciano un buon lavoro nell’interesse precipuo del Paese e non di un clan mafioso o di una cricca di ladri o peggio di un boss che tutto controlla grazie al potere enorme del suo denaro. E mi sembrano del tutto fuori luogo e strumentali le polemiche su eventuali misteriosi complotti della “spectre dei banchieri e finanzieri” di cui Monti sarebbe la quinta colonna. Facezie idiote sostenute da teste lucide come quella di Nosferatu-Sallusti o Elefantino-Ferrara, i servi liberi del Cavaliere Nero, che ancora non si possono rassegnare alla sconfitta del loro Mito- pagatore. Così come tutte le minacce buttate lì dagli ex potentati del caravanserraglio PDL-Lega di “poter staccare la spina” in qualunque momento ne abbiano la voglia, mi sembra siano cariche a salve, in quanto d’ora in poi ogni azione che si dovesse contrapporre al tentativo di salvare la baracca da parte del governo Monti, dovrà fare i conti con l’opinione pubblica sempre più cosciente, fortunatamente, della situazione reale.
Anche la Lega che ha creduto di tirarsi fuori, furbescamente, da una condizione catastrofica a cui ha attivamente contribuito credo faccia i conti sbagliati e anche il ritornare all’origine della parola d’ordine “secessione” cercando rifugio e conforto in un grottesco parlamento padano, senza l’appoggio munifico del buon Silvio, difficilmente le consentirà di mantenere i fasti del periodo d’oro, dell’ipocrita slogan “Roma ladrona”.
E devo anche spendere una parola di biasimo per quei giovani studenti, super-rivoluzionari, che prima ancora di conoscere i piani del nemico si mettono a sparare a casaccio con risultati incongrui e controproducenti.
In ogni caso a me il cielo appare sempre più radioso, si tratta solo di aspettare fiduciosi che spunti anche il sole.

lunedì 14 novembre 2011

il cielo è più radioso


Allora, passata la sbornia di felicità, ora ragioniamo più calmi, E’ chiaro che siamo solo all’inizio della nuova era, che è ancora tutto da decidere e che ancora qualcosa di brutto può accadere.
 Ma intanto bisogna avere molta fiducia e speranza nel Prof. Mario Monti (ora senatore per un magistrale atto del vituperato e sottovalutato Napolitano) in questo varesotto del 43 (incredibile ma è nato come me a Varese a causa della famiglia milanese sfollata per la guerra), che si presenta come persona seria e sobria, e già è molto; poi è acclamato a livello internazionale come tecnico capace e determinato (forse non essendo ariete per un pelo non sarà testardissimo, ma ci sarà molto vicino) e comunque è la sola risorsa pulita di cui disponiamo (per tutti gli altri vale il detto” il più pulito ha la rogna”); quindi auguriamoci che anche se banchiere ex Goldman Sachs sappia tirarci fuori dai guai. Soprattutto la grande speranza è che sappia avviare un processo di moralizzazione e purificazione del panorama socio-culturale italiano, tremendamente impestato dal berlusconismo-pensiero, che ha portato all’ammasso molti cervelli.
Abbiamo bisogno di ritrovare il senso reale delle cose, e non la continua spettacolarizzazione di sparate autoincensorie di un ego smisurato. Abbiamo bisogno che molti italiani ritrovino il senso della misura, il sentimento del rispetto delle regole e della legalità. Certo i mafiosi e gli straricchi continueranno a essere il serbatoio elettorale di una destra clerico-fascista-razzista, ma almeno quella parte del Paese che si è fatta ingenuamente e colpevolmente rincoglionire dal “carisma pestilenziale” del Cavaliere Nero potrà, ci si augura, trovare stimolo e motivo di tornare a ragionare con la propria testa, con raziocinio e non con i parametri dei “reality” e gli incantamenti delle “veline”.
Si dice che ormai è finito un ciclo, che il Paperone che ha imperversato 17 anni, per un tempo record della politica italiana, abbia finalmente chiuso il cerchio, con l’ultimo videomessaggio (sua invenzione mediatica) in cui ribadisce, con la solita incredibile impostura e spregio della verità, la bontà del suo operato, per il bene esclusivo della patria. C’è da augurarselo che ormai sia finito insieme ai cocci del Suo personale partito, ma ribadendo che si tratta di individuo senza scrupoli e dotato di risorse enormi , ora esposto senza protezione all’azione della magistratura (l’acerrimo nemico) c’è sempre da aspettarsi qualche colpo di coda, magari spettacolare.
Forse però la misura è talmente colma, (tanto da far scattare spontaneamente moti di piazza gioiosi e liberatori, come se si trattasse della vittoria del campionato del mondo di calcio), che una larga parte della cittadinanza saprà garantire concretamente un attento controllo dell’iter politico affinchè non si ricada in un nocivo stato di obnubilamento egoistico con la perdita di vista dell’interesse collettivo. Anche a causa della crisi credo che sia ormai insopportabile per i più assistere alla spudorata vergognosa parata di privilegi delle caste, e all’ostentazione senza pudore del benessere ottenuto, spesso, con illegalità e corruzione da una parte infima della popolazione; quel 1% che in tutto il mondo sfrutta e soffoca il 99% che si sta finalmente ribellando.
In conclusione, dopo Pisapia e De Magistris ora arriva anche Mario Monti e il cielo si fa più radioso. Pioggia e alluvioni a parte, che sono un altro capitolo.

giovedì 10 novembre 2011

senza parole



sentite in parlamento cosa dicono e...fanno

una filosofia di vita...molto attuale


godetevi questa intervista, che meglio di cento articoli e mille convegni di saggi illustra magnificamente la nuova cultura di molte donne spregiudicate e moderne, plasmate dal berlusconismo.

La Camera sta con Cosentino No all'utilizzo delle intercettazioni - Corriere della Sera
Camera nega arresto a Cosentino Il deputato: "Ringrazio Parlamento, non Lega" - Repubblica.it

"Chiedere alla Lega. Adesso la Lega lo spiegherà", sono state le parole del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "Dal punto di vista numerico i Radicali sono stati determinanti" quindi "non posso che sottolineare ancora una volta la scorrettezza del loro comportamento", è stata la reazione del presidente dell'Assemblea nazionale del Pd, Rosy Bindi,

 

Lucio Dalla muore d'infarto dopo un concerto in Svizzera - Repubblica.it

Vittima di un attacco cardiaco, è morto il cantautore Lucio Dalla. Si trovava a Montreux, in Svizzera, per una serie di concerti. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni.

Lucio Dalla muore d'infarto dopo un concerto in Svizzera - Repubblica.it

Vittima di un attacco cardiaco, è morto il cantautore Lucio Dalla. Si trovava a Montreux, in Svizzera, per una serie di concerti. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni.

mercoledì 9 novembre 2011

temo la trappola

Facendo seguito a quello che ho scritto ieri, di fronte ai nuovi eventi urge una nuova riflessione.
Io qui mi provo a descrivere un probabile scenario, ahimè tragico, che mi auguro sinceramente possa essere smentito dai fatti.
Allora la maggioranza ormai non è più tale, il Premier non dispone più dei numeri necessari e pare non essere, per ora, in grado di acquistarne quanto basta. Per ora, dico, perché il soggetto è diabolico e dispone di risorse ingenti ed è sempre possibile una qualsiasi azione basata sulla mancanza totale di scrupoli. Infatti ciò che preoccupa è il fatto di essere riuscito ad ottenere da un Napolitano, sempre prudente, di proporre le proprie dimissioni a scadenza stabilita da lui.
Cosa mai vista in alcuna manifestazione di democrazia occidentale.
Prima mossa del Cavaliere Nero, quindi, che risponde all’appunto sul famoso foglietto che ha fatto il giro delle tv: “Presidente della Repubblica, una soluzione”. Con questo tempo aggiuntivo si propone infatti di ritornare alla carica nell’attività che gli è più congeniale di acquisto all’asta delle coscienze di qualche poco Onorevole.E non è detto che non gli riesca di “sedurre” qualche altro Scilipoti.
Seconda mossa è quella di costringere la povera confusa inetta Opposizione ad approvare la Legge di Stabilità che ci chiede l’Europa...bla bla con il superemendamento, così da poter poi dire strombazzando in campagna elettorale che Lui ha salvato il Paese, malgrado tutto.
Ma possibile che gli strateghi dei partiti che dovrebbero rappresentare l’alternativa non capiscano il suo sottile gioco? Pare proprio così, a parte, qualche voce isolata, tipo quella della giornalista Lucia Annunziata che a Ballarò l’ha descritto proprio bene il possibile scenario da teatrino berlusconiano.
Una trappola abilmente confezionata per i suoi nemici che già sono in stato ebbro-confusionale per la crisi del governo. Tra l’altro c’è pure il rischio che se la legge venisse approvata in entrambi i rami del Parlamento, già qualcuno l’ha ventilato, il Premier potrebbe sostenere di avere di nuovo la maggioranza per continuare il suo infausto nongoverno. Ripeto fino alla nausea che siamo in presenza di un uomo senza dignità né morale, con un solo scopo vitale: non lasciare il potere.
In ultima analisi il suo intendimento è di andare subito alle elezioni, anche se i sondaggi lo danno perdente, per poter usufruire ancora della legge elettorale porcata. Di più, mentre tutto questo si dipana, la situazione economica, lo spred e tutto ciò che comporta, anche per tutti noi, continua la sua inesorabile marcia verso la catastrofe.
Io non sono certo esperto da poter stabilire esattamente i contorni della situazione in fatto di regolamenti e diritto costituzionale, ma nel mio intimo molto allarmato anche se in vista di una prossima uscita dal tunnel, posso solo gridare a squarciagola:
Bersani, Casini, Fini sveglia!

martedì 8 novembre 2011

cambiano le parole, uguale la sostanza



alcune riflessioni sulla situazione attuale

Berlusconi perchè è entrato nell’agone politico? Per conseguimento di carriera politica? No
Per interesse altruista nei confronti del Paese? No (lo sostiene solo lui, così come l’indagato sostiene la sua innocenza). Lo si sa che è stato un modo per salvare una situazione catastrofica delle sue aziende indebitate con le banche.
Durante il suo potere politico cosa ha fatto sostanzialmente? Leggi ad personam ed ad aziendam.
Ha risolto i suoi problemi economici, trovando il modo di arricchirsi ancora di più, e soprattutto ha pensato a sfruttare il suo “potere carismatico” per godere al massimo di privilegi e divertimenti d’ogn genere, anche al limite della decenza, fregandosene di ogni concetto di moralità e buon gusto e fidando sull’addormentamento delle coscienze del suo elettorato, imbesuito da una costante campagna di rincoglionimento culturale operato dai mass media da lui controllati. Poi sulla sua strada ha trovato l’ostacolo dell’azione giudiziaria, unica arma per frenare la sua dirompente conquista di ogni ganglo istituzionale non del Paese. A questa persecuzione, come la chiama lui, ha un solo modo di sfuggire: quello di rimanere protetto dal potere politico (i vari Lodi, prescrizioni, legittimo impedimento, processo breve, bavaglio alle intercettazioni e così via), quindi non può-assolutamente- abbandonare questa protezione. A questo punto viene spontanea una domanda: se è ricchissimo e non gliene frega nulla dell’interesse collettivo, dell’opinione negativa che va crescendo nel contesto internazionale, e che ha solo paura di finire in galera, cosa può fare se non rimanere abbarbicato al potere anche se traballante? Certo per fare questo, deve continuamente comprare le coscienze dei suoi ricattatori, che aumentano ogni giorno di più, ma essendo di una ricchezza spropositata la cosa non lo disturba più di tanto. Poi, e qui occorre riflettere a fondo, chi può dire se tutta la faccenda dello spred che va su e giù ad ogni indiscrezione, in questi giorni, di dimissioni probabili poi subito smentite, non serva a lui e ai suoi accoliti per fare speculazioni in borsa?
L’individuo è talmente senza limiti di moralità da essere in grado di volgere a suo vantaggio anche situazioni drammatiche che coinvolgono milioni di persone. Nel caso la situazione diventasse veramente difficile chi gli impedirebbe di scapparsene in qualche paradiso fiscale e giudiziario, dove sicuramente ha già basi sicure?
Certo, almeno come inizio di un processo di controtendenza, basterebbe che l’Opposizione tutta unita riesca a scalzarlo e a permettere un governo di salute pubblica, provvisorio. Poi si vedrà.
Quindi alla fine di queste riflessioni la conclusione è una sola: solo la sua “eliminazione fisica”
(intesa anche come dipartita naturale)  potrebbe mettere la parola fine, in un paragone storico, come qualcuno ha ricordato, con il despota Alcibiade dell’antica Grecia.

sabato 5 novembre 2011

venerdì 21 ottobre 2011

Un appuntamento con la Storia

                                        qui in "masculopatia"


Finalmente ci siamo! Un evento importantissimo che potrebbe segnare una pietra miliare nella storia del teatro a Palermo e dintorni. 
Sabato prossimo 22 alle 21 e domenica 23 alle 18 al teatro Crystal (zona Pallavicino) verrà rappresentata la commedia “meteore” di Anna Mauro, con la partecipazione eccezionale del sottoscritto nel ruolo delicatissimo di un ginecologo fuori di testa.
Trattasi di una commedia esilarante , ma che fa anche riflettere sulla filosofia della vita, con un cast di attori da oscar ( piccolo ovviamente)
Chiunque si trovi nei paraggi di Palermo non    si perda questa ghiotta occasione, che potrebbe 
non ripetersi più, con un importante appuntamento 
con la Storia.
Così da poter dire ai propri nipotini: quel giorno c'ero anch'io.



http://www.annamauro.it/Appuntamento.aspx?pageid=80  
 
                                                                                  

martedì 18 ottobre 2011

la solita vecchia sporca storia

La legge Irreale | Paolo Ojetti | Il Fatto Quotidiano

questa accanto è
un reperto che
diventerà cimelio
visto cosa è
diventato il
Partito Radicale                                                                                                                                               
E’ sempre la solita vecchia sporca storia, ogni volta che un movimento d’opposizione vera, di contestazione dura, diventa importante, troppo visibile, l’imperativo di ogni governo, sia di destra, che in una certa misura anche di sinistra è sempre lo stesso: CRIMINALIZZARLO.

 Solo così, grazie alla repressione più feroce, alle svariate forme di provocazione, black bloc oggi autonomi fuori controllo ieri, il potere ottiene di trasformare imponenti manifestazioni di dissenso che possono catturare l’attenzione anche del popolo più distratto, in momenti di deprecazione attraverso una spudorata strumentalizzazione per fatti gravissimi.

 Non a caso il boia di turno Maroni ha parlato di “poteva scapparci il morto” che voleva essere in realtà “peccato che non c’è scappato il morto”. Lo abbiamo visto ogni volta, fin dagli anni 60, come dopo fatti gravissimi, omicidi restati impuniti, il potere abbia avuto buon gioco per stringere alle corde i “responsabili” di manifestazioni o eventi contestativi, scaricando su di loro montagne di fango e di accuse strumentali, e cercando anche di approfittarne per colpire i propri nemici istituzionali, avversari politici, mas media critici.

 Qualche volta poi l’occasione è diventata propizia per rapide modifiche legislative atte a reprimere su più larga scala, a fornire libertà d’azione alla polizia con il beneplacito dell’opposizione parlamentare. Cosa che sta accadendo oggi dopo la giornata infausta del 15, sull’onda di quell’emotività altre volte criticata (Fukushima energia nucleare) e

addirittura con proposta di un Di Pietro di rispolverare la Legge Reale che tanto servì per colpire ogni forma di dissenso ai tempi delle brigate rosse.

 Purtroppo, l’ho vissuto fin dal 68, questa pratica di criminalizzazione ha sempre successo, in quanto trova la sponda favorevole in quei partiti di sinistra che temendo sempre di essere considerati i cattivi maestri finiscono per inghottirsi tutti i provvedimenti più liberticidi.

 Oggi poi la situazione è ancora più grave e complessa, a mio avviso, di quella di qualche decennio fa, perché il livello di non sopportazione, di schifo per il governo del Cavaliere Nero pompetta, è arrivato ad un punto di calor bianco, per cui anche fra gli indignati d’ogni età e ceto, può scoppiare  inarrestabile la tentazione di una violenza liberatrice e catartica. Infatti tra i manifestanti, assistendo alle lunghe dirette televisive, meglio che essere in piazza, si potevano  osservare varie presenze inquietanti e chi può dire che fossero solo black bloc o poliziotti infiltrati?

 In un movimento così ampio, spontaneo, difficile da organizzare e regolamentare è facile che la smania di dimostrare la propria rabbia incontenibile possa sfociare in momenti senza controllo.

L’importante è mantenere la calma, perseguire con tenacia l’obiettivo di allargare al massimo la platea di chi non sopporta più una situazione che diventa ogni giorno più scellerata e grottesca, con un presidente del consiglio che arriva a parlare, in una delle tante intercettazioni di distruggere il tribunale e il giornale “la Repubblica” che gli danno fastidio con una rivoluzione (sic) perché intanto il Parlamento non conta un “cazzo”. E ancora è lì e nessuno e niente riesce a buttarlo giù.

 Quindi bisogna solo sperare in un movimento tanto ampio, tanto forte che riesca ad aver ragione, contestualmente all’aggravarsi delle condizioni di vita del Paese, anche di quei giochi più o meno scoperti della cosiddetta Casta che pur di non perdere i propri enormi privilegi è pronta a fare carte false. In fondo, ad un individuo che nuota nell’oro e che non ha badato a scrupoli d’alcun genere che può importargliene di un altro essere che sta affogando?
pubblico questa risposta di Rosanna Piscopo che mi piace molto

E' vero, occorre allargare sempre più la platea degli indignati e organizzarsi per resistere , mai come oggi questa parola è imperativa ! ma anche e soprattutto per reagire .
Lo sconquasso che questa coalizione di governo ha determinato, con l'appoggio scellerato di varie parti di questa sedicente sinistra , produrrà effetti purtroppo duraturi nel tempo.
La cosa più grave di questi vent'anni di dominio berlusconiano, mediatico ancorché politico , è l'annullamento del senso della partecipazione collettiva della gente alla determinazione del proprio futuro,in altre parole il " Pompetta " , ma per carità, sorretto da tutta la marmaglia che in ogni epoca sempre si raccoglie attorno ad un lider carismatico, ha fatto strike di quello che una volta, ormai nel secolo scorso , si chiamava coscienza politica e , abbiate pazienza , con C e P maiuscole.
La TV spazzatura ha inesorabilmente diseducato diverse generazioni all'uso della coscienza critica che ci distingue dalle amebe, insomma , è più facile reagire come bufali infuriati , sull'onda dell'emozione ,che non come persone critiche organizzate politicamente.
Una generazione di individui cresciuti come in uno spot pubblicitario, edonisti,nel culto del corpo bello senza difetti e senza peli e veli, con l'unica volontà di aver soldi facili in tasca e degli altri chissenefrega.... 
Il problema che mi pongo , al di là dell'arretramento sul piano dei diritti , dell'economia , del lavoro etc.etc., è come recuperare il terreno perduto sul piano culturale sociale e civile che sta alla base della costruzione di un modello verso cui tendere di società solidale ,rispettosa dei valori umani , dei diritti e delle istituzioni comuni ( la COSTITUZIONE tanto per dirne una ).
Divide et impera è lo strumento prediletto, per niente originale , senz'altro efficace,usato da questa classe politica, che ha reso ciascun individuo solo e fragile di fronte alla contrattazione sul lavoro e il segno di questo è la molteplicità dei contratti ormai quasi ad personam , con lettera di licenziamento firmata ancor prima di iniziare a lavorare.
Ma non è solo questo : il divide et impera fa sentire l'uomo solo e abbandonato a sé stesso di fronte agli eventi , al futuro, al fato !!! insomma un sostanziale senso deprimente di impotenza e di incapacità di ribellarsi.
Non stupisce dunque che dei giovani , e non solo , possano individuare nella violenza l'unica possibilità di riscatto , però attenzione , non confondiamoli con le schegge impazzite dello Stato ( Massoneria , Stragisti , Mafia...)che da sempre hanno condizionato la politica dell'Italia ; non confondiamoli con apparati dello Stato ( Intelligence , Ministero degli Interni...e come non definire anche questi impazziti ma lucidi..) che come gli altri di cui sopra hanno vieppiù condizionato l'Italia; ma anche non giustifichiamo , giovani e non, nei loro comportamenti violenti sebbene riusciamo ad individuarne le motivazioni !
Occorre ricominciare da capo , come ha detto qualcuno , dalle piccole cose , da quelle fondamentali , dall'educazione culturale e perché no , perfino dalle buone maniere, perché in fondo è proprio vero che la forma è sostanza .
 




domenica 16 ottobre 2011

criminalizzare il dissenso

Giornalismo partecipativo
Dopo mesi di dibattito sul perché gli italiani non si indignassero, un gruppo sparuto, ma comunque di parecchie centinaia di persone, e non del tutto alieno a spezzoni del movimento, come alla maggioranza di noi piacerebbe che invece fosse stato, ha cancellato con una violenza insensata la bellezza e la creatività di centinaia di migliaia di pacifici partecipanti alla manifestazione di Roma. Il Viminale ci ha messo del suo per favorire e reprimere solo apparentemente una violenza che aiuta il governo ad uscire per un attimo dall’angolo e delegittima le ragioni di chi critica l’ordine vigente. Ma non tutto è così semplice.

è la solita vecchia sporca storia, quando un movimento fa paura bisogna criminalizzarlo. Con l'aiuto di provocatori più o meno mercenari, la polizia di Maroni ha avuto buon gioco per innescare una giornata di violenza gratuita che ha di fatto annullato l'imponente manifestazione degli indignati.
Basta vedere il video sopra, per chi non ha potuto seguire i fatti nelle dirette televisive, per verificare l'azione precisa delle forze dell'ordine. Non intervengono ai primi fatti di violenza e alle auto bruciate, lasciano fare anche quando sono bersaglio di sassaiole, poi si mischiano ai manifestanti e di fatto portano il centro dei focolai in piazza San Giovanni, che è il vero obiettivo, così da non permettere l'arrivo del corteo.
Alla fine lo scopo è quello di poter gridare il giorno dopo alla violenza dei manifestanti, degli indignati, della sinistra in genere, e tentare ancora una volta di gettare fumo negli occhi degli italiani.
Ma ormai credo e spero che siano sempre di più quelli che li hanno ben aperti.

sabato 8 ottobre 2011

la sua fama: dagli Appenninni alle Ande

cliccare sull'immagine per ingrandire

E il sexy club "Palacio Berlusconi" anima le notti di Rosario - Repubblica.it
Rosario mostra orgoglio per il suo quartiere legato alla prostituzione. E Palazzo Berlusconi sorge nel pieno centro dell'area, frequentato da gente benestante, calciatori e
imprenditori. All'esterno non ci sono insegne, solo una scala dopo il portone, che porta al primo piano. E là, dopo un'entrata sontuosa, inizia "l'omaggio" di Cabrera a Berlusconi, "el monstruo italiano". Un omaggio secondo l'indio bianco, al "gusto" del presidente. Ma quello che per la Camera di Commercio argentina è ufficialmente è un club di alto livello, è in realtà un bordello: giovani prostitute, spettacoli erotici e salottini privati

Questa sì che è una bella pubblicità per il nostro premier, grande estimatore di escort e bordelli, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Queste sono le qualità che ci devono far inorgoglire.Ovunque il nome del Cavalier "pompetta" alias Nero, è sinonimo di esperto intenditor di prostituzione ed affini, e lui non perde occasione per rinforzare la sua fama, correndo anche in Russia, al "capezzolo" di quel Putin grande amicone e crapulone da dacia. Il fatto che sia un despota con nel DNA i cromosomi da KGB, che sia il probabile mandante di efferati omicidi quali quello della giornalista Anna Politoskaia, il cui anniversario cade proprio nel giorno del suo compleanno, non importa, sono quisquilie.
Però una cosa buona potrebbe anche farla, restarsene lì con il suo Putin, e smettere di sacrificarsi per il Paese. Sarebbe l'azione migliore di tutta la sua esistenza.

venerdì 7 ottobre 2011

un cammino ancora lungo e sofferto

Barletta. Le invisibili. – Me-DeA
Matilde, Giovanna, Antonella e Tina: donne, donne intorno ai trent’anni, donne del sud.

I tre requisiti necessari di una precarietà inevitabile, a leggere qualsiasi dato, studio o ricerca, dall’Istat alla Cgil, da Confindustria al Fondo Monetario Internazionale: genere, età, territorio.

Una precarietà che rende invisibili, che può uccidere.

                                                                                                                                                          Api Operaie

  Donne nuove le vedo camminare
anche su queste trazzere del Sud
-ogni tanto un morto ammazzato-     
i loro piedi agili
stanno imparando a scavalcare ogni ostacolo…

Sono donne più mature e consapevoli
e sono già numerose
crescono e si moltiplicano
come api ronzanti di fiore in fiore
succhiando ogni giorno nuova linfa
per la loro determinazione,
spiegando fragili ali
drizzando acute antenne
sopra un mondo di prati maschi
che temono d’essere impollinati…

Un uomo può essere fiore
se insieme agli infiniti altri            
si lascia crescere per formare
grandi prati festosi,
e la donna può essere ape infaticabile
alla continua ricerca dei fiori più belli
più sani ed arrendevoli pronti a cedere gocce
della loro mitica esperienza…

Non più regine mangiauomini
o angeli di uno stucchevole focolare
ma api operaie  lavoratrici con pieni diritti
coscienti e libere da ogni caricatura
capaci di succhiare nettare
e di produrre miele
per questa società imperfetta




mercoledì 5 ottobre 2011

mettiamolo noi il bavaglio a loro!

Articolo 21 - Associazione per la difesa della libera informazione
Impediamo che una legge ingiusta sia approvata. Oggi alle 17 tutti al Pantheon

http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_2/?cTBElbb
 
 
un giorno, la Storia farà giustizia di questi incredibili attacchi antidemocratici degni del più oscuro regime dittatoriale. Un giorno i nostri posteri leggeranno increduli queste pagine nere dell'era berlusconiana. Oggi però noi che le stiamo vivendo e soffrendo dobbiamo unirci convinti e tenaci nella più totale assoluta profonda costante opposizione di cittadinanza attiva, senza boisogno dei partiti, o comumque in appoggio a quelli che ben operano.
La speranza di farcela a buttare nella merda da cui proviene, non quella che fa nascere i fiori, questa gentaglia al potere sta tutta nella capacità di unirsi in un grande fronte compatto rischiando tutto.

martedì 4 ottobre 2011

diventiamo tutti bravi sarti

Ricucire l’Italia, il manifesto | Libertà e Giustizia
Si dice: il Governo ha pur tuttavia la fiducia del Parlamento e questo, intanto, basta ad assicurare la legalità democratica. Ma oggi avvertiamo che c’è una fiducia più profonda che deve essere ripristinata, la fiducia dei cittadini in un Parlamento in cui possano riconoscersi.

  Partendo  da una totale condivisione del manifesto di Zagrebelsky, vorrei porre l’accento su una questione, a mio avviso, fondamentale. La capacità di ribellione, d’indignazione di una parte sana del Paese non è che non ci sia, o sia debole, in realtà è frammentata. Dispersa  in mille comitati civici, in associazioni e gruppi di lavoro sorti spontaneamente per specifici momenti ed obiettivi di lotta, localistici e su temi ambientalisti o di salvaguardia di beni comuni ( acqua pubblica, gestione rifiuti, Tav, ponte sullo stretto e così via). 
  E alla fine ciò che manca è la capacità organizzativa di collegare questo vasto arcipelago composto da cittadini volenterosi e impegnati in battaglie che hanno comunque come denominatore comune il bene del territorio, della salute collettiva e del mantenimento di spazi di legalità in contrapposizione a corruzione, mafie e sfruttamento.

  Se un soggetto politico atipico, non partitico, come  Giustizia e Libertà fosse in grado di creare questa coesione, fondendo e moltiplicando le forze disponibili, scongiurando il rischio sempre presente nella cultura di sinistra delle contrapposizioni ideologiche e delle banali rivalità leaderistiche culminanti spesso in scissioni dolorose, ecco che allora si potrebbe compiere quel salto di qualità, in termini di rapporti di forza nei confronti di un Potere ricco e spregiudicato, che potrebbe portare realmente ad una ricucitura del tessuto di questo Paese sciagurato.