venerdì 29 aprile 2011

il nucleare fa male

il prof Franco Battaglia indica con precisione quanti sono i neuroni del suo cervello

Franco Battaglia ad Annozero: nessun morto a Chernobyl – DireDonna

è incredibile come pur di sostenere una posizione insostenibile, oggi come ha dichiarato lo stesso Cavaliere Nero, questo misconosciuto professore nuclearista ne spari veramente grosse ad anno zero. Cliccare sul titolo per vedere il video.


venerdì 22 aprile 2011

Dov'è il fondo?

I cittadini calpestati - Repubblica.it di  Stefano Rodotà
Ogni giorno ha la sua pena istituzionale. Davvero preoccupante è l'ultima trovata del governo: la fuga dai referendum. Mercoledì si è voluto cancellare quello sul nucleare.

Ora si vuole fare lo stesso con i due quesiti che riguardano la privatizzazione dell'acqua. Le torsioni dell'ordinamento giuridico non finiscono mai, ed hanno sempre la stessa origine. È del tutto evidente la finalità strumentale dell'emendamento approvato dal Senato con il quale si vuole far cadere il referendum sul nucleare.

Ogni giorno si vorrebbe poter dire: questa è l'ultima, più in basso di così non si può andare, ormai abbiamo toccato il fondo, si può cominciare a risalire, invece no, non si sa ancora dove sia il fondo, ancora non si ha idea di quale schifezza e porcheria ci possa propinare la giornata politica, l'azione di questo governo feccia che si mantiene in equilibrio instabile grazie alle anime vendute dei nuovi mercenari, dei "Scilipoti munnizza" per intenderci. E non si vede come reagire a tutto ciò, non ci sono le forze, c'è solo un gran vociare che non si concretizza in azioni forti. Anche di fronte allo scippo dei referendum temo che saremo inermi, al di là dei proclami e della volontà di lotta di qualcuno, manca la forza determinante dell'Opposizione parlamentare, di una forza politica coesa e decisa.
L'arcipelago dei comitati civici, delle associazioni, dei movimenti frastagliati è ancora troppo innocuo, e le manifestazioni per quanto partecipate e dure più che scalfire appena la pelle rugosa della bestia non ottengono.




giovedì 21 aprile 2011

pezzo magnifico di quel comunistaccio di Caselli

noinc : Messaggio: Risposta all'emendamento governativo sul nucleare



cliccare sull'immagine per ingrandire    

La favola del processo breve

di Gian Carlo Caselli, da il Fatto quotidiano, 13 aprile 2011

Noi italiani siamo convinti di essere molto furbi. Più furbi degli altri e orgogliosi di ciò. Non c’è barzelletta che abbia come protagonisti, per dire, un francese, un tedesco e un italiano che non ci veda prevalere alla grande. Ma forse siamo cambiati. Perché ormai ce le beviamo tutte con allegria. Da tempo, infatti, ci prendono in giro e siamo contenti. Ci ingannano e godiamo. Cadere in trappola ci inebria.

Formule come “riforma (epocale) della giustizia” e “processo breve” sono né più né meno che ipocrisie degne della peggior propaganda ingannevole. Se le parole avessero ancora un senso, e non fossero usate come conigli estratti da un cilindro, sarebbe chiaro che di riforma della giustizia si potrebbe parlare soltanto se si facesse qualcosa per accelerare la conclusione dei processi. Ma se non si fa niente in questa direzione, parlare a vanvera di riforma della giustizia equivale a sollevare spesse cortine fumogene intorno al vero obiettivo: che è quello di mettere la magistratura al guinzaglio della maggioranza politica del momento (oggi, domani e dopodomani), buttando nella spazzatura ogni prospettiva di legge uguale per tutti.

Quanto al sedicente “processo breve”, siamo al gioco di prestigio. La riforma, infatti, avrebbe come effetto non un processo breve ma un processo ammazzato a tradimento (con l’aggravante dei futili motivi). Ovviamente schierarsi contro il processo breve è da folli. Sarebbe come rifiutare una medicina efficace contro il cancro. Qui però non si tratta neanche dell’elisir di Dulcamara! Non basta urlare a squarciagola che il processo sarà breve. Occorre fare qualcosa di serio (procedure snellite; più mezzi agli uffici giudiziari) perché si possa arrivare a sentenza in tempi più rapidi. Se non si fa nulla è come proclamare ai quattro venti che la squadra di calcio del Portogruaro vincerà sicuramente la Champions, confidando nella disattenzione o dabbenaggine di chi ascolta.

Ora, come per vincere la Champions ci vuole una squadra attrezzata, così per avere un processo davvero breve ci vogliono interventi che il processo lo facciano finire prima: ma finire con una sentenza nel merito (innocente o colpevole), non con una dichiarazione di morte per non aver rispettato un termine stabilito ex novo, più o meno a capocchia. In verità la riforma ha un sapore di truffa (verbale), perché i tempi non saranno ridotti ma castrati, ed i processi non saranno abbreviati ma morti e sepolti. In parole povere: si fissa un termine che deve essere rispettato a pena di morte senza minimamente preoccuparsi del fatto che l’attuale sfascio del sistema non consentirà di rispettarlo in una infinità di processi. È come pretendere che un palombaro vestito da palombaro percorra i cento metri in pochissimi secondi, sennò muore. Assurdo, esattamente come il sedicente processo “breve”. Una mannaia che impedirà di accertare colpe e responsabilità e concluderà il processo con un’attestazione di decesso (estinzione) tanto burocratica quanto definitiva e tombale. Uno schiaffo alla fatica che le forze dell’ordine compiono per assicurare alla giustizia fior di delinquenti. Uno schiaffo al dolore e alla sofferenza delle vittime dei reati.

Uno schiaffo alla sicurezza dei cittadini. Proprio quella sicurezza su cui sono state costruite solide fortune elettorali. Sicurezza che ora diventa – di colpo – roba di scarto, rivelando con assoluta evidenza come il tema sia considerato un’opportunità da sfruttare biecamente, anche gabbando la povera gente, più che un problema da risolvere. E tutto questo perché? Per fare un favore a LUI, all’altissimo (ed ecco i futili motivi). Non sfugge a nessuno, difatti, che l’obiettivo vero non è tanto ammazzare migliaia di processi, quanto piuttosto sopprimere – nell’ammucchiata – anche quel paio di cosucce che appunto interessano a LUI. Con tripudio di un esercito di scippatori, borseggiatori, topi d’alloggio e ladri assortiti, truffatori, sfruttatori di donne, spacciatori di droga, corruttori, usurai, bancarottieri, estortori, ricattatori, appaltatori disonesti, pedofili, violenti d’ogni risma, operatori economici incuranti delle regole che vietano le frodi in commercio e tutelano la salute dei consumatori, imprenditori che spregiano la sicurezza sui posti di lavoro e via elencando...

Questo catalogo già sterminato di gentiluomini che la faranno franca, che si ritroveranno impuniti come se avessero vinto al totocalcio senza neppure giocare la schedina, si “arricchirà” all’infinito con la cosiddetta “prescrizione breve”: un’altra misura che sa di presa per il naso, l’ennesima leggina “ad personam” (meglio, la fotografia di LUI in persona) che fa a pugni col principio di buona fede legislativa. Sarebbe poco se fosse una di quelle barzellette che il premier usa raccontare in pubblico per il divertimento di chi ama l’ossequio servile. Invece si tratta di una bastonata in testa a una giustizia che già sta affogando. Una catastrofe per l’Italia, perché il feudo di Arcore possa continuare a svettare sulla palude nella quale annaspano i comuni mortali in cerca di giustizia.

(13 aprile 2011)

lunedì 18 aprile 2011

questa è divertente e acuta


In una scuola americana, la maestra presenta alla classe un nuovo compagno arrivato negli USA da pochi giorni: Sakiro Suzuki, figlio di un alto dirigente della Sony. Inizia la lezione e la maestra interpella la classe.
 -Adesso facciamo una prova di cultura. Vediamo se conoscete bene la storia americana. Sapete dirmi chi pronunciò la frase: "Datemi la libertà o datemi la morte"?-
 La classe tace. Poi è Suzuki ad alzare timidamente la mano.
 -Davvero lo sai, Suzuki? Allora su, dillo tu ai tuoi compagni.-
 -Fu Patrick Henry nel 1775 a Philadelphia.-
 
-Molto bene, bravo Suzuki!- La maestra sorride ammirata.
 -E chi disse: "Il governo è il popolo, il popolo non deve scomparire nel nulla"?-
 Di nuovo silenzio e Suzuki che alza la mano.
 -Suzuki?- -Abraham Lincoln nel 1863 a Washington.-
 La maestra stupita si rivolge agli altri: -Ragazzi, vi rendete conto? Suzuki è giapponese, è appena arrivato nel nostro paese e conosce la nostra storia meglio di voi che ci siete nati. Dovreste vergognarvi!-
 Allora si sente emergere una voce bassa bassa, ma non abbastanza da non farsi capire:
-Vaffanculo a 'sti bastardi giapponesi!-
 La maestra allora si alza indispettita. -Chi l'ha detto?!-
 Suzuki alza la mano e, senza attendere alcun cenno da parte dell'insegnante, risponde:
-Il generale Mac Arthur nel 1942 presso il Canale di Panama e Lee Iacocca nel 1982 durante la riunione del Consiglio di Amministrazione della General Motors a Detroit.-
 La classe ammutolisce, ma subito dopo si sente un'altra voce dal fondo dire:
-Mi viene da vomitare...-
 -Voglio sapere chi è stato a dire questo!- urla allora la maestra.
 Ancora Suzuki risponde al volo: -George Bush Senior rivolgendosi al Primo ministro Giapponese Tanaka durante il pranzo in suo onore nella residenza imperiale a Tokyo nel 1991-
 Allora si sente un altro esclamare scazzato: -Succhiamelo!-
 -Adesso basta!- urla inviperita la maestra. -Chi è stato?-
 Suzuki risponde imperterrito: -Bill Clinton a Monica Lewinsky nel 1997, a Washington, nello studio ovale della Casa Bianca-
 Stavolta uno studente si alza in piedi e urla: -Suzuki del cazzo!-
Al che Suzuky risponde prontamente: -Valentino Rossi rivolgendosi a Ryo al termine del Gran Premio del Giappone nell'aprile 2002-
 La classe esplode in urla d’isteria, la maestra sviene.
 A quel punto si spalanca la porta ed entra il preside: -Cazzo, non ho mai visto un bordello simile!-
 e Suzuki: -Silvio Berlusconi, febbraio 2010, nella sua villa ad Arcore-

Da condividere e fare propria


presidenza.repubblica@quirinale.it
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
Signor Presidente,
mi permetto rinviarLe, facendola mia, la Lettera Aperta inviataLe dai "ragazzi di Barbiana".
Sono uno dei tanti Cittadini di quell'unità nazionale che Lei rappresenta.
Il degrado morale e politico che sta investendo l'Italia ci riporta indietro nel tempo, al giorno in cui un amico, salito a Barbiana, ci portò il comunicato dei cappellani militari che denigrava gli obiettori di coscienza. Trovandolo falso e offensivo, don Milani, priore e maestro, decise di rispondere per insegnarci come si reagisce di fronte al sopruso. Più tardi, nella Lettera ai giudici, giunse a dire che il diritto - dovere alla partecipazione deve sapersi spingere fino alla disobbedienza: “In quanto alla loro vita di giovani sovrani domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
Questo invito riecheggia nelle nostre orecchie, perché stiamo assistendo ad un uso costante della legge per difendere l'interesse di pochi, addirittura di uno solo, contro l'interesse di tutti. Ci riferiamo all’attuale Presidente del Consiglio che in nome dei propri guai giudiziari punta a demolire la magistratura e non si fa scrupolo di buttare alle ortiche migliaia di processi pur di evitare i suoi.
In una democrazia sana, l'interesse di una sola persona, per quanto investita di responsabilità pubblica, non potrebbe mai prevalere sull'interesse collettivo e tutte le sue velleità si infrangerebbero contro il muro di rettitudine contrapposto dalle istituzioni dello stato che non cederebbero a compromesso. Ma l'Italia non è più un paese integro: il Presidente del Consiglio controlla la stragrande maggioranza dei mezzi radiofonici e televisivi, sia pubblici che privati, e li usa come portavoce personale contro la magistratura. Ma soprattutto con varie riforme ha trasformato il Parlamento in un fortino occupato da cortigiani pronti a fare di tutto per salvaguardare la sua impunità.
Quando l'istituzione principe della rappresentanza popolare si trasforma in ufficio a difesa del Presidente del Consiglio siamo già molto avanti nel processo di decomposizione della democrazia e tutti abbiamo l'obbligo di fare qualcosa per arrestarne l'avanzata.
Come cittadini che possono esercitare solo il potere del voto, sentiamo di non poter fare molto di più che gridare il nostro sdegno ogni volta che assistiamo a uno strappo. Per questo ci rivolgiamo a Lei, che è il custode supremo della Costituzione e della dignità del nostro paese, per chiederLe di dire in un suo messaggio, come la Costituzione le consente, chiare parole di condanna per lo stato di fatto che si è venuto a creare.
Ma soprattutto Le chiediamo di fare trionfare la sostanza sopra la forma, facendo obiezione di coscienza ogni volta che è chiamato a promulgare leggi che insultano nei fatti lo spirito della Costituzione. Lungo la storia altri re e altri presidenti si sono trovati di fronte alla difficile scelta: privilegiare gli obblighi di procedura formale oppure difendere valori sostanziali. E quando hanno scelto la prima via si sono resi complici di dittature, guerre, ingiustizie, repressioni, discriminazioni.
Il rischio che oggi corriamo è lo strangolamento della democrazia, con gli strumenti stessi della democrazia. Un lento declino verso l'autoritarismo che al colmo dell'insulto si definisce democratico: questa è l'eredità che rischiamo di lasciare ai nostri figli. Solo lo spirito milaniano potrà salvarci, chiedendo ad ognuno di assumersi le proprie responsabilità anche a costo di infrangere una regola quando il suo rispetto formale porta a offendere nella sostanza i diritti di tutti.
Signor Presidente, lasci che lo spirito di don Milani interpelli anche Lei.
Nel ringraziarla per avermi voluto ascoltare, Le porgo i più cordiali saluti assieme a tanti auguri per una serena Pasqua.
Luigi SOLARINO via O.M. Corbino, 56; 96011 Augusta ; e-mail lsolarino@unict.it

domenica 17 aprile 2011

un film capolavoro

http://youtu.be/Mr8O687r-60 
cliccare sul link per il trailer

ieri per il mio compleanno mi sono regalato un film appena uscito, che malgrado il tema, non mi ha spaventato. Anche perchè trattasi di Moretti, quindi una garanzia. E non sono, anzi non siamo stati delusi. Come è possibile che un film così possa piacere anche a due atei incalliti. Bisogna solo andarlo a vedere. Bravo Nanni.

sabato 16 aprile 2011

nel nome di Peppino

cari ragazzi, compagni o amici, comunque ci si voglia chiamare, oggi nel giorno del mio 68° compleanno, quindi dall’alto della mia saggezza da vecchietto, vi scrivo queste righe accorate , ma foriere di speranza. Sono giunte alle mie stanche orecchie notizie terrificanti, orripilanti e drammatiche, ancora peggiori per la mia sensibilità delle ultime nefandezze di Berlusconi.
Si dice che nel nome di Peppino, ci sia in atto una scissione tra gruppi, associazioni, individui  che ne conservano il nome e il patrimonio di memoria. Cioè per celebrarne il ricordo e l’esempio, si arriverebbe all’assurdo di creare due fronti diversi e divisi. Non so da cosa e perché. Comunque nulla e niente potrebbe giustificare una simile corbelleria. D’accordo che la sinistra in genere gode di questa particolare capacità: dividersi sempre e comunque, sempre di più, sempre in pezzetti più piccoli e innocui, dimostrando di non aver appreso nulla dalla storia e dall’esperienza, e facendo così eterni regali agli avversari. Spesso queste scissioni nascono nel nome della purezza ideologica e alla dura intransigenza nell’applicarla, nella critica esasperata di altre posizioni che può anche nascondere sentimenti inconfessabili di rivalità e invidie varie, che si accompagnano a velleità di primeggiare che finiscono per far perdere chiarezza ai contorni della realtà.
Mi permetto di dire queste cose perché la mia vita è stata tutta o quasi, cominciando dagli anni 60, all’insegna della lotta e del no ai compromessi di qualunque natura, ma spesso seguendo e applicando la grande lezione del Fronte Unito, o Comune, o del banalissimo : l’unione fa la forza, ho cercato di uniformarmi a questo principio, quando la condizione dello stato delle cose lo richiedeva. Qualche volta bisogna ammorbidirsi per ottenere un risultato importante che con la sola
adamantina purezza ideologica non si otterrebbe. Ovviamente senza dover per questa tattica delle alleanze perdere di vista l’obiettivo finale o rinnegare la propria natura. Ma in questo caso non credo che si sia in presenza di situazioni alla Scilipoti, per intenderci, e al caso grave che una parte abbia tradito ignominiosamente. Allora mi chiedo e lo chiedo a Giovanni, che nel nome del fratello dovrebbe avere la massima cura a non farsi sfuggire la situazione di mano, lo chiedo a Umberto che con l’importante lavoro del Centro ha contribuito ad elevare il nome di Peppino a livello internazionale, e poi lo chiedo a Salvo e a tutti i compagni di Radio Aut se non sia il caso di applicare quella regola che dicevo prima del Fronte Unito per evitare di fare danno, di creare una situazione enorme di confusione e smarrimento in tutti coloro che da ogni parte del Paese sono venuti a Cinisi con passione e coraggio, facendolo diventare un punto centrale di riferimento della lotta alla mafia e all’illegalità diffusa.
Vi chiedo se vi rendete conto che una divisione fra chi il 9 maggio parlerà e si attiverà nel nome di Peppino farà solo ridere i suoi nemici, quelli che lo hanno massacrato, e che sono ancora i nostri temibilissimi nemici, e farà piangere Peppino e Felicia, e piangerò anch’io perché non saprò dove e con chi andare, e non riuscirò più a scrivere poesie per loro.
Vi prego riflettete.  Si è sempre in tempo a correggere il tema prima di consegnarlo. Ammettere di aver sbagliato è la più grande manifestazione di coraggio e di saggezza.

venerdì 15 aprile 2011

martiri per una umanità indegna

guerrilla radio > Vittorio Arrigoni: fionde contro bombe al fosforo bianco
"Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati."


Così parlava Vittorio

cliccando sul titolo intervista a Vittorio

PeaceReporter - Vittorio, l'eroe buono
Forte, coraggioso, generoso. Come nelle favole che si raccontano ai bambini


Con Vik nel cuore, con la Palestina nel cuore

bellissima lettera che faccio mia

15-04-11StateAllaLarga
In queste settimane le autorità israeliane hanno avviato una campagna di intimidazione contro gli attivisti e le campagne internazionali di solidarietà con la Palestina, in particolare contro la Freedom Flotilla che partirà a maggio diretta a Gaza e la campagna di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni verso Israele. Le autorità israeliane hanno chiesto ai governi dei paesi da cui partiranno le navi o in cui sono attive le campagne di boicottaggio di intervenire contro gli attivisti. Il premier italiano Berlusconi ha già raccolto la richiesta del governo di Israele. I servizi di sicurezza israeliani si sono attivati per utilizzare ogni mezzo necessario per tenere gli attivisti internazionali alla larga da Gaza e dalla Palestina.


mercoledì 13 aprile 2011

Processo breve, giornata decisiva Passa l'articolo salva premier - Repubblica.it
Se voi non capite che in Italia c'è una guerra con la magistratura significa che non avete capito nulla di questo Paese... Silvio Berlusconi, incontrando ieri sera alcuni corrispondenti stranieri, è tornato ad attaccare i giudici: hanno in mano il Paese, la mia missione è quella di liberare l'Italia dai giudici, ha ripetuto più volte il Cavaliere. Il presidente del Consiglio ha usato di nuovo, riferiscono le stesse fonti, le parole cancro e metastasi per descrivere il potere di alcuni Pm.
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un metodo brillante


cosa si fa per Lui

Processo breve, via alla battaglia sul ddl Grasso: "Vogliono far morire i procedimenti" - Repubblica.it
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Alfano che, giura, non incideranno più di tanto sui procedimenti come quello per il disastro di Viareggio o per il crack Parmalat. Concludendo: ""I processi penali a rischio per effetto del processo breve sono lo 0,2 per cento".


Siamo un paese da barzelletta, ma divorato dall’odio.


Profughi, la Ue boccia l'Italia Maroni: "Ha senso restare in Europa?" - Repubblica.it
Maroni: "Meglio soli che male accompagnati". Al termine della riunione, il ministro dell'Interno italiano Roberto Maroni non ha nascosto la sua irritazione. Dopo aver definito "deludente" l'incontro, ha attaccato con toni durissimi l'Unione: "E' passata la linea secondo cui l'Italia
deve fare da sola. Mi chiedo se ha senso rimanere nell'Unione europea. Meglio soli che male accompagnati".




Ed ora, come se non bastasse, ci mettiamo in urto anche con l’Europa, che già di suo non pare ci stimi molto. Certo sbagliano Francia, Germania & C a comportarsi con il massimo dell’egoismo e a trattarci a pesci in faccia, ma forse la nostra illuminata politica estera sta raccogliendo ciò che ha seminato.
   Il problema delle onde d’emigrazione che nascono dal vasto movimento per l’emancipazione dei popoli in lotta, potenzialmente in g   Ed rado di crescere a dismisura, crea senza dubbio grandi e drammatiche difficoltà, ma non è certo con la politica a singhiozzo del nostro governo egemonizzato dalla Lega, che prima fa montare il problema pur lanciando terrorizzanti allarmi, poi poco o niente fa per organizzare modalità e strutture adeguate ad assorbire un numero ancora non esorbitante di migranti
   La verità è che alla base di tutto c’è la concezione razzista e xenofoba del cosiddetto “clandestino” che serve a toccare ed amplificare il nervo scoperto di gran parte del popolo italiano che, dimentico del suo passato di migrante straccione, ora teme grazie ad un nuovo  egoismo rinforzato dalla situazione di crisi di perdere i propri spazi di lavoro e di agibilità. Inoltre, siamo di nuovo in campagna elettorale e i temi stantii della sicurezza e della purezza della razza agitati dai leghisti vengono rinfocolati.
   Oltre a questa situazione contingente c’è poi sullo sfondo, ma costante, la questione di Berlusconi che incombe su ogni attività della politica. Analizzando ciò che accade oggi nel sentimento popolare rispetto alla questione dello schierarsi non si può non osservare come in ogni manifestazione che riguardi il Cavaliere Nero si crei una barriera di contrapposizione cruenta ai limiti di un sentimento d’0dio.
   Mai, neppure ai tempi del confronto aspro tra DC e PCI, si erano toccati livelli di così duro e volgare scontro tra le opposte fazioni. E’ diventato uno spettacolo puntuale, sia nelle piazze, che nei talk show televisivi, ed è inevitabile provare anche da spettatori un acuto moto di disapprovazione, appunto  confinante con l’odio, di fronte a certe dichiarazioni false e ipocrite dei sostenitori del Premier. La faccenda tragicomica di Ruby, nipote di Mubarak, ma pagata per evitare che si prostituisse, come dichiarato dallo stesso Berlusconi, (che notoriamente è un tipo molto generoso, pronto a dare senza nulla chiedere in cambio), è la più sconcertante.
“Se già sapeva che si prostituiva perché mai non ha chiamato Mubarak per informarlo e consigliarlo di recuperare quella nipotina troppo disinvolta?” Questo è il pensiero di uno che fino a poco prima credeva alla storiella della nipote, una persona semplice che generalmente non si sforza di approfondire troppo, ma che questa volta ha beneficiato di una improvvisa illuminazione.
E il popolo italiano? Continua a sorbirsi tutte le barzellette del capo del governo
 Questo è il grande dilemma dell’Italia contemporanea. Eppure ogni giorno aumentano i precari e i disoccupati, i cittadini ingannati, frodati e derubati da malfattori in doppiopetto, le popolazioni ridotte allo stremo e alla disperazione da disgrazie d’ogni tipo, da calamità che si potrebbero prevenire e contenere, da attentati al territorio e al bene pubblico. Bisogna ricorrere sempre ai referendum per scongiurare il rischio del nucleare e della privatizzazione dell’acqua. Basta seguire i programmi televisivi seri, d’informazione, come Report, o leggere le inchieste dell’Espresso per conoscere particolari agghiaccianti dell’ordinamento sociale: istruzione, sanità, carceri e giustizia.

Si possono apprendere notizie, generalmente celate, su scandali e corruzioni varie, e sulla ignavia complice degli amministratori pubblici, sulla volontà criminosa di non voler risolvere in maniera corretta la questione dei rifiuti e di ostacolare lo sviluppo delle energie rinnovabili.  

Settori interi della cultura, dello spettacolo, del volontariato subiscono colpi tremendi dalla politica dei tagli tremontiani, col rischio di venire annientati, mentre non vengono tagliate le spese ingenti per le scorte e le auto blu, per tutti i privilegi della Casta, per le missioni militari.

   Eppure nei sondaggi preelettorali, per quanto possano essere precisi, il gradimento alla destra di governo non diminuisce in modo significativo, e malgrado il fuoco incrociato di magistratura e opposizione e il rimbalzo di discredito a livello internazionale il Cavaliere Nero imperterrito fa comizi improvvisati dal predellino e utilizza a suo favore la partecipazione ai processi per i suoi show davanti al tribunale, con folle osannanti di comparse e figuranti prezzolati; lancia accuse che una volta ai tempi di Moro e La Malfa avrebbero scatenato dibattiti parlamentari e richieste di sfiducia con probabili dimissioni, e racconta barzellette sempre più oscene.
   Certo il governo si rinsalda sempre di più grazie alla campagna d’acquisti più squallida che si sia mai vista, con la ignobile tracotanza di mercenari che si fanno chiamare responsabili e così quasi sicuramente le varie leggi ad personam per salvare il boss passeranno malgrado  l’ostruzionismo dell’opposizione, che rischia di concludersi nel solito balbettio sterile  con qualche gridolino per uso elettorale.
   Ecco, allora, perché ogni volta che ci si confronta fra destra e sinistra, o meglio tra pro e anti Berlusconi, i toni diventano accesi e irriducibili, al limite dell’odio. Addirittura abbiamo assistito ad un prete che durante il programma Exit de la 7 ha rivelato di pregare Dio che lo tolga di mezzo con un ictus, visto che non è possibile liberarcene in alcun modo. Questo è ciò che ci ha regalato l’era berlusconiana, che appare ancora tutt’altro che conclusa.






venerdì 8 aprile 2011

dopo la villa due palle quante ancora ne racconterà?


Voglio azzardare una previsione: domani il Cavaliere Nero si ripresenterà al popolo di Lampedusa dichiarando che quello che lui aveva promesso è stato mantenuto, cioè lo sgombero dei migranti, glisserà sulle altre fantomatiche roboanti promesse e racconterà la barzelletta di prammatica. Probabilmente sarà salutato dagli applausi di chi troppo facilmente dimentica e si lascia irretire dalle belle storielle e dai reality.
Allora uno si chiede: può essere che è stato tutto approntato come uno sceneggiato televisivo, giocando sulla pelle di tanta gente? Cioè prima si fa crescere il problema come una gigantesca bolla, poi giunti al punto di possibile esplosione ecco interviene il Monarca e con il suo potere benefico tutto risolve.
Così il popolo umile e beota ringrazia, dimentica le scudisciate ed è pronto di nuovo a dare il suo voto, scialbo strumento avvizzito di una rappresentazione patetica di democrazia.

Per una corretta politica ambientale

Lettera Aperta alla Prestigiacomo sulla “Tutela Penale dell’Ambiente”.

On. Ministra, entro il prossimo 10 aprile dovrà essere emanato il decreto legislativo sulla tutela penale dell’ambiente che recepisce la Legge Comunitaria 2009, possiamo sperare che detto decreto venga effettivamente deciso e che non si ricorra ad un suo rinvio in previsione di una imperdonabile decadenza? Le nostre Associazioni ritengono di vitale importanza che questa occasione di vera democrazia, non venga sprecata. Quello che è in gioco è il miglioramento della qualità ambientale di un territorio che da oltre cinquanta anni è stato massacrato da uno sviluppo senza alcun controllo e che può realizzarsi, a nostro avviso, ricorrendo ad interventi sanzionatori anche di carattere penale, e non attuando provvedimenti premianti come gli accordi transattivi da Lei proposti. “Accordi transattivi” con le industrie, fra cui quelle siciliane di Priolo e Gela, per cancellare in un sol colpo tutti i gravi disastri ambientali da esse causati. Tratterebbesi di un colossale condono tombale/ambientale a favore di quanti hanno consapevolmente ignorato di fatto la violazione di numerosissimi diritti tra cui quello alla salute, alla vita, ad un ambiente sano e ad uno standard di vita accettabile. Tali accordi infatti equivarrebbero ad un saldo del tipo di fine stagione: Inquini 10 paghi 1. “Finalmente in Italia il contrasto al crimine ambientale non si farà più con armi spuntate”, come ha dichiarato il senatore Francesco Ferrante, che si interessa delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto al workshop “I delitti contro l’ambiente e la salute” organizzato dall’Isde Italia (International Society of Doctors for the Environment, Associazione Medici per l’Ambiente). “In Italia – aggiunge Ferrante - i responsabili dei reati ambientali sono soggetti solo a sanzioni pecuniarie. Nel nostro paese i reati contro l’ambiente sono sostanzialmente crimini senza castigo, sebbene il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, è pari a circa uno ogni 43 minuti. Non emanare il decreto legislativo entro il 10 aprile vorrebbe dire fare un regalo enorme all’ecomafia e agli inquinatori senza scrupoli, un vero e proprio colpo di spugna che annullerebbe i principali processi per crimini ambientali in Italia”. La nostra preoccupazione sull’eventuale non emanazione del suddetto decreto scaturisce dalla conoscenza dei gravi danni all’ambiente ed alla salute certificati dai numerosi studi epidemiologici che ne attestano il rapporto di causa-effetto, oltreché dei rischi cui sono esposti lavoratori e cittadini residenti nell’area industriale.
Signora Ministra, ci siamo permessi di esternarLe i nostri dubbi sull’emanazione del decreto, considerati i Suoi ultimi e decisivi orientamenti, non condivisi dai cittadini del siracusano, in tema di protezione della salute (CDR, da impiegare quale co-combustibile nei cementifici, operazione che produce molto più inquinamento rispetto agli inceneritori) e di prevenzione dei rischi (costruzione di rigassificatore, ignorando le giuste prescrizioni dell’Assessorato regionale all’Energia ed il parere negativo dell’Assessorato regionale all’Ambiente per la coesistenza nel sito prescelto del triplice rischio: sismico, bellico ed industriale.
Augusta 06 aprile 2011
Decontaminazione Sicilia, AugustAmbiente e Costituente Ecologista Siracusa

lunedì 4 aprile 2011

siamo un Paese da barzelletta

La barzelletta di Berlusconi (video) | Politica | Il Post

cliccare sul titolo per assaporare il Presdelcons nella più terrificante esibizione del suo ricco repertorio

Ogni giorno di più la verità è più amara: siamo un Paese da barzelletta. E non solo perchè al vertice del governo c'è un individuo, grottesco seppur nella sua immensa forza di criminalità e di corruzione, che riempie le cronache delle sue imprese più riprovevoli e di barzellette banali e volgari. (Probabilmente un Signore della barzelletta come Gino Bramieri si rivolta nella tomba a sentire come anche il racconto per far ridere diventi una manifestazione di scurrile ideologia fasciomaschilista) Ma è sopratutto perchè trova sempre un incredibile pubblico disposto ad ossequiarlo, anche quando è fatto da sindaci e da servitori dello Stato (sic!)
Purtroppo la realtà della povera Italia del 150tenario è quella di un Padrone assoluto che dispone di un potere immenso di corruzione che riesce a fare sempre il bello e il cattivo tempo, trovando anche nelle situazioni più difficili il coraggio, da perfetto menefreghista, di sbeffeggiare anche il suo stesso popolo beota, quello dei suoi elettori stupidi o complici, che ne costituiscono la sua stessa ragione d'esistenza.
Comprando all'ingrosso deputati e coscienze varie può ancora rimanere in piedi, anche se immerso in un panorama fetido che spande il suo miasma in tutto il globo, e continuare a complottare, lui sì, con la sua ciurma di servi immorali per mantenere integri i privilegi dei più ricchi e dei criminali più assortiti, con particolare attenzione agli esponenti delle diverse mafie. Infatti le leggi e le "trovate" dei suoi giuristi che hanno lo scopo di salvargli il culo, di fatto comportano un aiuto concreto alla criminalità in genere creando ostacoli e difficoltà all'attività della magistratura.
I giudici che lo perseguono da sempre, semplicemente perchè, lui che è PIU' in tutto, evidentemente lo è anche come IMPUTATO, di mille reati, sono di fatto gli avversari più pericolosi e irriducibili, dei comunisti antelitteram, che sono rimasti-ahimè ma anche per fortuna- l'ultimo baluardo che può difendere la parte buona del Paese dalla incipiente valanga di illegalità e rovina che incombe minacciosa.