venerdì 21 ottobre 2011

Un appuntamento con la Storia

                                        qui in "masculopatia"


Finalmente ci siamo! Un evento importantissimo che potrebbe segnare una pietra miliare nella storia del teatro a Palermo e dintorni. 
Sabato prossimo 22 alle 21 e domenica 23 alle 18 al teatro Crystal (zona Pallavicino) verrà rappresentata la commedia “meteore” di Anna Mauro, con la partecipazione eccezionale del sottoscritto nel ruolo delicatissimo di un ginecologo fuori di testa.
Trattasi di una commedia esilarante , ma che fa anche riflettere sulla filosofia della vita, con un cast di attori da oscar ( piccolo ovviamente)
Chiunque si trovi nei paraggi di Palermo non    si perda questa ghiotta occasione, che potrebbe 
non ripetersi più, con un importante appuntamento 
con la Storia.
Così da poter dire ai propri nipotini: quel giorno c'ero anch'io.



http://www.annamauro.it/Appuntamento.aspx?pageid=80  
 
                                                                                  

martedì 18 ottobre 2011

la solita vecchia sporca storia

La legge Irreale | Paolo Ojetti | Il Fatto Quotidiano

questa accanto è
un reperto che
diventerà cimelio
visto cosa è
diventato il
Partito Radicale                                                                                                                                               
E’ sempre la solita vecchia sporca storia, ogni volta che un movimento d’opposizione vera, di contestazione dura, diventa importante, troppo visibile, l’imperativo di ogni governo, sia di destra, che in una certa misura anche di sinistra è sempre lo stesso: CRIMINALIZZARLO.

 Solo così, grazie alla repressione più feroce, alle svariate forme di provocazione, black bloc oggi autonomi fuori controllo ieri, il potere ottiene di trasformare imponenti manifestazioni di dissenso che possono catturare l’attenzione anche del popolo più distratto, in momenti di deprecazione attraverso una spudorata strumentalizzazione per fatti gravissimi.

 Non a caso il boia di turno Maroni ha parlato di “poteva scapparci il morto” che voleva essere in realtà “peccato che non c’è scappato il morto”. Lo abbiamo visto ogni volta, fin dagli anni 60, come dopo fatti gravissimi, omicidi restati impuniti, il potere abbia avuto buon gioco per stringere alle corde i “responsabili” di manifestazioni o eventi contestativi, scaricando su di loro montagne di fango e di accuse strumentali, e cercando anche di approfittarne per colpire i propri nemici istituzionali, avversari politici, mas media critici.

 Qualche volta poi l’occasione è diventata propizia per rapide modifiche legislative atte a reprimere su più larga scala, a fornire libertà d’azione alla polizia con il beneplacito dell’opposizione parlamentare. Cosa che sta accadendo oggi dopo la giornata infausta del 15, sull’onda di quell’emotività altre volte criticata (Fukushima energia nucleare) e

addirittura con proposta di un Di Pietro di rispolverare la Legge Reale che tanto servì per colpire ogni forma di dissenso ai tempi delle brigate rosse.

 Purtroppo, l’ho vissuto fin dal 68, questa pratica di criminalizzazione ha sempre successo, in quanto trova la sponda favorevole in quei partiti di sinistra che temendo sempre di essere considerati i cattivi maestri finiscono per inghottirsi tutti i provvedimenti più liberticidi.

 Oggi poi la situazione è ancora più grave e complessa, a mio avviso, di quella di qualche decennio fa, perché il livello di non sopportazione, di schifo per il governo del Cavaliere Nero pompetta, è arrivato ad un punto di calor bianco, per cui anche fra gli indignati d’ogni età e ceto, può scoppiare  inarrestabile la tentazione di una violenza liberatrice e catartica. Infatti tra i manifestanti, assistendo alle lunghe dirette televisive, meglio che essere in piazza, si potevano  osservare varie presenze inquietanti e chi può dire che fossero solo black bloc o poliziotti infiltrati?

 In un movimento così ampio, spontaneo, difficile da organizzare e regolamentare è facile che la smania di dimostrare la propria rabbia incontenibile possa sfociare in momenti senza controllo.

L’importante è mantenere la calma, perseguire con tenacia l’obiettivo di allargare al massimo la platea di chi non sopporta più una situazione che diventa ogni giorno più scellerata e grottesca, con un presidente del consiglio che arriva a parlare, in una delle tante intercettazioni di distruggere il tribunale e il giornale “la Repubblica” che gli danno fastidio con una rivoluzione (sic) perché intanto il Parlamento non conta un “cazzo”. E ancora è lì e nessuno e niente riesce a buttarlo giù.

 Quindi bisogna solo sperare in un movimento tanto ampio, tanto forte che riesca ad aver ragione, contestualmente all’aggravarsi delle condizioni di vita del Paese, anche di quei giochi più o meno scoperti della cosiddetta Casta che pur di non perdere i propri enormi privilegi è pronta a fare carte false. In fondo, ad un individuo che nuota nell’oro e che non ha badato a scrupoli d’alcun genere che può importargliene di un altro essere che sta affogando?
pubblico questa risposta di Rosanna Piscopo che mi piace molto

E' vero, occorre allargare sempre più la platea degli indignati e organizzarsi per resistere , mai come oggi questa parola è imperativa ! ma anche e soprattutto per reagire .
Lo sconquasso che questa coalizione di governo ha determinato, con l'appoggio scellerato di varie parti di questa sedicente sinistra , produrrà effetti purtroppo duraturi nel tempo.
La cosa più grave di questi vent'anni di dominio berlusconiano, mediatico ancorché politico , è l'annullamento del senso della partecipazione collettiva della gente alla determinazione del proprio futuro,in altre parole il " Pompetta " , ma per carità, sorretto da tutta la marmaglia che in ogni epoca sempre si raccoglie attorno ad un lider carismatico, ha fatto strike di quello che una volta, ormai nel secolo scorso , si chiamava coscienza politica e , abbiate pazienza , con C e P maiuscole.
La TV spazzatura ha inesorabilmente diseducato diverse generazioni all'uso della coscienza critica che ci distingue dalle amebe, insomma , è più facile reagire come bufali infuriati , sull'onda dell'emozione ,che non come persone critiche organizzate politicamente.
Una generazione di individui cresciuti come in uno spot pubblicitario, edonisti,nel culto del corpo bello senza difetti e senza peli e veli, con l'unica volontà di aver soldi facili in tasca e degli altri chissenefrega.... 
Il problema che mi pongo , al di là dell'arretramento sul piano dei diritti , dell'economia , del lavoro etc.etc., è come recuperare il terreno perduto sul piano culturale sociale e civile che sta alla base della costruzione di un modello verso cui tendere di società solidale ,rispettosa dei valori umani , dei diritti e delle istituzioni comuni ( la COSTITUZIONE tanto per dirne una ).
Divide et impera è lo strumento prediletto, per niente originale , senz'altro efficace,usato da questa classe politica, che ha reso ciascun individuo solo e fragile di fronte alla contrattazione sul lavoro e il segno di questo è la molteplicità dei contratti ormai quasi ad personam , con lettera di licenziamento firmata ancor prima di iniziare a lavorare.
Ma non è solo questo : il divide et impera fa sentire l'uomo solo e abbandonato a sé stesso di fronte agli eventi , al futuro, al fato !!! insomma un sostanziale senso deprimente di impotenza e di incapacità di ribellarsi.
Non stupisce dunque che dei giovani , e non solo , possano individuare nella violenza l'unica possibilità di riscatto , però attenzione , non confondiamoli con le schegge impazzite dello Stato ( Massoneria , Stragisti , Mafia...)che da sempre hanno condizionato la politica dell'Italia ; non confondiamoli con apparati dello Stato ( Intelligence , Ministero degli Interni...e come non definire anche questi impazziti ma lucidi..) che come gli altri di cui sopra hanno vieppiù condizionato l'Italia; ma anche non giustifichiamo , giovani e non, nei loro comportamenti violenti sebbene riusciamo ad individuarne le motivazioni !
Occorre ricominciare da capo , come ha detto qualcuno , dalle piccole cose , da quelle fondamentali , dall'educazione culturale e perché no , perfino dalle buone maniere, perché in fondo è proprio vero che la forma è sostanza .
 




domenica 16 ottobre 2011

criminalizzare il dissenso

Giornalismo partecipativo
Dopo mesi di dibattito sul perché gli italiani non si indignassero, un gruppo sparuto, ma comunque di parecchie centinaia di persone, e non del tutto alieno a spezzoni del movimento, come alla maggioranza di noi piacerebbe che invece fosse stato, ha cancellato con una violenza insensata la bellezza e la creatività di centinaia di migliaia di pacifici partecipanti alla manifestazione di Roma. Il Viminale ci ha messo del suo per favorire e reprimere solo apparentemente una violenza che aiuta il governo ad uscire per un attimo dall’angolo e delegittima le ragioni di chi critica l’ordine vigente. Ma non tutto è così semplice.

è la solita vecchia sporca storia, quando un movimento fa paura bisogna criminalizzarlo. Con l'aiuto di provocatori più o meno mercenari, la polizia di Maroni ha avuto buon gioco per innescare una giornata di violenza gratuita che ha di fatto annullato l'imponente manifestazione degli indignati.
Basta vedere il video sopra, per chi non ha potuto seguire i fatti nelle dirette televisive, per verificare l'azione precisa delle forze dell'ordine. Non intervengono ai primi fatti di violenza e alle auto bruciate, lasciano fare anche quando sono bersaglio di sassaiole, poi si mischiano ai manifestanti e di fatto portano il centro dei focolai in piazza San Giovanni, che è il vero obiettivo, così da non permettere l'arrivo del corteo.
Alla fine lo scopo è quello di poter gridare il giorno dopo alla violenza dei manifestanti, degli indignati, della sinistra in genere, e tentare ancora una volta di gettare fumo negli occhi degli italiani.
Ma ormai credo e spero che siano sempre di più quelli che li hanno ben aperti.

sabato 8 ottobre 2011

la sua fama: dagli Appenninni alle Ande

cliccare sull'immagine per ingrandire

E il sexy club "Palacio Berlusconi" anima le notti di Rosario - Repubblica.it
Rosario mostra orgoglio per il suo quartiere legato alla prostituzione. E Palazzo Berlusconi sorge nel pieno centro dell'area, frequentato da gente benestante, calciatori e
imprenditori. All'esterno non ci sono insegne, solo una scala dopo il portone, che porta al primo piano. E là, dopo un'entrata sontuosa, inizia "l'omaggio" di Cabrera a Berlusconi, "el monstruo italiano". Un omaggio secondo l'indio bianco, al "gusto" del presidente. Ma quello che per la Camera di Commercio argentina è ufficialmente è un club di alto livello, è in realtà un bordello: giovani prostitute, spettacoli erotici e salottini privati

Questa sì che è una bella pubblicità per il nostro premier, grande estimatore di escort e bordelli, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Queste sono le qualità che ci devono far inorgoglire.Ovunque il nome del Cavalier "pompetta" alias Nero, è sinonimo di esperto intenditor di prostituzione ed affini, e lui non perde occasione per rinforzare la sua fama, correndo anche in Russia, al "capezzolo" di quel Putin grande amicone e crapulone da dacia. Il fatto che sia un despota con nel DNA i cromosomi da KGB, che sia il probabile mandante di efferati omicidi quali quello della giornalista Anna Politoskaia, il cui anniversario cade proprio nel giorno del suo compleanno, non importa, sono quisquilie.
Però una cosa buona potrebbe anche farla, restarsene lì con il suo Putin, e smettere di sacrificarsi per il Paese. Sarebbe l'azione migliore di tutta la sua esistenza.

venerdì 7 ottobre 2011

un cammino ancora lungo e sofferto

Barletta. Le invisibili. – Me-DeA
Matilde, Giovanna, Antonella e Tina: donne, donne intorno ai trent’anni, donne del sud.

I tre requisiti necessari di una precarietà inevitabile, a leggere qualsiasi dato, studio o ricerca, dall’Istat alla Cgil, da Confindustria al Fondo Monetario Internazionale: genere, età, territorio.

Una precarietà che rende invisibili, che può uccidere.

                                                                                                                                                          Api Operaie

  Donne nuove le vedo camminare
anche su queste trazzere del Sud
-ogni tanto un morto ammazzato-     
i loro piedi agili
stanno imparando a scavalcare ogni ostacolo…

Sono donne più mature e consapevoli
e sono già numerose
crescono e si moltiplicano
come api ronzanti di fiore in fiore
succhiando ogni giorno nuova linfa
per la loro determinazione,
spiegando fragili ali
drizzando acute antenne
sopra un mondo di prati maschi
che temono d’essere impollinati…

Un uomo può essere fiore
se insieme agli infiniti altri            
si lascia crescere per formare
grandi prati festosi,
e la donna può essere ape infaticabile
alla continua ricerca dei fiori più belli
più sani ed arrendevoli pronti a cedere gocce
della loro mitica esperienza…

Non più regine mangiauomini
o angeli di uno stucchevole focolare
ma api operaie  lavoratrici con pieni diritti
coscienti e libere da ogni caricatura
capaci di succhiare nettare
e di produrre miele
per questa società imperfetta




mercoledì 5 ottobre 2011

mettiamolo noi il bavaglio a loro!

Articolo 21 - Associazione per la difesa della libera informazione
Impediamo che una legge ingiusta sia approvata. Oggi alle 17 tutti al Pantheon

http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_2/?cTBElbb
 
 
un giorno, la Storia farà giustizia di questi incredibili attacchi antidemocratici degni del più oscuro regime dittatoriale. Un giorno i nostri posteri leggeranno increduli queste pagine nere dell'era berlusconiana. Oggi però noi che le stiamo vivendo e soffrendo dobbiamo unirci convinti e tenaci nella più totale assoluta profonda costante opposizione di cittadinanza attiva, senza boisogno dei partiti, o comumque in appoggio a quelli che ben operano.
La speranza di farcela a buttare nella merda da cui proviene, non quella che fa nascere i fiori, questa gentaglia al potere sta tutta nella capacità di unirsi in un grande fronte compatto rischiando tutto.

martedì 4 ottobre 2011

diventiamo tutti bravi sarti

Ricucire l’Italia, il manifesto | Libertà e Giustizia
Si dice: il Governo ha pur tuttavia la fiducia del Parlamento e questo, intanto, basta ad assicurare la legalità democratica. Ma oggi avvertiamo che c’è una fiducia più profonda che deve essere ripristinata, la fiducia dei cittadini in un Parlamento in cui possano riconoscersi.

  Partendo  da una totale condivisione del manifesto di Zagrebelsky, vorrei porre l’accento su una questione, a mio avviso, fondamentale. La capacità di ribellione, d’indignazione di una parte sana del Paese non è che non ci sia, o sia debole, in realtà è frammentata. Dispersa  in mille comitati civici, in associazioni e gruppi di lavoro sorti spontaneamente per specifici momenti ed obiettivi di lotta, localistici e su temi ambientalisti o di salvaguardia di beni comuni ( acqua pubblica, gestione rifiuti, Tav, ponte sullo stretto e così via). 
  E alla fine ciò che manca è la capacità organizzativa di collegare questo vasto arcipelago composto da cittadini volenterosi e impegnati in battaglie che hanno comunque come denominatore comune il bene del territorio, della salute collettiva e del mantenimento di spazi di legalità in contrapposizione a corruzione, mafie e sfruttamento.

  Se un soggetto politico atipico, non partitico, come  Giustizia e Libertà fosse in grado di creare questa coesione, fondendo e moltiplicando le forze disponibili, scongiurando il rischio sempre presente nella cultura di sinistra delle contrapposizioni ideologiche e delle banali rivalità leaderistiche culminanti spesso in scissioni dolorose, ecco che allora si potrebbe compiere quel salto di qualità, in termini di rapporti di forza nei confronti di un Potere ricco e spregiudicato, che potrebbe portare realmente ad una ricucitura del tessuto di questo Paese sciagurato.

lunedì 3 ottobre 2011

ecco la risposta di Giggino

Rete Nazionale Rifiuti Zero: Il comune di NAPOLI adotta il protocollo internazionale RIFIUTI ZERO.
Il comune di NAPOLI adotta il protocollo internazionale RIFIUTI ZERO


con buona pace di quegli stronzi di leghisti che hanno creduto di fare i furbi sarcastici con il video qui accanto. Napoli risorgerà dalla cancrena dei rifiuti più bella e pulita di prima e dimostrerà che è solo una questione di volontà politica e di capacità di coinvolgere i cittadini per fare una gestione civile della questione annosa dei rifiuti.
Purtroppo più grave e complicata è la faccenda quando si tratta di rifiuti umani.