domenica 25 novembre 2012

Giornata contro la violenza sulle donne

Femminicidio, cento vittime nel 2012: una donna uccisa ogni due giorni  

L'ultima vittima, Carmela Petrucci, 17 anni, a Palermo. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/25/quest%E2%80%99anno-25-novembre-festeggiamo/425644/#disqus_thread

 

UOMINI VERGOGNA

uomini pieni d’oro
gonfi come otri
di un’ego smisurato
detentori di poteri efferati
che ancora usano le donne
senza capirle e amarle
siete la preistoria….

uomini a volte solo di nome
belve feroci di fatto
senza alcun brandello di senno
che osano violare e battere
uccidere la loro stessa origine
mi fate male…

maschio stupido e arrogante
pregno di tracotante supremazia
indegno di sentimenti d’amore
che pretende di vincere e piegare
il senno di una creatura più fragile
mi fai ribrezzo…

individuo del mio stesso sesso
con la virilità al posto del cervello
la smania di dominio innata
gratificata dalla cultura del potere
incapace di sensibilità e confronto
mi fai vergognare…

per quanto tempo ancora
uomini semplici come me
dovranno  vergognarsi
e sentirsi indegni per colpa
dei maschi che calpestano
l’altra metà del cielo?


 

mercoledì 21 novembre 2012

Le notizie che fanno bene

IL PRESIDENTE DELL'URUGUAY RINUNCIA AD AGI E LUSSO. E' IL PIU' POVERO DEL MONDO
E' un luogo comune dire che lo stile di vita dei politici sia ben lontano da quello dei loro elettori. Non è cosi in Uruguay.
Il suo presidente vive in una fattoria diroccata e dona in beneficenza la maggior parte del suo stipendio. La lavanderia ha le corde stese fuori dalla casa. L'acqua arriva da un pozzo in una corte, coperto di erbacce. Ci sono solo 2 poliziotti e Manuela, un cane con 3 zampe che fa da guardia. Questa è la residenza del Presidente dell'Uruguay, Jose Mujica, il cui stile di vita è decisamente diverso da quello della maggior parte dei leaders del mondo.
Il Presidente Mujica ha rinunciato alla casa lussuosa che fornisce lo stato uruguaiano ai suoi leaders ed ha deciso di stare nella fattoria della moglie, in una strada sporca alla periferia della capitale Montevideo. Il presidente e la moglie lavorano nei campi, coltivando fiori. Può sembrare che sia un vecchio eccentrico... ma è una libera scelta" ha detto seduto su una vecchia sedia nel suo giardino. "Posso viver bene con quel che ho".
Le sue donazioni – delle quali beneficiano i poveri e i piccoli imprenditori portano il suo stipendio a mala pena in linea con quello dell'uruguaiano medio, ovvero 775 dollari al mese. Sono chiamato il "presidente più povero", ma non sento d esserlo.
I poveri sono coloro che lavorano solo per cercare d mantenere uno stile di vita costoso e vogliono sempre di più ha detto. "E' una questione di libertà. Se non possedete molto, non avete bisogno di lavorare come uno schiavo tutta la vostra vita per mantenere tutto quel che avete e quindi avete piu' tempo per voi stessi".
Eletto nel 2009, Mujica ha trascorso gli anni ‘60 e ‘70 quale membro della guerriglia uruguaiana “Tupamaros”, un gruppo armato di sinistra ispirato alla rivoluzione cubana.
E 'stato colpito sei volte e ha trascorso 14 anni in carcere. La maggior parte della sua detenzione è passata in condizioni difficili ed in l'isolamento, fino a quando è stato liberato nel 1985, con il ritorno alla democrazia in l'Uruguay.
Quegli anni di carcere, ha detto Mujica, hanno contribuito a formare la sua visione della vita.
http://www.facebook.com/groups/lipari.virtualbar/permalink/299532736829283/
Queste sono le notizie che conciliano con il mondo, quello buono, che da qualche parte continua ad esistere. Forse dovremmo tutti metterci in caccia di queste notizie, per poter continuare a vivere con più speranza e ottimismo.

martedì 20 novembre 2012

Il giallo Spinelli

 Più passano le ore e più si affollano i misteri attorno al rapimento di Giuseppe Spinelli, collaboratore di Berlusconi. Circola l'ipotesi di un riscatto di 8 milioni di euro
http://www.unita.it/italia/berlusconi-ha-pagato-8-milioni-per-spinelli-1.466697
                   cliccare sull'immagine per ingrandire

giovedì 15 novembre 2012

Ping Pong Mortale

http://video.unita.it/media/Mondo/Gaza_feriti_e_macerie_dopo_i_raid_israeliani_5944.html

E' una tragedia che continua all'infinito, che con la solita metodologia di scaricare sull'altro l'accusa di essere stato il primo ad iniziare, e quindi di essere costretto alla risposta, finisce per nascondere le colpe dell'uno e dell'altro. L'unico risultato tangibile è la scia di vittime, spesso incolpevoli, che questo conflitto perenne semina. La poesia l'ho scritta anni fa ed ogni volta la devo rispolverare, perchè non c'è nessun cambiamento.
Ad ogni modo, la politica di Israele è più vicina a quella dei nazisti che ad una democratica illuminata.


Ping Pong Mortale

Batte Israele risponde Palestina
Chi ha ragione? Non importa
Chi ha cominciato? Non importa
Le stragi dei terroristi fanno a gara
per superare le bombe e i missili intelligenti 
 A chi fa più vittime…

Chi abbatte più birilli si sente il più forte
nel wargame “Gerusalemme e dintorni”
Ma non vince, non ferma il gioco
Segna solo qualche punto-cadavere in più
nell’interminabile atroce inane partita  
 E aspetta la risposta dell’avversario…

Dall’altra parte della rete -pardon del Muro-
si cerca il colpo ad effetto, risolutore
che non ci sarà
finché rimarranno gli stessi contendenti
finché il Mondo spettatore non si deciderà
a trovare un arbitro capace d’intervenire… 
 Non vince nessuno, perdono tutti!

Chi muore, sorpreso, con la sola colpa
di essere arabo o ebreo è una pedina
sacrificata  sulla scacchiera dell’ipocrisia
per allontanare la fine della partita
per scongiurare la Pace…
 Quando, quando finirà l’atroce ping pong?

“oggi a me domani a te” “dente per dente”
le tombe sono piene di queste massime
che hanno giustificato per secoli
guerre di aggressione e di difesa
che svolazzano come corvi voraci
sulle ideologie religiose usate come pretesti
nell’uno e nell’altro campo…
Ogni azione, ogni strage, ogni vittima
reclama la sua vendetta
di un grado sempre più forte…
 Il ping pong mortale deve continuare

lunedì 12 novembre 2012

nono anniversario dell'attentato in iraq


Strage di Nassirya, Biancavilla ricorda Majorana e Bruno 

http://www.repubblica.it/speciali/cinema/venezia/2010/09/05/news/polemica_nassiriya-6787403/

 

Loro, sì!

Ecco, è successo, 12 Novembre 2003
la strage degli italiani in Iraq…
Non solo gli odiosi yankes
nel mirino del Terrore Islamico…
tutti! i potenti alleati d’Occidente
anche i buoni Siciliani, sono invasori
di un Paese vinto solo nei proclami
del gran macellaio Bush!
      ( Noi esportiamo la Libertà
                con le bombe intelligenti…)
L’hanno chiamata “Operazione Babilonia”
i Generali ossequienti seduti a tavolino
hanno pianificato solenni quanti mandarne
laggiù in “ Missione di Pace”
proni in una fariseica Santa Alleanza
“per edificare tutti insieme
 la democrazia nel Paese liberato”
         ( in realtà speranzosi di partecipare
                   al banchetto dei vincitori…)
Ed ora piangono, fetidi coccodrilli
il sangue versato dai loro Carabinieri
e sbandierano commossi il loro strazio
i mandanti che nascondono moncherini
lordi d’ipocrita politica crudele…
           ( ecco i martiri su cui investire
                 l’Opposizione finalmente tacerà…)
Eroi in tempo di pace
in una terra dove c’è solo crudeltà
di una guerra che hanno portato
a cavallo della “scienza preventiva
gli uomini dal viso pallido
e dal cuore freddo di dollari.
         (per colpire il Terrorismo, cianciano
               mentre innescano Bombe Umane Disperate…)

Loro sì! Forse ci hanno creduto
erano puliti e convinti
impegnati a dare acqua
ad un popolo inaridito da secoli bui…
Sobri e felici regalando
caramelle ai bambini,
con un sorriso di pace e amicizia…

Loro sì! Là non più sbirri in divisa
ma angeli costruttori
di un tenue legame con genti piagate
offese e battute due volte,
prima dal despota tiranno
poi dai “ liberatori” venuti da lontano,
ricchi solo di tecnologia di morte
arroganti di presunta supremazia
in realtà solo biechi sfruttatori di risorse.

Loro sì! Tesi con sincera dedizione
a risollevare quelle fronti dure
ad offrire il proprio “sapere”occidentale
per spalancare gli occhi orgogliosi
di quella fetta d’Islam affamata
ma bramosa di risorgere
memore di una grande antica civiltà