mercoledì 30 aprile 2014

L’Italia, un Paese malato

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2014/4/30/ALDOVRANDI-I-poliziotti-applaudono-i-colleghi-condannati-Alfano-episodio-gravissimo/495452/


 

 
    Non si può dire altro del nostro disgraziato Paese se non che sia malato. Ogni giorno fatti inquietanti e incredibili confermano questa diagnosi. La polizia che applaude, addirittura il sindacato dei poliziotti, che applaude i colleghi rei di aver ammazzato di botte il giovane Aldrovandi. E’ solo l’ultimo episodio di una realtà morale e culturale prodotta dal ventennio berlusconiano, ancora non definitivamente chiuso.

   E qui voglio fare un mea culpa e un proposito: dopo questo non scriverò più del Moloch, che ha impestato e continua a farlo l’anima degli italiani, compresa la mia.

   Però non si può evitare di parlare dell’ultima assurda testimonianza di questo malore, di questo vero e proprio incantesimo che ancora permane: il bisogno e la smania di rincorrerlo in ogni suo atto, facendo così sempre e solamente il suo gioco. Mi riferisco allo scoop inseguito dal giornalista Formigli di Piazza Italia-la 7, con la sua lunga intervista a “Diabolicus” dove ben si è guardato di metterlo in difficoltà, che una volta di più abboccando al suo amo, gli amplifica la già enorme visibilità, e la relativa campagna elettorale. Il tutto pur essendo l’abbietto individuo, un pregiudicato a tutti gli effetti, criminale reo di frode fiscale, già Primo Ministro.

   E’ ormai lapalissiano il suo metodo, la sua strategia: parlare, anzi straparlare, dire le cose più assurde, provocanti, sparare cazzate, cosicché tutto il carrozzone dei mas media si metta in moto alla sua rincorsa, per strappargli dichiarazioni, per lo più di smentita, interviste ecc. Ed ecco che il Moloch continua a dominare la scena.  

   Probabilmente lo farebbe anche se fosse in gattabuia, dove dovrebbe stare. Ormai sono sicuro, solo la Signora con la falce, lo farebbe zittire. Forse. Mah!

   Comunque, tornando ai lasciti culturali del “ventennio”, il comportamento di questi poliziotti, che fa il paio con quello del celerino che dopo aver calpestato la ragazza stesa a terra, non ha trovato di meglio che dire a sua difesa che pensava si trattasse di uno zainetto, dimostra solo una cosa: che ogni manifestazione di arroganza del potere, in qualsiasi campo, è finalizzata a una difesa dei propri privilegi, e motivata da un’appartenenza culturale e morale a individualismo ed egoismo, inguaribili.

   L’ultima perla di questa dimensione culturale basata sull’arroganza del potere è quel Cosentino politico camorrista di Forza Italia, che disponeva delle chiavi della Reggia di Caserta, gentilmente fornitegli dal Prefetto amico, per farci lo jogging e tenersi in forma. Raccontando questo fatto ad amici svedesi ti senti rispondere che non può essere vero, che si tratta di una barzelletta.  

   Conseguenza ulteriore di questo ambiente culturale, è a mio avviso, anche l’imbarbarimento del modo di contendere, politicamente, nel nostro sistema democratico. Non è più solo una questione fra maggioranza che governa e opposizione, di lotta pur accesa, su temi politici; ormai si tratta di attaccare l’avversario nel modo più volgare e cruento possibile, come sta facendo oggi il guitto incazzato genovese.

   Il bersaglio di Grillo è sempre di più e solamente Renzi e il PD, su cui rovescia insulti sanguinosi, anche se stupidi, del genere: i comunisti mangiano i bambini, d’antica memoria. Quasi ignorando, perché in declino elettorale, il vero male costituito dalla residua destra forzista e dalla lega secessionista e razzista.

 

 

venerdì 25 aprile 2014

Oggi 25 Aprile 2014, il Moloch c’è ancora.




   “25 aprile festa della liberazione, quale liberazione? Dopo 63 anni possiamo commemorare solo quella storica della lotta partigiana che ha sconfitto il fascismo di guerra alleato alle SS di Hitler, il regime di violenza delle leggi razziali e delle stragi nei lager; ma dal fascismo latente, sottocutaneo, del nostro tempo, diffuso dal Nord al Sud chi ci libererà?
   Un fascismo intimo, di pensieri e di idee che oggi, più che mai, è presente in una larga parte del popolo italiano. E che mi atterrisce.
manipolo di politicanti dediti solo ad interessi personali e di casta, organici e spesso collusi con le mafie, preoccupati di difendere con piglio razzistico gli spazi di falsa democrazia accessibili solo a cittadini involuti, imbastarditi dal timore di perdere i propri privilegi economici e la propria identità culturale...
   Se è vero che il primo e più potente, altro non è che una specie di puffo grottesco, straricco, arrogante e irresponsabile, impunito e intrinseco con interessi deprecabili, che malgrado 5 anni di governo disastroso, è ricordato prevalentemente per una politica ad personam e per le gaffes sul palcoscenico del mondo , ma che incarna il mito del selfmademan, di un individuo dotato di grande spregiudicatezza con cui persegue il successo ad ogni costo, disposto a qualsiasi alleanza e che ha conquistato sempre più potere grazie al controllo dei media, delle tv e dei giornali, in barba ad ogni più elementare criterio di conflitto d'interessi...
   Se è vero che questo Creso sempre in auge, gonfio di un'ego smisurata, incredibilmente, più si produce in becere manifestazioni di offese agli avversari, in battute ridanciane e in puerili show psicoisterici, più viene ammirato e osannato da una moltitudine di individui acritici, individualisti e arrivisti che vedono in lui l'esempio da seguire in quanto provvisti della medesima filosofia di pensiero o di una costante frustrazione per l'insoddisfazione della propria vita...”

   Questo lo scrivevo 6 anni fa. Cosa è cambiato da allora? Niente! Solo che il puffo grottesco non governa più (ufficialmente), ora è un pregiudicato, condannato in via definitiva da tre tribunali per evasione fiscale, un reato non considerato tale da molti italiani marci come lui.
   E’ stato punito duramente da una magistratura timorosa, (che continua impunemente a denigrare e offendere), con i cosiddetti “servizi sociali… utili”- per lui. Come tutto quello che lo riguarda, anche questa pena è da barzelletta.
   Ma da barzelletta, sconcia, è pure il fatto che ancora del suo potere ha bisogno il nuovo governo di salute pubblica del “giovane fenomeno Renzi”. E da barzelletta è soprattutto la sua agibilità politica, di fare campagna elettorale dalla tv del suo fedele amico butterato, quel giornalista svolazzante e molesto come una vespa.
   Il Moloch che ha impestato l’Italia è ancora vivo.
   Chissà, forse sarà di nuovo in grado di dare un colpo di reni alla traballante posizione del suo storico partito privato, che porta un nome sinonimo di ben altri valori.
   Sarà interessante vedere quanti ancora sono gli italiani rincoglioniti o correi della sua filosofia, che continueranno a delegare la loro vita a un delinquente, tutt’altro che comune, in quanto schifosamente ricco, e perciò in grado di corrompere e comprare molte anime.  
   Sarà importante capire se questo Paese dopo un ventennio in cui ha prevalso la cultura dell’egoismo più sfrenato, dell’impunità come valore, del potere sovrano della Casta, se dopo questo ammasso a perdere delle coscienze sarà di nuovo capace di trovare la via di una sana democrazia partecipativa e di un modus vivendi basato sulla solidarietà con la parte più disagiata e il rispetto delle diversità e minoranze.
   Certo il tentativo del governo di Renzi, stampellato dalla bestia nera e dalla parte più retriva della sua corte, potrebbe rappresentare un inizio di cambiamento; e il fatto di aver costretto questa destra a fare accordi per poter agire, potrebbe indebolirla definitivamente agli occhi dell’elettorato meno compromesso.
   Questa è la sola speranza della parte sana di questo disgraziato Paese, sorto dalle rovine di 69 anni fa, con una lotta sanguinosa in nome di un concetto di Libertà, che si è andato via via trasformando fino a perdersi quasi del tutto.
   Questa, oltre allo stato di crisi immensa e alle pulsioni secessioniste di individui troppo toccati dalla situazione, è la sola differenza significativa rispetto al 25 Aprile del 2008, se si eccettua la presenza sulla scena, come comparsa grottesca, di un Movimento di protesta duro e puro, capitanato da un comico incazzato, che aveva tanto illuso, e che non serve a nulla.
   Comunque, io che sono venuto in questo mondo nel 43, continuo, ottimisticamente, a sperare che nel prossimo settantesimo possa scrivere qualcosa di meglio.

martedì 22 aprile 2014

per te Gunilla, l’ultimo saluto



per te Gunilla, l’ultimo saluto




da un giorno lontano

nel tempo più di 30 anni

la nostra amicizia

ci ha seguiti fin qui

nel dipanarsi di due vite

vicine per affinità…



allora io ero trentenne

borioso impegnato militante

tu già madre e giornalista

in caccia di nuove realtà…



       
la nostra amicizia
è nata così tra le baracche
di un popolo sconvolto
a cui ci siamo dedicati
ognuno con le proprie forze
ma con l’energia della volontà…


poi i nostri percorsi distanti
qualche volta si sono avvicinati
così da tenere accesa la fiammella
di un’attrazione intellettuale
che non è mai venuta meno…



 ora non mi resta altro 


che il ricordo vivissimo
dei momenti insieme

con il tuo dolce compagno Ejner

in viaggi alla scoperta del profondo Nord

o nel tepore familiare di Okelbo…







la gioia di quando eravate voi

a scendere qui nel tenebroso Sud

per esplorarne curiosi le perle occulte

non mi sarà più concessa…




ora che la tua fresca energia

non è più forza coinvolgente

scaccerò l’ultima tua immagine

con quegli occhi stanchi

per conservare dentro di me

solo quella della tua risata discreta