mercoledì 18 giugno 2014

Ciao Raul

http://verso-la-stratosfera.blogspot.it/2013/05/gramigna-1977-gran-disordine-sotto-il.html

 https://www.youtube.com/watch?v=1o48Qpo5H-4&feature=player_embedded



   E due! Ieri ho appreso di un’altra scomparsa dolorosa. Raul, un grande amico, dei tempi che furono, da poco ritrovato, casualmente, attraverso la Rete, visto solo con Skype, ma sentito ancora MOLTO vicino.

   Se n’è andato anche lui, in punta di piedi, come Gunilla, dolorosamente. Avrei dovuto andare a trovarlo prima, lì a Corfù dove era capitato, visto che qualcosa chiamato destino me lo aveva fatto ritrovare. Insieme più di quarant’anni fa, nei disperati giorni e notti milanesi del dopo 68, dibattendo tra uno sballo e l’altro dei nostri tremendi casini, per lo più d’origine sentimentalsessuale, ma pure per motivi ideologici, e strategici nell’affrontare la vita. 
   Emblematico fu un capodanno, notte del 31, da noi festeggiato, in solitudine disperata con una solenne sbronza mista a sballo di tè alla marijuana, e con dibattito e scambio di propositi di suicidio eclatante. Dimoravamo in casa di un’amica incasinatissima, di cui eravamo entrambi, stupidamente, invaghiti, ed entrambi senza speranza. Cose di allora. 
   Lui, però, aveva la musica nel sangue, e come musa salvifica, quando ci siamo allontanati, cioè quando io son partito per i miei vagabondaggi e poi per la Sicilia, lui ha iniziato a fare sul serio con qualche band.

   Era un caro ragazzo Raul, un po’ introverso, ma a volte, con chi considerava amico, era capace di spumeggiare e lasciarsi andare a un linguaggio molto colorito. Conservo alcune sue lettere, poche in verità, perché non è che scrivesse molto, almeno ci volevano tre lettere mie prima che lui rispondesse,(e magari una lettera interrotta e ripresa più volte, impegnativa da decifrare) e mentre io gli raccontavo esaurientemente le mie nuove esperienze, condite da emozioni ed elucubrazioni, lui mi ragguagliava succintamente delle sue. Una volta a conclusione la sua firma fu: ciao Raoul (che se la mena ancora).

   Su tutto dominava l’amore per la musica e le difficoltà a trasformarlo in qualcosa di costruttivo e duraturo, come fonte economica per affrancarsi da un’esistenza di lavoro non gratificante. Alla fine ce l’aveva fatta. Ho il disco dei Gramigna “gran disordine sotto il cielo”, che ascoltato oggi è più attuale che mai. 
   E che musica fantastica ha poi saputo comporre gli ultimi anni, lì in terra greca, con la preziosa compagna Gioia.

  E ora di lui mi rimangono solo le sue note che mi ha spedito via mail, con gli ottimi testi, che si possono gustare in rete. Come quello qui sopra.