il Bangladesh prima
il Bangladesh oggi
Uno si vede programmi come Scala Mercalli e Presa Diretta, e
assiste all’immondo spettacolo della distruzione progressiva e inarrestabile
del nostro Mondo, poi si trova bersagliato dalle notizie quotidiane della
politica, con la p minuscola, e allora si chiede: ma dove sto vivendo?
Che senso hanno le menate dei Renzi, dei Salvini, dei Landini o
delle Meloni, delle Santanchè, in confronto al problema dei mari e degli oceani
che stanno morendo?
Chi si preoccupa con la propria azione politica di ridurre
l’emissione di Co2 nell’atmosfera, di contrastare l’effetto serra che sta
sciogliendo perfino i ghiacciai e la banchisa polare?
Chi, che fa politica, ha chiaro in testa l’esigenza di
sviluppare e incrementare al massimo le energie rinnovabili, il sistema dei
rifiuti zero, per limitare e ridurre l’inquinamento dell’ambiente?
Nessuno, viene da pensare, perché l’unico imperativo per chi è
impegnato nell’agone politico è prendere il potere, con metodi più o meno
democratici, speculando su sistemi elettorali imperfetti, per poi dedicarsi al
vero obiettivo: fare i propri interessi. E questi interessi sono sempre e
soltanto di carattere economico, animati dall’infernale stimolo di guadagno
personale, di denaro, di privilegi, di fama. Di potere in una parola. Nessuna
capacità di guardare lontano, al futuro, anche dei propri figli.
E’ incredibile come chi avrebbe i mezzi per modificare la
tendenza in atto, all’autodistruzione del pianeta, nelle diverse situazioni in
cui si potrebbe intervenire con efficacia, sia cieco e inerte.
A nulla servono gli allarmi di ambientalisti e scienziati
ecologisti, che anzi vengono visti come cassandre
starnazzanti, così come documenti, inchieste, filmati lasciano il tempo che
trovano, e non scalfiscono la dura patina di egoistico menefreghismo dei
detentori del potere politico.
Per chi vive in questa dimensione,
l’unica eccezione è quella di allargare la pletora dei beneficiari a parenti e
amici, ma sempre nella logica di vantaggi personali, e di protezione e difesa
omertosa. Ovviamente per conseguire questi obiettivi tutto è lecito:
corruzione, illegalità e criminalità. Ormai il concetto di mafia è
profondamente intrecciato a quello del Potere, in qualsiasi campo si manifesti.
Ovunque c’è grande ricchezza c’è anche la contaminazione mafiosa. Emblematica
l’inchiesta di “Presa Diretta” sul commercio dei gamberetti, provenienti dal
Bangladesh, il Paese più povero e più densamente abitato, destinato a un
inesorabile degrado, proprio a causa dell’allevamento intensivo dei gamberetti.
Ma c’è chi ci guadagna: un sistema capitalistico di sfruttamento di una grande
multinazionale, con a capo il solito schifoso essere umano.
Che dire poi di tutto quel sistema, quasi legalizzato, comunque
tollerato, di sfruttamento ignobile del problema immigrazione, con protagonisti
spudorati come cooperative e associazioni assistenziali, caritatevoli solo in
teoria, in realtà colluse col potere mafioso.
Forse sarebbe più saggio, per le proprie coronarie, non vedere
più certi programmi che svelano le porcherie e le debolezze della nostra
cosiddetta civiltà, ironicamente definita dell’homo sapiens, ma poi mi dico meglio conoscere per aumentare la
propria coscienza, che vivere in un colpevole limbo.
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