lunedì 23 gennaio 2017

Che bello rivederti!

http://popoffquotidiano.it/2017/01/23/angela-davis-contro-trump-1459-giorni-di-resistenza/





                                         
                                                    Angela Davis ieri-oggi


   Ecco, lo dicevo ieri, per fortuna che ci sono ancora i vecchi combattenti, che non mollano, che non si sono messi in pensione. 
   Donne come Angela sono la conferma di come quello che ancora qualcuno considera il "sesso debole", in realtà sia più forte che mai. 
   Più deciso e concreto di tante sparate teoriche di compagni e rivoluzionari da barzelletta, che neppure riescono a incidere nelle disastrate realtà locali, e che sono totalmente incapaci di promuovere un movimento, globale, come quello che stanno facendo le donne del  Women’s March anti-Trump.  
   Chissà, magari proprio grazie alla dabbenaggine del Tycoon, vedremo rispuntare in ogni angolo le femministe di vecchio stampo. 
   E oggi, come allora, anche se solo con il cuore e il pensiero, io sono con loro. 

domenica 22 gennaio 2017

La nuova sciagura si abbatte su di noi

http://www.quotidiano.net/esteri/foto/donald-trump-insediamento-1.2831954




Bene, è cominciata l’era Trump. Una breve considerazione, data la mia età, non mi preoccupo più di tanto, non perché non me ne freghi, ma semplicemente perché so di non poter fare nulla per oppormi.
   Non sono più i tempi dell’opposizione alla guerra in Vietnam, o più recentemente agli inceneritori, per me, ma sono contento di vedere che una moltitudine che lotta ancora, c’è.    
   Soprattutto donne, che sempre in periodi storici particolari hanno saputo dare forza alle lotte.
   Certo, viene da piangere all’idea che l’umano popolo non impara niente dalle esperienze passate.
   In Italia, dopo il ventennio fascista non siamo stati capaci di sottrarci al quasi ventennio berlusconiano, infausto e drammatico, in tempi di pace, come quello della “marcia su Roma”.
   In America, dopo le esperienze infauste dei Johnson, dei Nixon e dei Bush, hanno vinto quelli che vogliono provare il Tycoon miliardario e razzista. Auguri, verrebbe da dire, a loro, se non fosse, purtroppo, una sciagura che ci toccherà tutti, in un modo o nell’altro, (come si usa dire oggi).
   Come sempre, in questi casi, non avendo la sfera magica, non resta che dire “chi vivrà vedrà”, e consolarsi, come nell’evento recente della disfatta al Referendum renziano, con la tipica frase, “io l’avevo detto, o previsto” dall’alto della mia “incommensurabile saggezza”. 
   E lo dico anche al popolo americano. Tiè!

sabato 14 gennaio 2017

il mio ricordo

https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_del_Belice_del_1968





 Belice, una memoria


da un nord scuro e nebbioso
poveri di monete
ma ricchi d’animo
e di spirito d’avventura
planammo in questo sud
riarso dal sole
e dalla dura lotta per la vita...

tra baracche di lamiera
e speranze mai sopite
di ricostruire le povere dimore
abbattute
dal profondo tremito della terra...

tra rabbia e urla sconnesse
di genti da sempre abbandonate
nella loro miseria antica
tra donne e uomini
con l’impellenza quotidiana
di campare la famiglia
in quella dimensione greve
di un sud da sempre privo
dei diritti più scontati
come l’acqua e il lavoro...

pieni di sacro furore
siamo arrivati noi estranei
noi così diversi e multietnici
provenienti da Milano e da Bahia
ci siamo rimboccate le maniche
abbiamo lavorato con lena nuova
discusso e fatto comizi
lottato per un’idea di giustizia...

abbiamo trovato nuovi amici
compagni forti o titubanti
i tanti Pino Saro Vincenzo
fragili nella loro filosofia semplice
ma attenti ai nostri passi
donne minuscole come Vincenzina
madri risolute dallo sguardo di fuoco
che ci taliavano circospette...

noi sicuri della forza dei valori
impegnati tra una scuola quadri
e un’assemblea popolare
tra un’abbanniata e uno schiticchio
siamo cresciuti dentro
imparando piano la loro dignità...

correndo frenetici
da una riunione all’altra
cocciuti militanti
di un’ideologia allora fulgida
al cui servizio abbiamo messo
chi il braccio, chi la mente
chi l’arte della fotografia
per fissare le immagini
di una realtà cruda
che cominciava ad appartenerci...
  
portavamo nuove idee di lotta
per quelle genti fiduciose
nell’ultimo disperato tentativo
di ottenere i propri diritti
di riavere delle case decenti...

abbiamo amato e odiato
in quei giorni tra le baracche
di Partanna e Gibellina
feroci dispute e distinguo
per chi recava il verbo
della falce e del martello
ma abbiamo anche esultato
per ogni piccola significante vittoria
assaporando sprazzi felici
insieme al mai spento orgoglio
delle vittime del terremoto...

tutto questo e altro ancora
l’abbiamo vissuto
e forse in questa stagione matura
l’abbiamo anche digerito
ma certamente ci ha mutati
arricchiti di memoria...

e tuttora il nome Belice
mi rievoca rimescolii nel sangue
anche se ormai è solo una pagina
un pò stinta della mia storia di vita