martedì 30 maggio 2017

G7 = Grandi abbuffate dei 7

https://www.facebook.com/notes/contro-il-g7-di-taormina/contro-il-g7-di-taormina-comunicato-finale/259226304552204/
CONTRO IL G7 DI TAORMINA-COMUNICATO FINALE
Ieri è stata una giornata straordinaria. Un corteo numeroso, colorato, rumoroso e composito ha attraversato le vie di Giardini, dimostrando che il clima di paura creato dalle istituzioni locali era irresponsabile; un corteo partecipato da tantissimi giardinesi, cittadine e cittadini, che hanno sfilato con noi mescolandosi tra spezzoni, striscioni e bandiere. Sicuramente ha pagato la scelta di essere qui, a Giardini Naxos, a presidiare la zona rossa come chiara risposta di un movimento che non intende indietreggiare, né farsi intimidire dalla logica repressiva e securitaria delle smart city e del controllo urbano delle recenti leggi Minniti/Orlando. Non è stato facile resistere ad un apparato repressivo molto duro. Fisicamente quasi ogni donna e uomo presente al corteo di ieri è stato fermato, controllato e identificato; moltissimi sono stati i compagni e le compagne che non hanno potuto raggiungere la piazza perché bloccati prima, in una delle tante neonate frontiere inventate per l'occasione, da Villa San Giovanni a Tremestieri, e allontanati con fogli di via. A tutti loro va il nostro sincero ringraziamento ed il nostro più fraterno abbraccio. Ci dispiace per il Ministro Minniti, ma i controlli, i fogli di via e la militarizzazione del territorio non sono bastati. Ieri le donne e gli uomini che hanno sfilato al corteo hanno dimostrato di non essere per nulla intimiditi, in più di tremila hanno riempito le strade di Giardini Naxos, determinati a sfidare il clima di repressione e paura costruito per depotenziare la partecipazione. C'erano tutti: i comitati territoriali che combattono ogni giorno la devastazione della Sicilia, i collettivi studenteschi, il Movimento No Muos, i sindacati di base, i centri sociali, le centinaia di compagne e compagni venuti da tutta l'Italia. Per ribadire che contestare il G7 ieri era in totale continuità con la difesa del territorio, dei diritti dei lavoratori, con le esperienze di autogestione degli spazi sociali, con l'esigenza di un sapere critico e indipendente, con il rifiuto della militarizzazione dei territori e la difesa del concetto di accoglienza nei confronti di chi scappa dalla guerra e dalla miseria. Il concentramento finale del corteo è rimasto a Piazza Municipio senza disperdersi, nonostante il lancio di lacrimogeni delle forze dell’ordine, ad aspettare che le due compagne ingiustamente fermate dalla polizia venissero rilasciate. La stampa aveva convinto i cittadini che un’ orda barbarica avrebbe distrutto vetrine e aiuole; l'unica vetrina ad essere attaccata è stata quella dei potenti della Terra, venuti in Sicilia per pianificare asservimenti, saccheggi e devastazioni. Ma il corteo è stata solo la tappa finale di una due giorni molto partecipata e di un percorso durato mesi che con fatica ha costruito un fronte di opposizione sociale eterogeneo, unito dalla radicale critica a questo sistema e alle sue logiche folli di sfruttamento e annientamento delle persone e delle libertà. Nei giorni scorsi, appena arrivati, abbiamo dovuto dissipare un martellante clima di sospetto, creato ad arte dalla campagna mediatica martellante dei media ammaestrati che ci ha dipinto come un'orda di distruttori venuti a radere al suolo una tranquilla cittadina, ed alimentato dagli atteggiamenti irresponsabili del primo cittadino di Giardini che ha voluto addirittura imporre la serrata ai negozi della città durante il corteo. La verità, come hanno ben potuto constatare i cittadini di Giardini, è stata ben diversa. L'assemblea cittadina e il corteo sono stati luogo di incontro e condivisione, momenti per spiegare la nostra idea di mondo, la Sicilia che abbiamo in mente e i progetti che portiamo avanti nei territori e parola dopo parola, intervento dopo intervento, tra un cartellone e un volantino, l'immagine di noi è cambiata, da invasori siamo diventati liberatori di quelle strade e di quelle piazze da cui volevano tenerci lontani ad ogni costo, l'incontro ha sgretolato il clima di sospetto e paura, lasciando spazio solamente alla politica. Ora le nostre ragioni contro il summit sono state riconosciute da tutti. Prima di tutti dagli abitanti di Giardini. Questa giornata, però, lascia un'ombra preoccupante per il futuro della democrazia e della partecipazione in questo paese. Il messaggio mandato dal Ministero degli Interni è chiaro: tutte le lotte sociali nel prossimo futuro si troveranno di fronte a un altissimo livello di controllo e repressione, in città piene di divieti e check point inventati, reali e virtuali, per intimorire, scoraggiare e stigmatizzare qualsiasi forma di dissenso. In molti potrebbero chiedersi se nel nostro paese esiste ancora un pensiero democratico in grado di difendere la libertà di dissenso o se questo toccherà in futuro solo ai movimenti. La manifestazione di ieri forse non risponde a tutte le domande, ma dimostra inequivocabilmente che il movimento popolare, unito e autorganizzato, è capace di resistere alle minacce del potere e a liberare le strade, le piazze e le città della nostra Terra.

I buoni propositi!

http://www.greenstyle.it/strategia-energetica-nazionale-calenda-stop-al-carbone-entro-2030-223624.html





Visto in tv, rubrica “Leonardo” di rai tre.
Nel 2030 l’Italia abbandonerà il carbone per produrre energia, lo dice la Strategia Energetica Nazionale che dovrà anche stimolare una crescita delle energie rinnovabili, sole vento e idroelettrico. Questo quello che si propone il nuovo piano presentato dai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, ora si tratta di concordare come realizzarlo concretamente, insieme alle varie Associazioni di settore”.  Ma questo è il meno, dico io. L’importante si sa, è sparare grandi tesi, propositi bellicosi, raccontare insomma la favoletta per tutti i gonzi che ci credono.
Già siamo bravi nell’utilizzo limitato del carbone: Noi solo per il 15%, -sostiene Ermete Realacci , Presidente della Commissione Ambiente della Camera, -mentre la Germania, (che ne ha di più) supera il 40%”. Certo è facile essere parsimoniosi se si ha poco!
Nel campo delle rinnovabili oggi siamo al 17% , comprendendo elettrico solare e geotermico, settori che impiegano solo 50.000 addetti.
Un po’ di chiarezza:  Rinnovabili significa quelle fonti di energia che a differenza dei combustibili fossili e quelli derivati dal petrolio, possono essere considerate inesauribili per la loro continua rigenerazione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future; Sostenibili in quanto il tasso di rigenerazione è uguale o superiore a quello di utilizzo e Pulite poiché non rilasciano nell’atmosfera sostanze nocive o climalteranti, come per esempio l’anidride carbonica.
Ma allora se sono così buone, perché si fa tanta fatica a renderle fondamentali, per un futuro migliore del pianeta? E qui bisognerebbe approfondire il problema, analizzare chi rema contro, perché ha interessi nel campo delle fonti fossili.
Solo nel campo del fotovoltaico eravamo partiti bene, raggiungendo il 40% della produzione elettrica. Peccato che la tendenza si è poi rallentata, e l’azione del governo, con decreti come lo spalma incentivi, abbia penalizzato gli impianti fotovoltaici a favore di incentivi per i combustibili fossili, o equiparando, in modo truffaldino, alle rinnovabili, l’energia prodotta dalla cosiddetta termovalorizzazione dei rifiuti, con l'incenerimento. (Ciò avviene solo in Italia, in violazione delle direttive europee in materia, laddove la UE considera invece "rinnovabile" solo la parte organica dei rifiuti, ovvero gli scarti biodegradabili). In Sicilia, dove siamo agli ultimi posti in tema di raccolta differenziata, (con l’eccezione virtuosa di Castelbuono e i suoi asinelli), ogni volta si tenta di far passare la realizzazione di inceneritori, di diversa grandezza, invece che sviluppare sistemi alternativi alle discariche, che scoppiano, letteralmente, e favorire nei cittadini una cultura del differenziato e del riciclo, con metodi premianti, come già avviene in altre regioni.
Il giudizio delle Associazioni ambientaliste, che io condivido parola per parola, è molto netto: “C’è chi continua a raccontare bugie e ad indurre la gente a pensare che i costi di produzione dell’energia pulita siano molto maggiori rispetto a quella ricavata dai combustibili fossili e che  il costo dell’elettricità sia dovuta agli incentivi alle rinnovabili. Ora sono stati tagliati, ma la bolletta non è diminuita. Sarà quindi bene che gli italiani sappiano che i loro soldi finiscono per ingrassare le società petrolifere e gasiere e i distributori di queste sostanze”. Da Legambiente.
E anche Greenpeace, per voce di Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima, lamenta la mancanza di investimenti in rinnovabili, in contrasto con la strategia di difesa delle fossili dettata dal nostro governo, che facendo addirittura peggio dei suoi predecessori, è riuscito a ostacolare le energie rinnovabili su tutti i fronti: cambiando in corsa accordi già sottoscritti con lo “Spalma incentivi”, modificando la tariffa elettrica per frenare il risparmio energetico e finendo per causare un aumento delle nostre bollette, bloccando i piccoli impianti domestici, specialmente quelli fotovoltaici, di fatto mettendo in ginocchio un settore che nel resto del mondo crea occupazione e benefici sia all’ambiente sia ai cittadini. Il tutto con l’aggravante che parliamo di energia solare, una fonte di energia pulita su cui l’Italia dovrebbe puntare molto perché avrebbe le potenzialità per diventare un leader globale del settore, e la Sicilia, potrebbe esserne la capofila.
E c’è anche chi, da non credere, come Realacci che sostiene: “Si potrebbe fare molto di più, soprattutto favorendo l’autoproduzione dei cittadini, delle comunità ecc. di produrre energia dalle rinnovabili per il proprio consumo”.
Ma no! Quanti buoni propositi! Spero solo di arrivare al 2030.


martedì 23 maggio 2017

23 Maggio 1992

http://palermo.gds.it/2017/05/23/falcone-borsellino-i-depistaggi-lopera-le-parole-rubate-in-diretta-dal-teatro-massimo-di-palermo_669198/

Per non dimenticare




Chi tace e piega la testa  muore ogni volta che lo fa. Chi parla e cammina a testa alta muore una volta sola.  Giovanni Falcone

Ci sono cose che non si fanno per coraggio, si fanno per continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli . Carlo Alberto dalla Chiesa

Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto. Don Pino Puglisi

Se la gioventù le negherà il consenso, anche la mafia svanirà come un incubo.  Paolo Borsellino

Se s’insegnasse la bellezza si darebbe alla gente un’arma contro la paura e l’omertà.
Peppino Impastato

La criminalità non si combatte solo con i carabinieri, la gente deve sapere i fatti. quello che un giornalista deve fare è informare. Giancarlo Siani

A che serve vivere se non si ha l coraggio di lottare.  Pippo Fava






23 maggio 1992 - Giovanni Falcone


il suo sorriso calmo
sfottente sotto i baffi
e subito un lampo duro
negli occhi fissi
sul racconto di un impegno
che è dura lotta
a scapito della vita…

e quando il giorno
del supremo sacrificio
è arrivato con il suo carico
di crudeltà e di micidiale potenza
qualcuno avrà gioito
ma in molti abbiamo pianto…

poi migliaia di pugni alzati
e grida di rabbia nella navata
zeppa di bieca autorità
e la voglia accesa
di riprendere il testimone
della sua corsa irta
d'ogni specie di ostacolo
per un traguardo da osare…

mentre la feccia tracotante
celata nella sordida viltà
con mani adunche lorde di sangue
si era illusa di scalfire i simboli
delle idee di verità e di giustizia…

bestie crudeli ma ignoranti
non capiscono come ogni misfatto
le sviluppi e le moltiplichi
le trasformi in un’eco senza confini
quelle idee che hanno imbevuto
le coscienze del mondo…

e anche oggi il sangue dei tanti
falciati sulla strada dell’impegno
sempre indicheranno il cammino
a chi è rimasto a chi è sopraggiunto














sabato 13 maggio 2017

parole per resistere resistere resistere: Incendi, cui prodest?

parole per resistere resistere resistere: Incendi, cui prodest?: http://messina.gds.it/2017/05/12/notte-di-fiamme-sui-nebrodi-a-naso-abitazioni-distrutte-disabili-evacuati-dalle-case_664403/   ...

Incendi, cui prodest?

http://messina.gds.it/2017/05/12/notte-di-fiamme-sui-nebrodi-a-naso-abitazioni-distrutte-disabili-evacuati-dalle-case_664403/






  Bene, cioè male, malissimo. In Sicilia è iniziata la stagione degli incendi. Siamo solo a Maggio, ma quest’anno il nostro caldo “venticello” di scirocco ci ha già deliziato con due giornate torride, e i piromani sono entrati ufficialmente in azione.  Da articoli di stampa: ”L’incendio, divampato nel tardo pomeriggio di giovedì in contrada Malò a Naso e domato ieri mattina, dopo un intenso lavoro da parte di vigili del fuoco, guardie forestali e volontari, con il fondamentale apporto di un canadair della protezione civile, alla fine ha lasciato un segno di tristezza ed è risultato uno dei più gravi, fra tanti, che i Nebrodi hanno contato negli ultimi anni. Dal tardo pomeriggio di giovedì le fiamme, probabilmente innescate dal piromane di turno approfittando delle alte temperature e del vento di scirocco…”
Questo quello più grave, poi altri minori sparsi qua e là. Il preavviso di ciò che potrà accadere più avanti nella stagione è già molto inquietante, e ricordando il giugno di fuoco dello scorso anno, non c’è da stare allegri. “il 16 Giugno scorso, giornata di scirocco micidiale, la Sicilia è stata assalita dalle fiamme. Incendi in ogni dove per un bilancio drammatico: 800 roghi, 5.626 ettari di terra incendiati, di cui 3.748 ettari bosco e 1.878 di superficie destinata a macchia mediterranea. Un inferno.”
Il problema è sempre lo stesso: c’è chi appicca il fuoco, per interesse o per distrazione. Il secondo caso è nettamente minoritario, mentre per il primo, prevalente, non è mai facile e conveniente indagare di chi sia l’interesse. Da sempre le accuse sparse delle autorità che si avvicendano al governo o con le diverse responsabilità spaziano dal considerare colpevoli: la mafia in genere, i forestali disonesti, i pastori che vogliono allargare il pascolo, chi vuole creare spazi per costruire.
Da sempre si lanciano grandi allarmi, si fanno propositi d’intervenire radicalmente, poi nulla si fa, e il fuoco continua a distruggere ettari di territorio, di boschi, di natura meravigliosa. Eppure qualcosa anche se poco si è fatto, per darsi strumenti legislativi, come “la legge 1 Marzo 1975, n. 47 con particolare 'art. 9 e di analoghe disposizioni regionali in materia che vieta l'insediamento di costruzioni di qualsiasi tipo nelle zone boscate distrutte o danneggiate dal fuoco, impedendo, altresi’, che tali zone assumano una destinazione diversa da quella avuta prima dell'incendio.
La tutela giuridica e’stata in seguito integrata dalla Legge Galasso, n. 431 dell' 8 Agosto 1985, che sottopone al vincolo paesaggistico i terreni boscati percorsi dalle fiamme.”
Ebbene mi chiedo quante siano le amministrazioni che per ottenere una drastica riduzione delle cause d’innesco d’incendio, anziché intervenire nella fase emergenziale dello spegnimento, attuano queste disposizioni, e promuovono l’attività di prevenzione tramite l’attuazione anche di una ulteriore legge, nazionale n. 353/2000, che al comma 2 dell’articolo 10,  stabilisce che:
"i comuni provvedono a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente".
Già questo potrebbe essere utile per disinnescare una parte di quell’interesse di cui sopra. Poi c’è la questione dell’utilizzo intelligente e produttivo delle capacità del corpo forestale, che dovrebbe essere impiegato stabilmente per una efficace azione di prevenzione, come sostiene Legambiente:
“lanciamo un appello affinché si punti su una maggiore prevenzione e tutela del territorio e delle aree boschive, si realizzino campagne informative e di sensibilizzazione e soprattutto si incrementino le risorse da destinare ai soggetti che cooperano nella lotta agli incendi boschivi e ai comuni, con meccanismi premiali per chi riduce il fenomeno utilizzando efficaci sistemi di prevenzione”. Appunto, questo è il tema, una prevenzione che venga premiata, basterebbe che ogni squadra di forestali fosse spinta ad agire onde ottenere un premio se nella zona di competenza non si verificano incendi. Così cadrebbe anche la leggenda dei forestali incendiari. Tra l’altro in alcuni studi sull’argomento si parla di efficaci strumenti che potrebbero essere utilizzati “I punti di avvistamento comprendono un sensore all'infrarosso, una unita’ di telerilevamento, una stazione automatica per la rilevazione dei dati meteorologici, apparecchiature hardware e software per lo scambio delle informazioni con i Centri Operativi Locali ed un sistema di controllo e diagnostica”
Ci sono nel nostro territorio? Io ho visto solo qualche torretta di legno di controllo per forestali con buona vista.
Ma il problema è sempre lo stesso, mancanza di fondi, salvo spendere ingenti capitali per l’utilizzo dei Canadair, considerando che un’ora di volo, costa 14.000 €, e in passato, facendo una ricerca viene fuori una storia di speculazioni, con inchieste e arresti, che sarebbe troppo lungo raccontare.  Io, poi, maliziosamente mi chiedo da sempre se un altro “interesse” al fuoco, non sia anche proprio l’uso dei canadair.