Visto Report del 28-10 “gli insaziabili” sul modello di gestione dei partiti. Una
pena, anche Di Pietro è come gli altri.
Ormai è acclarato che i partiti
attuali, chi più chi meno, non sono altro che delle consorterie di malaffare,
associazioni di corrotti e corruttori, con principale obiettivo l’arricchimento
personale, il godimento d’infiniti privilegi, una vita più comoda dei comuni
mortali. Il tutto proprio mentre gli altri, tantissimi altri cittadini di
questo sciagurato Paese, sono costretti a sacrifici pesantissimi, a condizioni
di vita penosa, a stati d’animo disperati fino ad arrivare al suicidio.
La rabbia sorda che ti prende quando ai sospetti e alle illazioni
si aggiunge una conferma visiva e documentata, che non lascia dubbi, è pari
alla consapevolezza della propria insufficienza e capacità di intervenire per
porre fine ad una situazione così oscena.
Certo, in occasione delle elezioni, lo strumento principe
della democrazia, l’arma del cittadino elettore per designare i rappresentanti
politici, ci sarebbe, forse, il modo di modificare le cose. Almeno il tentativo
di farlo, ma spesso anche questo strumento è appannaggio di un gioco sporco, di
ricatti e lusinghe, condotto da coloro che già godono di un potere
condizionante.
Oggi, in Sicilia, con le elezioni regionali, qualche sprazzo
di novità, di nuove speranze, si è avuto grazie al Movimento 5 stelle. Si vuol
credere che sia formato da giovani inesperti ma impegnati concretamente in
battaglie di civiltà, e per una buona gestione del territorio, per la difesa
dei beni comuni.
Grazie anche alle capacità di comunicazione e seduzione dell’istrione
Grillo, che ha il merito di sapersi confrontare con la gente direttamente,
proponendosi come alternativa seducente allo sfascio dei partiti e raccogliendo
così il malcontento diffuso che trova finalmente uno sbocco, il Movimento è di fatto
il primo soggetto politico della Regione, il più votato.
Per la Presidenza ha vinto Crocetta, grazie all’asse PD-UDC,
prova generale per le elezioni nazionali, e comunque, al di là di tutte le
critiche e i distinguo che si possono fare, meglio così che la solita destra
del 61 a zero, d’infausta memoria.
I rappresentanti della “libertà” alla Berlusconi hanno preso
finalmente una bella scoppola, e ciò vuol dire che anche l’elettorato siciliano
è maturato e si è affrancato dal vassallaggio del voto mafioso. Indubbiamente
la cifra più netta però è l’astensionismo, che comunque rientra nella
condizione di malcontento e sfiducia di cui sopra.
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