lunedì 18 marzo 2019

Ma dove stiamo andando?

La sentenza vergognosa che ha dimezzato la pena di Michele Castaldo, omicida dell'ex compagna Olga Matei, in base alla presunta 'tempesta emotiva' che lo avrebbe spinto all'omicidio ha scatenato un'ondata di sdegno che ha portato molte donne a riunirsi di fronte alla Corte d'Appello di Bologna per protestare. "Vergogna", hanno urlato le attiviste di diverse associazioni di difesa delle donne.
"Una sentenza vergognosa, che ci porta anni indietro, quando c'era il diritto d'onore", ha spiegato l'ex senatrice Pd Francesca Puglisi, che fa parte dell'associazione Towanda Dem.

https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2019/03/17/femminicidio-sociologa-intervista-sentenze-delitto-onore

Nel primo la giudice Silvia Carpanini ha deciso di condannare a 16 anni Javier Napoleon Pareja Gamboa, che ha ucciso la compagna Jenny e non ai trenta chiesti dall’accusa perché l’uomo non avrebbe «agito sotto la spinta della gelosia ma come reazione al comportamento della donna, del tutto incoerente e contradditorio, che l’ha illuso e disilluso allo stesso tempo». Nel caso bolognese invece il giudice Orazio Pescatore aveva quasi dimezzato la pena per Michele Castaldo, omicida reo confesso di Olga Matei, perché lui sarebbe stato in preda a una «tempesta emotiva».
https://www.repubblica.it/cronaca/2019/03/10/news/sentenza_shock_stupro_sembra_un_maschio-221145195/

 Troppo mascolina. Poco avvenente. E quindi è poco credibile che sia stata stuprata, più probabile che si sia inventata tutto. È un ragionamento che già indignerebbe se ascoltato in un bar, ma che letto in una sentenza fa un effetto ancora peggiore. Per di più se a firmarla sono tre giudici donne. Che scelgono, così, di assolvere in appello due giovani condannati in primo grado a cinque e tre anni per violenza sessuale. E nelle motivazioni scrivono che all'imputato principale "la ragazza neppure piaceva, tanto da averne registrato il numero di cellulare sul proprio telefonino con il nominativo "Vikingo" con allusione a una personalità tutt'altro che femminile quanto piuttosto mascolina".





Le sentenze di cui sopra sono anch'esse il segno dei tempi. Tempo di recessione economica e morale. Tempo di ritorno a comportamenti e ad espressioni da cultura arretrata, maschilista e prevaricatrice. Non solo la situazione politica risveglia l'humus razzista negli individui più rozzi e socialmente carenti, ma pure il sistema, con le sue diverse espressioni dà segni di incredibili posizioni retrograde, pericolose perchè possono avallare i comportamenti suddetti. 
La piaga della violenza nei confronti delle donne è destinata, temo, ad allargarsi e peggiorare, tanto più il genere femminile si impone con la sua determinazione in ogni ruolo su quello maschile. Ma che tre giudici donne abbiano potuto partorire una sentenza come quella di Ancona, per fortuna annullata dalla Cassazione, è la dimostrazione della involuzione sociale, diffusa, in atto. 
Alla quale però fa contrappeso il risveglio dei giovani, pronti a lottare partendo dal problema clima, agitato efficacemente dalla svedesina Greta, per cambiare un pò le sorti  del mondo, o di una parte.

Nessun commento:

Posta un commento