Ho rivisto l’ottimo film di Veltroni su Berlinguer. Mi sono
commosso come la prima volta, forse anche di più, perché insieme ho provato
rabbia. Ormai la rabbia non è più come una volta, ahimè, motore per la lotta,
che mi è preclusa per condizioni economiche e di età.
Ma la consapevolezza della situazione contingente, del degrado
incessabile, da quegli anni ad oggi è dolorosa. Allora, da rivoluzionario,
contestavo il PCI senza aver capito concretamente il pensiero e l’azione di
Berlinguer. Noi puri alla Che Guevara sparavamo a zero sul compromesso storico,
ma alla fine, forse aveva ragione lui, l’onesto e coriaceo Enrico.
Di certo la condizione morale della politica, da lui lucidamente
stigmatizzata, forse avrebbe potuto contrastarla se non fosse mancato nel
momento più importante. Di fatto dopo di lui la degenerazione dei partiti e dei
soggetti politici è stata come una valanga che tutto ha travolto.
Il degrado morale e sociale del Bel Paese ha poi trovato la
definitiva affermazione in un sistema, quello del berlusconismo che, con diversi
aspetti continua ancora oggi, divorando con la corruzione tutto quel poco di
buono che ancora restava.
Assistendo con sgomento alla realtà tragica che continua a
permanere, e addirittura aumentare, di quella parte, più o meno un terzo dell’elettorato,
che dal Cavaliere Nero è passata a farsi irretire dal testa di minleghista
Salvini, non rimane che rifugiarsi nel passato, che allora sembrava schifoso, e
che al confronto di oggi, mostra i suoi aspetti positivi.
Oggi poi, grazie alla crisi economica, la peculiare
caratteristica di un egoismo arrogante, di gran parte della popolazione, è
fortemente sviluppata, e assistiamo imbelli al dramma degli immigrati. Povere
genti che sfidano la morte, partendo dalle loro realtà di guerra e miseria, per
cercare nella parte del pianeta più ricco e “civile”, una possibilità di vita.
Ma grazie al verbo razzista della nuova lega, potenziata dal logo felpa con la ruspa del duro incosciente Salvini,
si sta perdendo del tutto il sentimento della solidarietà. E non solo in
Italia, l’Europa tutta mostra un volto spietato, privo di un minimo di empatia
intelligente, anche nei confronti di altri Paesi “fratelli” come la Grecia.
E allora rivedendo la sensibilità di un protopolitico come
Enrico Berlinguer, non c’è che sperare che lo stampo con cui fu fatto, sia
ancora fruibile da qualche parte.
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