E’ la solita storia, ora che se n’è andato all’altro mondo, tutti da qualunque posizione si sperticano a lodare e mistificare la propria amicizia e solidarietà. Gente come Gasparri o la Santanchè che in vita non credo lui apprezzasse molto. Tutto ciò è molto squallido ma fa parte della nostra grigia realtà.
Io Marco Pannella l’ho conosciuto nel lontano 1967, quando a
Milano il circolo anarchico Scaldasole, insieme ad altre Organizzazioni
pacifiste organizzò una marcia antimilitarista. Già allora rimasi affascinato
dalla sua carica passionale e dalla sua infinita disponibilità con chiunque,
senza alcun cenno di egocentrismo o smargiasseria, pur essendo all’epoca già
personaggio conosciuto.
L’ho perso poi di vista, per ritrovarlo dieci anni dopo,
idealmente, e in un’occasione di un comizio anche fisicamente, durante la
campagna per il Referendum per il divorzio. Io ero in Sicilia, nel Belice,
fortemente impegnato nella campagna per il No, No all’abolizione, e il
rivederlo nelle vesti di un grande leader carismatico mi ha emozionato, e con
grande fatica sono riuscito a raggiungerlo alla fine del comizio e scambiare
due rapide parole, insieme a quel suo sorriso sghembo e apparentemente sardonico.
Anche nel periodo d’impegno militante concreto sul territorio,
da marxista, ho sempre trovato occasioni per confrontarmi col suo impegno, e
dei radicali, e le loro battaglie. Solo negli ultimi anni, del periodo infausto
del Cavaliere Nero, ho criticato e non apprezzato alcune loro posizioni e
decisioni.
Ora non c’è più, e comunque la si pensi è un altro “buon
elemento del genere umano” che sparisce.
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