Bene, la volontà popolare si è espressa, ma quale popolo? Quello
che nel Colosseo gridava a morte i gladiatori o i cristiani? Il popolino si sa
è beota, quando ragiona con la pancia o con la rabbia, ma non è rivoluzionario.
Per la rivoluzione ci vogliono le avanguardie pensanti. E l’Italia del dopo
referendum ha nel 40% di Si, i rivoluzionari, nel 60% della maggioranza, la
conservazione.
Certo, hanno votato per il No molti giovani, compresi i miei nipoti,
perché incazzati per la mancanza di lavoro e per le prospettive buie del
futuro, ma cosa credono di aver ottenuto con questo voto di rabbia inconsulta,
se non un gran salto nel buio?
Per una volta mi tocca dar ragione a quel forsennato di
Vittorio Sgarbi che sostiene che ha vinto Renzi e il Pd, con un ragionamento di
una lucidità disarmante. In effetti, il 40% è tutto in gran parte del solo PD,
mentre il 60 va diviso fra l’orribile accozzaglia.
Io non è che ami alla follia Renzi e il suo governo, che certamente ha fatto
non poche cose discutibili, a volte anche costretto da un governo sorretto da
Alfano, tanto è vero che ero inizialmente deciso a non votare, ma con riferimento
a ciò che dice il vecchio saggio: meglio il meno peggio che il tanto peggio, e
memore dello sfacimento del ventennale nero, ho preferito dare il mio Si, non
tanto sul merito della riforma, se non in parte, quanto contro il No dell’accozzaglia.
La quale accozzaglia di fascisti, leghisti, razzisti e pure
ultrasinistri, (che ormai hanno definitivamente perso la loro identità
rivoluzionaria, diventando sempre più asfittici e poca cosa), ha convinto
quella parte di cittadini delusi e incazzati a dare il voto per far cadere
Renzi e il suo governo.
Il merito della riforma, anche qui, non esiste, è stato
solo il pretesto per la lotta politica e mi spiace che oltre ai poco informati,
ai babbioni, e ai veri interessati, i senatori a rischio, e chi aveva vendette
da fare come i D’Alema, ci siano cascati molti giovani confusi.
Ora la horrorcoalition
che farà, che può fare, viste le enormi, incredibili differenze sostanziali tra
un Salvini e un Fratoianni, tanto per dire?
Si metteranno intorno a un tavolo a fare una briscola, aspettando il
giorno delle elezioni per continuare a mangiarsi l’enorme pagnotta che gli paghiamo
tutti noi, senza avere nessuna intenzione o capacità di risolvere i problemi di
quei giovani che hanno abboccato.
Certo, qualche speranza potrebbe venire dal nebuloso,
a volte, pianeta dei 5 stelle, che qualche buona idea teorica l’hanno, ma che ancora
sembrano alunni dell’asilo quando si tratta di metterle in pratica. Intanto una legge elettorale, che per una volta
sembrava buona per scongiurare i governicchi alla Prodi, ricordate? con il rischio continuo che uno starnuto del
più piccolo partitino li facesse cadere, sarà cambiata per gli interessi,
appunto, dei piccoli futuri possibili giustizieri.
E vi è pure l’incubo che possa ritornare ad alzare la cresta il
Cavaliere Nero, che ancora non ha tirato gli ultimi, anche se sarà tutto da
vedere lo scontro tra leghisti e forzisti!
Peccato poi che, malgrado tutto, Matteo Renzi aveva cominciato
a contare qualcosa di più di uno sberleffo in Europa, e stava lottando
strenuamente sulla questione emigrati. Ora rialzeranno la testa i fautori del
Respingimento comunque, anche a cannonate. Evviva, si prospetta un radioso
avvenire!
Anche nell’ambito delle politiche europee ci si prepara un
radioso avvenire di destra razzista alla Le Pen, che farà il paio con quello che ci aspetta dall'America di Trump, e per fortuna che gli
austriaci si sono rivelati più saggi e coscienti di quanto si temesse.
Comunque alla fine di questa mia riflessione, amara, non posso
che concludere con una specie di profetico monito che ho spesso ripetuto ai
fautori del No: un giorno vi pentirete amaramente di aver votato insieme all’orribile
accozzaglia!
Ad ogni modo, chi vivrà vedrà!
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