martedì 30 maggio 2017

I buoni propositi!

http://www.greenstyle.it/strategia-energetica-nazionale-calenda-stop-al-carbone-entro-2030-223624.html





Visto in tv, rubrica “Leonardo” di rai tre.
Nel 2030 l’Italia abbandonerà il carbone per produrre energia, lo dice la Strategia Energetica Nazionale che dovrà anche stimolare una crescita delle energie rinnovabili, sole vento e idroelettrico. Questo quello che si propone il nuovo piano presentato dai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, ora si tratta di concordare come realizzarlo concretamente, insieme alle varie Associazioni di settore”.  Ma questo è il meno, dico io. L’importante si sa, è sparare grandi tesi, propositi bellicosi, raccontare insomma la favoletta per tutti i gonzi che ci credono.
Già siamo bravi nell’utilizzo limitato del carbone: Noi solo per il 15%, -sostiene Ermete Realacci , Presidente della Commissione Ambiente della Camera, -mentre la Germania, (che ne ha di più) supera il 40%”. Certo è facile essere parsimoniosi se si ha poco!
Nel campo delle rinnovabili oggi siamo al 17% , comprendendo elettrico solare e geotermico, settori che impiegano solo 50.000 addetti.
Un po’ di chiarezza:  Rinnovabili significa quelle fonti di energia che a differenza dei combustibili fossili e quelli derivati dal petrolio, possono essere considerate inesauribili per la loro continua rigenerazione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future; Sostenibili in quanto il tasso di rigenerazione è uguale o superiore a quello di utilizzo e Pulite poiché non rilasciano nell’atmosfera sostanze nocive o climalteranti, come per esempio l’anidride carbonica.
Ma allora se sono così buone, perché si fa tanta fatica a renderle fondamentali, per un futuro migliore del pianeta? E qui bisognerebbe approfondire il problema, analizzare chi rema contro, perché ha interessi nel campo delle fonti fossili.
Solo nel campo del fotovoltaico eravamo partiti bene, raggiungendo il 40% della produzione elettrica. Peccato che la tendenza si è poi rallentata, e l’azione del governo, con decreti come lo spalma incentivi, abbia penalizzato gli impianti fotovoltaici a favore di incentivi per i combustibili fossili, o equiparando, in modo truffaldino, alle rinnovabili, l’energia prodotta dalla cosiddetta termovalorizzazione dei rifiuti, con l'incenerimento. (Ciò avviene solo in Italia, in violazione delle direttive europee in materia, laddove la UE considera invece "rinnovabile" solo la parte organica dei rifiuti, ovvero gli scarti biodegradabili). In Sicilia, dove siamo agli ultimi posti in tema di raccolta differenziata, (con l’eccezione virtuosa di Castelbuono e i suoi asinelli), ogni volta si tenta di far passare la realizzazione di inceneritori, di diversa grandezza, invece che sviluppare sistemi alternativi alle discariche, che scoppiano, letteralmente, e favorire nei cittadini una cultura del differenziato e del riciclo, con metodi premianti, come già avviene in altre regioni.
Il giudizio delle Associazioni ambientaliste, che io condivido parola per parola, è molto netto: “C’è chi continua a raccontare bugie e ad indurre la gente a pensare che i costi di produzione dell’energia pulita siano molto maggiori rispetto a quella ricavata dai combustibili fossili e che  il costo dell’elettricità sia dovuta agli incentivi alle rinnovabili. Ora sono stati tagliati, ma la bolletta non è diminuita. Sarà quindi bene che gli italiani sappiano che i loro soldi finiscono per ingrassare le società petrolifere e gasiere e i distributori di queste sostanze”. Da Legambiente.
E anche Greenpeace, per voce di Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima, lamenta la mancanza di investimenti in rinnovabili, in contrasto con la strategia di difesa delle fossili dettata dal nostro governo, che facendo addirittura peggio dei suoi predecessori, è riuscito a ostacolare le energie rinnovabili su tutti i fronti: cambiando in corsa accordi già sottoscritti con lo “Spalma incentivi”, modificando la tariffa elettrica per frenare il risparmio energetico e finendo per causare un aumento delle nostre bollette, bloccando i piccoli impianti domestici, specialmente quelli fotovoltaici, di fatto mettendo in ginocchio un settore che nel resto del mondo crea occupazione e benefici sia all’ambiente sia ai cittadini. Il tutto con l’aggravante che parliamo di energia solare, una fonte di energia pulita su cui l’Italia dovrebbe puntare molto perché avrebbe le potenzialità per diventare un leader globale del settore, e la Sicilia, potrebbe esserne la capofila.
E c’è anche chi, da non credere, come Realacci che sostiene: “Si potrebbe fare molto di più, soprattutto favorendo l’autoproduzione dei cittadini, delle comunità ecc. di produrre energia dalle rinnovabili per il proprio consumo”.
Ma no! Quanti buoni propositi! Spero solo di arrivare al 2030.


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