Visto
in tv, rubrica “Leonardo” di rai tre.
“Nel 2030 l’Italia abbandonerà il carbone per
produrre energia, lo dice la Strategia Energetica Nazionale che dovrà anche
stimolare una crescita delle energie rinnovabili, sole vento e idroelettrico.
Questo quello che si propone il nuovo piano presentato dai ministri dello
Sviluppo Economico e dell’Ambiente, ora si tratta di concordare come
realizzarlo concretamente, insieme alle varie Associazioni di settore”. Ma questo è il meno, dico io. L’importante si
sa, è sparare grandi tesi, propositi bellicosi, raccontare insomma la favoletta
per tutti i gonzi che ci credono.
“Già siamo bravi nell’utilizzo limitato del
carbone: Noi solo per il 15%, -sostiene Ermete Realacci , Presidente della Commissione
Ambiente della Camera, -mentre la Germania, (che ne ha di più) supera il 40%”.
Certo è facile essere parsimoniosi se si ha poco!
Nel
campo delle rinnovabili oggi siamo al 17% , comprendendo elettrico solare e
geotermico, settori che impiegano solo 50.000 addetti.
Un
po’ di chiarezza: Rinnovabili significa quelle fonti di energia che a differenza dei
combustibili fossili e quelli derivati dal petrolio, possono essere considerate
inesauribili per la loro continua rigenerazione, il cui utilizzo
non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future;
Sostenibili in quanto
il tasso di rigenerazione è uguale o superiore a quello di utilizzo e Pulite
poiché non rilasciano nell’atmosfera sostanze nocive o
climalteranti, come per
esempio l’anidride carbonica.
Ma
allora se sono così buone, perché si fa tanta fatica a renderle fondamentali,
per un futuro migliore del pianeta? E qui bisognerebbe approfondire il
problema, analizzare chi rema contro, perché ha interessi nel campo delle fonti
fossili.
Solo
nel campo del fotovoltaico eravamo partiti bene, raggiungendo il 40% della
produzione elettrica. Peccato che la tendenza si è poi rallentata, e l’azione
del governo, con decreti come lo spalma
incentivi, abbia penalizzato gli impianti fotovoltaici a favore di
incentivi per i combustibili fossili, o equiparando, in modo truffaldino, alle rinnovabili,
l’energia prodotta dalla cosiddetta termovalorizzazione dei rifiuti, con
l'incenerimento. (Ciò avviene solo in Italia, in violazione delle direttive
europee in materia, laddove la UE considera invece "rinnovabile" solo
la parte organica dei rifiuti, ovvero gli scarti biodegradabili). In Sicilia,
dove siamo agli ultimi posti in tema di raccolta differenziata, (con
l’eccezione virtuosa di Castelbuono e i suoi asinelli), ogni volta si tenta di
far passare la realizzazione di inceneritori, di diversa grandezza, invece che
sviluppare sistemi alternativi alle discariche, che scoppiano, letteralmente, e
favorire nei cittadini una cultura del differenziato e del riciclo, con metodi
premianti, come già avviene in altre regioni.
Il
giudizio delle Associazioni ambientaliste, che io condivido parola per parola, è
molto netto: “C’è chi continua a
raccontare bugie e ad indurre la gente a pensare che i costi di produzione
dell’energia pulita siano molto maggiori rispetto a quella ricavata dai
combustibili fossili e che il costo dell’elettricità sia dovuta agli
incentivi alle rinnovabili. Ora sono stati tagliati, ma la bolletta non è
diminuita. Sarà quindi bene che gli italiani sappiano che i loro soldi
finiscono per ingrassare le società petrolifere e gasiere e i distributori di
queste sostanze”. Da Legambiente.
E
anche Greenpeace, per voce di Luca Iacoboni, responsabile della campagna
Energia e Clima, lamenta la mancanza di investimenti in rinnovabili, in
contrasto con la strategia di difesa delle fossili dettata dal nostro governo,
che facendo addirittura peggio dei suoi predecessori, è riuscito a ostacolare
le energie rinnovabili su tutti i fronti: cambiando in corsa accordi già
sottoscritti con lo “Spalma incentivi”, modificando la tariffa elettrica per
frenare il risparmio energetico e finendo per causare un aumento delle nostre
bollette, bloccando i piccoli impianti domestici, specialmente quelli
fotovoltaici, di fatto mettendo in ginocchio un settore che nel resto del mondo
crea occupazione e benefici sia all’ambiente sia ai cittadini. Il tutto con l’aggravante che parliamo di energia solare, una fonte di energia pulita
su cui l’Italia dovrebbe puntare molto perché avrebbe le potenzialità per
diventare un leader globale del settore, e la Sicilia, potrebbe esserne la
capofila.
E
c’è anche chi, da non credere, come Realacci che sostiene: “Si potrebbe fare
molto di più, soprattutto favorendo l’autoproduzione dei cittadini, delle
comunità ecc. di produrre energia dalle rinnovabili per il proprio consumo”.
Ma
no! Quanti buoni propositi! Spero solo di arrivare al 2030.
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