sabato 13 maggio 2017

Incendi, cui prodest?

http://messina.gds.it/2017/05/12/notte-di-fiamme-sui-nebrodi-a-naso-abitazioni-distrutte-disabili-evacuati-dalle-case_664403/






  Bene, cioè male, malissimo. In Sicilia è iniziata la stagione degli incendi. Siamo solo a Maggio, ma quest’anno il nostro caldo “venticello” di scirocco ci ha già deliziato con due giornate torride, e i piromani sono entrati ufficialmente in azione.  Da articoli di stampa: ”L’incendio, divampato nel tardo pomeriggio di giovedì in contrada Malò a Naso e domato ieri mattina, dopo un intenso lavoro da parte di vigili del fuoco, guardie forestali e volontari, con il fondamentale apporto di un canadair della protezione civile, alla fine ha lasciato un segno di tristezza ed è risultato uno dei più gravi, fra tanti, che i Nebrodi hanno contato negli ultimi anni. Dal tardo pomeriggio di giovedì le fiamme, probabilmente innescate dal piromane di turno approfittando delle alte temperature e del vento di scirocco…”
Questo quello più grave, poi altri minori sparsi qua e là. Il preavviso di ciò che potrà accadere più avanti nella stagione è già molto inquietante, e ricordando il giugno di fuoco dello scorso anno, non c’è da stare allegri. “il 16 Giugno scorso, giornata di scirocco micidiale, la Sicilia è stata assalita dalle fiamme. Incendi in ogni dove per un bilancio drammatico: 800 roghi, 5.626 ettari di terra incendiati, di cui 3.748 ettari bosco e 1.878 di superficie destinata a macchia mediterranea. Un inferno.”
Il problema è sempre lo stesso: c’è chi appicca il fuoco, per interesse o per distrazione. Il secondo caso è nettamente minoritario, mentre per il primo, prevalente, non è mai facile e conveniente indagare di chi sia l’interesse. Da sempre le accuse sparse delle autorità che si avvicendano al governo o con le diverse responsabilità spaziano dal considerare colpevoli: la mafia in genere, i forestali disonesti, i pastori che vogliono allargare il pascolo, chi vuole creare spazi per costruire.
Da sempre si lanciano grandi allarmi, si fanno propositi d’intervenire radicalmente, poi nulla si fa, e il fuoco continua a distruggere ettari di territorio, di boschi, di natura meravigliosa. Eppure qualcosa anche se poco si è fatto, per darsi strumenti legislativi, come “la legge 1 Marzo 1975, n. 47 con particolare 'art. 9 e di analoghe disposizioni regionali in materia che vieta l'insediamento di costruzioni di qualsiasi tipo nelle zone boscate distrutte o danneggiate dal fuoco, impedendo, altresi’, che tali zone assumano una destinazione diversa da quella avuta prima dell'incendio.
La tutela giuridica e’stata in seguito integrata dalla Legge Galasso, n. 431 dell' 8 Agosto 1985, che sottopone al vincolo paesaggistico i terreni boscati percorsi dalle fiamme.”
Ebbene mi chiedo quante siano le amministrazioni che per ottenere una drastica riduzione delle cause d’innesco d’incendio, anziché intervenire nella fase emergenziale dello spegnimento, attuano queste disposizioni, e promuovono l’attività di prevenzione tramite l’attuazione anche di una ulteriore legge, nazionale n. 353/2000, che al comma 2 dell’articolo 10,  stabilisce che:
"i comuni provvedono a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente".
Già questo potrebbe essere utile per disinnescare una parte di quell’interesse di cui sopra. Poi c’è la questione dell’utilizzo intelligente e produttivo delle capacità del corpo forestale, che dovrebbe essere impiegato stabilmente per una efficace azione di prevenzione, come sostiene Legambiente:
“lanciamo un appello affinché si punti su una maggiore prevenzione e tutela del territorio e delle aree boschive, si realizzino campagne informative e di sensibilizzazione e soprattutto si incrementino le risorse da destinare ai soggetti che cooperano nella lotta agli incendi boschivi e ai comuni, con meccanismi premiali per chi riduce il fenomeno utilizzando efficaci sistemi di prevenzione”. Appunto, questo è il tema, una prevenzione che venga premiata, basterebbe che ogni squadra di forestali fosse spinta ad agire onde ottenere un premio se nella zona di competenza non si verificano incendi. Così cadrebbe anche la leggenda dei forestali incendiari. Tra l’altro in alcuni studi sull’argomento si parla di efficaci strumenti che potrebbero essere utilizzati “I punti di avvistamento comprendono un sensore all'infrarosso, una unita’ di telerilevamento, una stazione automatica per la rilevazione dei dati meteorologici, apparecchiature hardware e software per lo scambio delle informazioni con i Centri Operativi Locali ed un sistema di controllo e diagnostica”
Ci sono nel nostro territorio? Io ho visto solo qualche torretta di legno di controllo per forestali con buona vista.
Ma il problema è sempre lo stesso, mancanza di fondi, salvo spendere ingenti capitali per l’utilizzo dei Canadair, considerando che un’ora di volo, costa 14.000 €, e in passato, facendo una ricerca viene fuori una storia di speculazioni, con inchieste e arresti, che sarebbe troppo lungo raccontare.  Io, poi, maliziosamente mi chiedo da sempre se un altro “interesse” al fuoco, non sia anche proprio l’uso dei canadair.


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