mercoledì 18 novembre 2020

Ah! Camilleri!

Sto leggendo uno dei primi libri dell'incomparabile Andrea, che ancora non avevo: "Il cane di terracotta" e ho trovato una descrizione della Vucciria che mi ha colpito, alla luce dei tempi che stiamo vivendo, che  certo oggi è impensabile. Viene spontanea la domanda angosciosa: ritorneremo a quell'atmosfera, e se quando?

 "Vennero  fora dall’albergo che quasi era sera, andarono alla Vucciria. Livia era stordita e travolta dalle voci, dagli inviti,  dalle grida delle mercanzie, dalla parlata, dalle contraddizioni, dalle fulminee risse, dai colori così accesi da parere finti, pittati. Il sciauro del pesce frisco si mescolava a quello dei mandarini, delle interiora di agnello bollite e cosparse di caciocavallo, (la cosiddetta mèusa), delle fritture, e l’insieme era una fusione irripetibile."


Nessun commento:

Posta un commento