E qui voglio fare un mea culpa e un
proposito: dopo questo non scriverò più del Moloch, che ha impestato e continua
a farlo l’anima degli italiani, compresa la mia.
Però non si può evitare di parlare dell’ultima
assurda testimonianza di questo malore, di questo vero e proprio incantesimo
che ancora permane: il bisogno e la smania di rincorrerlo in ogni suo atto, facendo
così sempre e solamente il suo gioco. Mi riferisco allo scoop inseguito dal
giornalista Formigli di Piazza Italia-la 7, con la sua lunga intervista a “Diabolicus”
dove ben si è guardato di metterlo in difficoltà, che una volta di più
abboccando al suo amo, gli amplifica la già enorme visibilità, e la relativa
campagna elettorale. Il tutto pur essendo l’abbietto individuo, un pregiudicato
a tutti gli effetti, criminale reo di frode fiscale, già Primo Ministro.
E’ ormai lapalissiano il suo metodo, la sua
strategia: parlare, anzi straparlare, dire le cose più assurde, provocanti,
sparare cazzate, cosicché tutto il carrozzone dei mas media si metta in moto
alla sua rincorsa, per strappargli dichiarazioni, per lo più di smentita,
interviste ecc. Ed ecco che il Moloch continua a dominare la scena.
Probabilmente lo farebbe anche se fosse in
gattabuia, dove dovrebbe stare. Ormai sono sicuro, solo la Signora con la falce, lo farebbe zittire. Forse. Mah!
Comunque, tornando ai lasciti culturali del “ventennio”,
il comportamento di questi poliziotti, che fa il paio con quello del celerino
che dopo aver calpestato la ragazza stesa a terra, non ha trovato di meglio che
dire a sua difesa che pensava si trattasse di uno zainetto, dimostra solo una
cosa: che ogni manifestazione di arroganza del potere, in qualsiasi campo, è
finalizzata a una difesa dei propri privilegi, e motivata da un’appartenenza
culturale e morale a individualismo ed egoismo, inguaribili.
L’ultima perla di questa dimensione
culturale basata sull’arroganza del potere è quel Cosentino politico camorrista
di Forza Italia, che disponeva delle chiavi della Reggia di Caserta, gentilmente
fornitegli dal Prefetto amico, per farci lo jogging e tenersi in forma. Raccontando
questo fatto ad amici svedesi ti senti rispondere che non può essere vero, che
si tratta di una barzelletta.
Conseguenza ulteriore di questo ambiente
culturale, è a mio avviso, anche l’imbarbarimento del modo di contendere,
politicamente, nel nostro sistema democratico. Non è più solo una questione fra
maggioranza che governa e opposizione, di lotta pur accesa, su temi politici;
ormai si tratta di attaccare l’avversario nel modo più volgare e cruento
possibile, come sta facendo oggi il guitto incazzato genovese.
Il bersaglio di Grillo è sempre di più e
solamente Renzi e il PD, su cui rovescia insulti sanguinosi, anche se stupidi,
del genere: i comunisti mangiano i bambini,
d’antica memoria. Quasi ignorando, perché in declino elettorale, il vero male
costituito dalla residua destra forzista e dalla lega secessionista e razzista.
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