TRE MOTIVI PER VOTARE SI AL REFERENDUM SULLE TRIVELLE
di Paolo Farinella, prete
Genova 15-04-2016. – Il primo motivo sta
nell’invito del presidente del Consiglio, seguito a ruota dal
presidente emerito della Repubblica che protegge il primo come una
chioccia, perché hanno commesso un reato e continuano a commetterlo
perché violano due leggi in vigore. Ecco il testo.
D.P.R. 361 del 30 marzo 1957,“Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati” (recepisce il D.P.R. 5 febbraio 1948, n. 26, Titolo VII, art. 98 e altri). Testo attualmente in vigore.
Il pubblico ufficiale, l’incaricato di un pubblico servizio, l’esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell’esercizio di esse, si adopera a
costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione
di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in
pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all’astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000199.
Nota nel testo
199
La misura della multa è stata così elevata dall'art. 3, L. 12 luglio
1961, n. 603, nonché dall’art. 113, primo comma, L. 24 novembre 1981, n.
689. La sanzione è esclusa dalla depenalizzazione in virtù dell'art.
32, secondo comma, della citata L. 24 novembre 1981, n. 689
Il secondo motivo è
molto semplice, senza doverci addentrare in questioni tecniche: N. 40
trivelle dentro le 12 miglia sono inattive o perché esaurite o perché
non convenienti economicamente. Se passa il NO, le compagnie petrolifere
non avranno l’obbligo di smantellarle, ma resteranno come mostri in
mezzo al nostro mare senza produrre petrolio o gas, ma inquinando il
nostro mare fino alla consunzione totale. Se vince il SI
come ci auguriamo, il governo dovrà pretendere che siano smantellate,
cessando d’inquinare, non subito, ma dallo scadere della concessione
(dal 2018 al 2030 circa).
Il terzo motivo è
imperativo: Se Renzi dovesse vincere questo referendum, mette le
premesse per vincere le amministrative e in ottobre anche il referendum
sulla riforma costituzionale «Renzi/Boschi/ Verdini/Alfano».
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