tra le baracche di un territorio
stremato dal terremoto,
immerso nella lotta di un popolo
stretto tra il dramma e la mafia,
improvviso nella mia vita
irrompe il tuo nome
quel lontano 9 Maggio 78…
esplode come un fuoco
sempre più caldo e vivo
col passare degli anni…
io che credevo di fare,
militante impegnato e coerente
mi sono imbattuto in te
nel tuo impegno, nel tuo ardore
nel tuo coraggio inimitabile…
e da allora, da quel primo corteo
tra la gente atterrita di Cinisi
che spiava da dietro gli scuri
di un’atavica impotenza
quel fiume variopinto di giovane forza
che gridava con rabbia il tuo nome
30 anni sono già passati…
metà di una vita
da quel giorno memorabile
in cui una truce menzogna di stato
ha tentato di coprire il tuo martirio
dipingendoti, come gìà Giangiacomo
suicida o dinamitardo inesperto…
troppo a ridosso d’un cadavere eccellente
vittima di un terrorismo imbecille
puntualmente usato per mistificare
infangando la tua e la nostra volontà
di rivoltare il vecchio mondo
per costruirne uno migliore
di cui tu già ne eri cantore e poeta…
Trent’anni da quel giorno
che è deflagrato in molte coscienze pulite
di donne e uomini storditi
dalle notizie spezzettate e confuse
che andavano componendo un quadro
in cui l’unica certezza
era che tu non c’eri più…
Non ci saresti stato più tra i compagni
non avremmo più sentito la tua voce a radio aut
Ma da allora il tuo nome echeggia ovunque
è lievitato fino a coprire i continenti
è germogliato in menti d’ogni etnia
ha suscitato emozioni dagli schermi
favorendo lo sviluppo
di nuove promettenti consapevolezze…
da allora ogni anno il 9 maggio
è il momento dell’inventario
delle lotte, di qualche battaglia vinta
in una guerra ancora lunga,
dei caduti esemplari
come i tanti Giovanni Falcone
che dai loro posti hanno conquistato
una morte importante come la tua…
ogni anno il tuo sacrificio
diventa sempre più ingombrante
per chi aveva pensato da vigliacco
di risolvere un problema…
ma anche in giorni comuni, sempre
tu ci costringi a fare i conti
con la nostra coscienza
con il nostro umore d’irriducibili…
ci costringi a confrontarci
con l’immenso capitale
che il tuo nome rappresenta
timorosi di dilapidarlo…
non più solo contro un Tano Seduto
boss locale più o meno potente
oggi, ci si batte contro nuovi orchi
chi vuole rubarci l'acqua
chi avvelena l'aria
e uccide ogni ora di più il pianeta….
contro un governo nuovo
ma che è vecchio di sempre
di menzogne e di voglia di guerra
di leggi buone solo per pochi
e sferza e miseria per gli altri…
il Cavaliere Nero è tornato
con un voto suicida e vile
che per me è solo un incubo
e allora mi rifugio nel tuo nome
che vivrà per sempre
scolpito nei nostri cuori
di chi non si arrende mai…
9 maggio 2008
aggiornamento 9 maggio 2009
ah! caro Peppino, se tu vedessi
oggi che stiamo peggio di ieri
quando la DC dei sepolcri imbiancati
era il nemico che sembrava imbattibile
e noi irriducibili mai domi
quasi rischiamo di rimpiangerla
di doverle l’onore delle armi
in confronto all’era del Cavaliere nero…
quel grande corpo di balena
si è trasformata in orde di squali
di voracità insaziabile
che tutto divorano con il muto assenso
di un popolo di spettatori drogati…
anche tu Peppino, oggi impazziresti
di fronte all’imbarbarimento ebete
di cittadini che pur armati del voto
depongono con suicida fede
la loro dignità ad un nuovo Duce…
più scaltro e pericoloso perché guitto
sul palcoscenico di moderne illusioni
alimentate da un egoismo sfrenato
e dal terrore di perdere il proprio gruzzolo
fatto di benessere e briciole di potere…
ah! Peppino come soffriresti
a vedere lo scempio di parole nobili
come democrazia e libertà
mentre un ghigno satanico
permette ad un restaurato Giuda
di violentare una ben misera Italia…
ho il terrore di pensare che anche tu
pur con la tua lucida forza
oggi potresti rischiare di rimbalzare
contro il muro di gomma di questa società
ed essere costretto come me
a sperare solo nell’indennizzo della storia
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