Pino giornalista sopraffino
Piccolo grintoso e combattivo
tenace come un ulivo secolare
lui è un giornalista televisivo
che al mondo intero vuol parlare
la sua voce nell'etere fa male
non certo d'Albertazzi è la dizione
ma ricca di pratica professionale
può servir comunque di lezione
per tutti quei colleghi prezzolati
con la bocca per viltà cucita
senza vergogna d'esser sputtanati
dalla sua piccola tv autogestita
armato solo del suo sarcasmo
con il suo microfono è puntuale
porta ovunque il suo entusiasmo
dove si lotta per qualcosa d'illegale
Pino non ha paura di niente
con i suoi servizi fatti in casa
fa le pulci ad ogni potente
al mafioso o a Totò “vasa vasa”
ora qualche bastardo delinquente
ha cercato perfino di strozzarlo
e così ovunque anche dal continente
fanno a gara per proteggerlo e stimarlo
anch'io nel mio essere contestatore
memore del tuo saperti schierare
al nostro fianco contro l'inceneritore
ti voglio con ammirazione ringraziare
prima la vigliaccheria
della rozza violenza mafiosa
ed ora quella anonima
di qualche squallido verme
che non ha neppure una faccia
da mostrare senza vergogna
la mafia si sa colpisce nell’ombra
ed è micidiale quanto spietata
ma è un nemico noto messo nel conto
mentre la pugnalata nelle spalle
di qualcuno che odia per invidia
è una viltà ancora più triste
perché non priva di cultura
anche se di valori mistificati
e dietro le accuse senza volto
corre la giustizia dello stato
pronta in effimere discipline
senza curarsi del ridicolo rigore
imposto da leggi imperfette
Oggi si è tenuta presso il tribunale di Partinico la prima udienza, con l’ovvio risultato di rinvio, del
Processo a Pino Maniaci per esercizio abusivo della professione giornalistica. Un fatto di una gravità inaudita, come direbbe qualcuno, che oltre a sfiorare il ridicolo di una magistratura pronta a dar seguito a denunce anonime con il rischio di colpire ed indebolire una voce forte e molto presente contro la criminalità mafiosa e lo strapotere dell’illegalità diffusa, dimostra ancora di più in quale situazione di degrado morale ed istituzionale sia attualmente il Paese.
Contemporaneamente lo stesso tribunale mandava “assolta” per prescrizione la mai doma Bertolino con la sua pestilenziale distilleria, rischiando così di vanificare decennali lotte della popolazione di Partinico in difesa dell’ambiente e della salute collettiva.
Quanti giornalisti cosiddetti, con la tessera corporativa in tasca, possono essere considerati appena al livello di un Maniaci, per volontà, dinamicità, coraggio, nel documentare la realtà in tutti i suoi aspetti senza condizionamenti del potere politico ed economico imperante?
In contemporanea a questo processo farsa dovrebbe partire quello per i 20 prezzolati assunti con chiamata diretta dall’ex governatore Cuffaro, per le sue tribune stampa, profumatamente pagati, di cui qualcuno non ha neppure la famosa tessera dell’Ordine. Ma si sa certe protezioni possono aprire tutte le porte. E a proposito della condanna di Cuffaro a 5 anni e interdizione dei pubblici uffici, com’è che può fare il senatore, forse che il senato non è un pubblico ufficio?
Ma in senato c’è anche quell’illustre personaggio grande amico del premier, che risponde al nome di Marcello Dell’Utri, già condannato in primo grado a nove anni per associazione mafiosa, estimatore di Mussolini, ed ora relatore di un emendamento che vorrebbe sconfessare il rischio dei cambiamenti climatici per colpa dell’uomo, perché sono modesti. Il che è perfettamente in linea con la schizofrenia del governo che nel pomposo G8 di Siracusa si dichiara a favore di iniziative comuni con l’Europa per combattere l’effetto serra. Parole tante a vanvera, fatti concreti niente.
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