Roma, 12 mag. (Adnkronos/Ign) - "Le chiedo di voler concedere la grazia ad Adriano". Lo scrive, riferendosi ad Adriano Sofri, Francesco Cossiga in una lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. ''Non credo - scrive il presidente emerito- che mi faccia velo la mia antica amicizia verso Adriano Sofri, alla cui colpevolezza non ho mai creduto anche a causa della farfugliata sentenza di condanna e dei caratteri del movimento comunista di Lotta Continua che mai ha praticato la lotta armata, se Le chiedo di voler concedere la grazia ad Adriano, una grazia che gli farebbe vivere in piena libertà una vita che già si avvia dolorosamente al suo termine a causa di gravissimi mali".
Lettera ad Adriano –maggio 2009
Dice qualche saggio:
“c’è un tempo per pensare
ed uno per agire”
ma tu Adriano hai osato viverli
in un unico momento…
in anni lontani sembra un secolo
su barricate più spesso virtuali
in giorni assidui di lottacontinua
ad un sistema che non ci piaceva…
tu sei stato “cattivo maestro”
di un pugno di ribelli
avidi di slogans e di giustizia…
tu, leader improvvisato come tanti
hai però pagato come pochi…
non credo minimamente al tuo delitto
mandante di cosa?
di un sogno per un mondo migliore?
allora siamo in molti colpevoli…
io, ero sulle stesse barricate
in altre posizioni, più estremo?
comunque immerso come tutti
in uno stupido pantano d’ideologie
che ha frenato e poi disperso
la nostra forza variopinta
ed eravamo già noglobal
convinti di avere la verità in tasca
tesi a ribaltare il vecchio mondo
per uno nuovo, tutto da decidere…
noi, eroi senza nome del 68
ti abbiamo delegato il talento
di trasferire a migliaia di giovani
quell’idea di lotta e di utopia
che animava la nostra vita
e tu paghi in modo efferato
la nostra illusione di cambiamento…
Tu stai scontando per tutti
per me, per lui
per chiunque abbia osato ribellarsi
e inneggiare all’amore libero
così come “no allo sfruttamento”…
per chi ha dovuto difendersi dai manganelli
guerrieri ingenui di una lotta impari
ai simboli di un mostro con più teste…
Certo c’è chi ha pagato di più, con la vita
ma almeno è martire riconosciuto
con il proprio posto nella storia…
tu, invece, nota firma sui giornali
non sei neppure degno della clemenza
di questo squallido Parlamento…
e tu fieramente non la chiedi
in un invidiabile atto di coerenza
al tribunale ottuso che ti ha giudicato…
tradito da ex sodali invidiosi
fragili nelle fauci di un potere vendicativo
la società di cui sei figlio irrispettoso
ti ha condannato come un emblema…
un Moloch malato -ma sempre feroce-
che ancora si serve della guerra
per esorcizzare l’angoscia globale
che da ogni latitudine lo cinge d’assedio
non conosce ripensamenti…
e anche il dogma evangelico è pura teoria,
denaro e potere, sesso e vanità
brillano sugli altari di tutte le chiese…
Io non conosco i tuoi occhi da vicino
ma so quello che sei
ed ora che la salute ti abbandona
e il nero dello sconforto
rischia di coprire il rosso sfolgorante
che ha colorato i nostri anni
oggi che perfino il nemico di allora
il Presidente con la kappa
chiede per te la grazia
posso solo dirti Grazie! per la forza
con cui hai resistito, per tutti noi
orfani di un’idea e di un impegno
cui tu ancora fai onore.
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