venerdì 8 aprile 2011

Per una corretta politica ambientale

Lettera Aperta alla Prestigiacomo sulla “Tutela Penale dell’Ambiente”.

On. Ministra, entro il prossimo 10 aprile dovrà essere emanato il decreto legislativo sulla tutela penale dell’ambiente che recepisce la Legge Comunitaria 2009, possiamo sperare che detto decreto venga effettivamente deciso e che non si ricorra ad un suo rinvio in previsione di una imperdonabile decadenza? Le nostre Associazioni ritengono di vitale importanza che questa occasione di vera democrazia, non venga sprecata. Quello che è in gioco è il miglioramento della qualità ambientale di un territorio che da oltre cinquanta anni è stato massacrato da uno sviluppo senza alcun controllo e che può realizzarsi, a nostro avviso, ricorrendo ad interventi sanzionatori anche di carattere penale, e non attuando provvedimenti premianti come gli accordi transattivi da Lei proposti. “Accordi transattivi” con le industrie, fra cui quelle siciliane di Priolo e Gela, per cancellare in un sol colpo tutti i gravi disastri ambientali da esse causati. Tratterebbesi di un colossale condono tombale/ambientale a favore di quanti hanno consapevolmente ignorato di fatto la violazione di numerosissimi diritti tra cui quello alla salute, alla vita, ad un ambiente sano e ad uno standard di vita accettabile. Tali accordi infatti equivarrebbero ad un saldo del tipo di fine stagione: Inquini 10 paghi 1. “Finalmente in Italia il contrasto al crimine ambientale non si farà più con armi spuntate”, come ha dichiarato il senatore Francesco Ferrante, che si interessa delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto al workshop “I delitti contro l’ambiente e la salute” organizzato dall’Isde Italia (International Society of Doctors for the Environment, Associazione Medici per l’Ambiente). “In Italia – aggiunge Ferrante - i responsabili dei reati ambientali sono soggetti solo a sanzioni pecuniarie. Nel nostro paese i reati contro l’ambiente sono sostanzialmente crimini senza castigo, sebbene il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, è pari a circa uno ogni 43 minuti. Non emanare il decreto legislativo entro il 10 aprile vorrebbe dire fare un regalo enorme all’ecomafia e agli inquinatori senza scrupoli, un vero e proprio colpo di spugna che annullerebbe i principali processi per crimini ambientali in Italia”. La nostra preoccupazione sull’eventuale non emanazione del suddetto decreto scaturisce dalla conoscenza dei gravi danni all’ambiente ed alla salute certificati dai numerosi studi epidemiologici che ne attestano il rapporto di causa-effetto, oltreché dei rischi cui sono esposti lavoratori e cittadini residenti nell’area industriale.
Signora Ministra, ci siamo permessi di esternarLe i nostri dubbi sull’emanazione del decreto, considerati i Suoi ultimi e decisivi orientamenti, non condivisi dai cittadini del siracusano, in tema di protezione della salute (CDR, da impiegare quale co-combustibile nei cementifici, operazione che produce molto più inquinamento rispetto agli inceneritori) e di prevenzione dei rischi (costruzione di rigassificatore, ignorando le giuste prescrizioni dell’Assessorato regionale all’Energia ed il parere negativo dell’Assessorato regionale all’Ambiente per la coesistenza nel sito prescelto del triplice rischio: sismico, bellico ed industriale.
Augusta 06 aprile 2011
Decontaminazione Sicilia, AugustAmbiente e Costituente Ecologista Siracusa

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