domenica 8 giugno 2008

Il Mediterraneo, strage continua a cielo aperto

Continua ad aumentare il numero dei morti della guerra dichiarata ai migranti dall’Europa e dall’Italia. Decine di cadaveri dispersi nel Canale di Sicilia, altri cadaveri impigliati sugli scogli del ragusano, a Linosa, a Lampedusa, effetti collaterali delle decisioni assunte o semplicemente annunciate sulla introduzione del reato di immigrazione clandestina e sull’inasprimento delle normative sulla protezione internazionale e sui ricongiungimenti familiari, decisioni europee che con l’adozione della direttiva rimpatri permetteranno di portare fino a 18 mesi la detenzione amministrativa di tutti i migranti costretti ad arrivare irregolarmente in Italia.

Il nuovo pacchetto sicurezza, con quattro disegni di legge ed un decreto legge già operativo, segna un ritorno ad uno stato fascistoide nel quale l’arbitrio della polizia viene sottratto persino al controllo di legalità della magistratura. Un omaggio agli alleati post-fascisti di Berlusconi e alla Lega Nord, che già quattro anni fa avevano dichiarato che si sarebbe dovuto sparare agli immigranti mentre erano ancora a bordo delle navi.

L’opposizione condivide 9 punti su 12 del pacchetto sicurezza proposto da Maroni, ed é pronta ad un voto di tutte quelle misure repressive, anche nei confronti dei cittadini comunitari, che già erano state annunciate dal ministro degli interni Amato. Ma soprattutto, dopo gli accordi italo-libici sottoscritti a Tripoli il 29 dicembre dello scorso anno, si propongono come i garanti della continuità in politica estera, additando la strada che deve seguire il nuovo governo.

Il governo Berlusconi ripropone infami accordi di riammissione, anche con paesi come la Libia e la Tunisia che non riconoscono effettivamente il diritto di asilo e che praticano la tortura e la detenzione arbitraria, per bloccare gli irregolari prima che arrivino in Italia o per rispedire indietro come carne da macello i migranti che riescono a raggiungere le nostre coste.

In questo quadro la Sicilia e le isole minore vengono militarizzate, con l’ampliamento dei centri di identificazione ed espulsione e la creazione di nuovi centri presso le vecchie caserme militari. I vecchi CPT cambiano nome: si chiameranno CIE (Centri di identificazione ed espulsione), centri che serviranno ad assicurare l’arresto immediato e la detenzione amministrativa dei migranti che arrivano dopo avere attraversato il deserto ed il canale di Sicilia. Lampedusa si trasforma in un gigantesco lager a cielo aperto: il sindaco propone di circondare con filo spinato il centro di accoglienza creato dal precedente governo; la parlamentare Maraventano chiede la costruzione dei centri di detenzione per immigrati a mare.

Mentre sono ancora i pescatori a trarre in salvo i superstiti dell’ultima tragedia dell’immigrazione, continuano i processi contro operatori umanitari e pescatori, colpevoli soltanto di avere commesso un atto di solidarietà salvando la vita a naufraghi in procinto di annegare. Altri pescatori preferiscono fare finta di non vedere e qualcuno ordina all’equipaggio di buttare a mare i naufraghi che tentano di salvarsi salendo sulle imbarcazioni da pesca, per non perdere la giornata di lavoro, rischiando guai con la giustizia. E si continua a legittimare la lotta all’immigrazione clandestina con l’arresto di alcuni migranti, scelti a caso tra i superstiti dei naufragi, con l’accusa di essere gli scafisti. Tutto questo avviene senza alcuna cura e scrupolo per il rispetto dei diritti umani ed in particolare del diritto alla vita e di asilo politico.

Tante tragedie si consumano senza testimoni e riflettori. La stampa ignora i tragici fatti che con cadenza quotidiana segnano le rotte dell’immigrazione irregolare, ed enfatizza gli sbarchi, tacendo sul fatto che solo il 10 per cento di tutti coloro che entrano irregolarmente in Italia sono costretti a rischiare la vita attraverso deserti e mari in tempesta. Gli altri, quelli che si possono permettere di pagare un visto di ingresso presso i nostri uffici consolari, o presso gli uffici degli altri paesi che aderiscono a Schengen, entrano in Europa dalla porta principale, con un comodo aereo o con un bus e poi rimangono per anni come irregolari ad infoltire l’esercito dei lavoratori in nero.

Il messaggio inviato dai governi continua ad essere lo stesso: le vite dei migranti sono moneta di scambio in un gioco di potere che strumentalizza la questione dell’immigrazione per conquistare i consensi elettorali e nascondere all’opinione pubblica i reali problemi del paese e i futuri scenari di repressione dei diritti fondamentali di tutti, cittadini e non. Si fa gioco forza sulle paure degli Italiani, complici insieme all’Europa di una strage di innocenti che tra qualche anno, se continueranno queste politiche di morte, non avrà precedenti nella storia mondiale.

La Sicilia deve rispondere con gesti straordinari e con una vera capacità di accoglienza rispetto a questa emergenza creata ad arte dalla politica italiana che si dichiara in lotta contro un sistema di illegalità che si vuole invece, di fatto, continuare a legittimare. Dal sud dell’Europa deve arrivare una risposta forte e determinata contro tutti i tentativi di criminalizzazione dei migranti e contro i processi di esclusione sociale e di schiavizzazione che giungono a coinvolgere anche tanti giovani italiani, costretti a loro volta ad intraprendere la via dell’emigrazione. Occorre una nuova capacità di aggregazione e di rappresentazione degli interessi dei gruppi socialmente più deboli. Occorre una vera capacità di interposizione di fronte agli attacchi da parte degli apparati repressivi armati da legislatori violenti quanto in malafede, e da un finto governo democratico degli interessi collettivi.



> Date: Sun, 8 Jun 2008 16:59:12 +0100

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