Nel frattempo il figlio che aveva brigato tutto il tempo per attirare la sua attenzione, riuscì a prendergli un foglio di quelli che aveva in mano, e cominciò a emettere strani brontolii misti a dei ripetuti -Mah…a me non sembra…- al che suo padre, mentre recuperava con forza il foglio con il cruciverba -Andrea lascia stare, lo sai che di enigmistica ne capisco più io, no!- e si dispose ad ascoltare la risposta di Guido.
-Bè io avevo pensato a qualcosa come incompleto, che desse l’idea di un cruciverba da completare insomma…-
-Benissimo, ecco!- esclamò con enfasi il Pigna, agitandosi sulla sua poltrona, -Incompiuta, potremmo chiamarlo così, anzi meglio, le incompiute, trattandosi di parole crociate- quindi rivolto al figlio in maniera perentoria, che non ammetteva discussioni: -Avanti, vai a chiamare Sandro e digli che lo voglio subito qui, tutti e due naturalmente.-
Uscito il figlio, chiaramente contrariato, parlò con un tono molto pacato e soddisfatto: -Lui pensa che io sia rimbecillito e non sia più in grado di pensare bene per l’azienda, ma si sbaglia lui e il suo amico Sandro, che vorrebbero farmi le scarpe, tutti e due, visto che io sono vecchio. Si sbagliano di grosso- con improvviso aumento di tono e con grande veemenza -se pensano che li lasci fare, l’idea dell’inserto di enigmistica è stata mia e io la voglio gestire a modo mio- quindi rivolto a Walter che l’aveva ascoltato annuendo ogni tanto con la testa: -Tu Walter l’hai visto l’altra volta com’è andata, e ora vorrebbero fare lo stesso con questi ragazzi. No, devono vedersela con me, fino a prova contraria sono ancora io il titolare della Pigna Editrice- e finì il suo discorso, lievemente affannato, guardando con un sorriso i tre giovani davanti a lui, come si aspettasse una conferma.
I quali, da parte loro erano intenti ognuno in pensieri diversi, ma tutti di ammirazione per quel vecchio capitano di azienda che, a quanto pare, aveva gatte da pelare in famiglia. E siccome i suoi “nemici” erano a tutti antipaticissimi, era chiaro che i tre giovani parteggiavano per lui, anche senza conoscere bene la situazione. Così si stavano scambiando occhiate di complice solidarietà quando entrarono i due, Andrea e il caporedattore. Si avvicinarono alla poltrona del grande capo, restando in piedi uno accanto all’altro, apprestandosi ad ascoltare le sue parole, con aria più infastidita che dimessa.
-Sentitemi bene! D’ora in poi bisogna cercare di sfruttare al meglio il talento di questi giovani collaboratori, e non voglio sentire storie- accompagnando le parole con gesti secchi delle mani- E a proposito Sandro che fine hanno fatto i lavori di…come ti chiami? ah sì Mike?- finendo la frase con un tono quasi minaccioso.
-Ma veramente io…- cominciò quello con aria tutt’altro che spavalda -devo vedere..non mi ricordo…forse è ancora in attesa di …si deve valutare probabilmente…-
-E per valutare come dici tu, ci vuole più di un mese? -replicò con durezza, rivolgendosi poi a Mike per chiederne implicitamente l’assenso.
-Ma babbo, lo sai che Sandro ha un mucchio di cose da fare, anche i testi da controllare, non solo delle parole incrociate.. - cercò di prendere subito le sue difese il figlio, con una faccia da tiraschiaffi penosa, e con quel babbo che fece una certa impressione.
-Quante volte devo dirti che non si dice incrociate, ma crociate, testone che non sei altro, se proprio non vuoi usare il termine cruciverba che è più appropriato- Il vecchio ora sembrava proprio adirato, magari per come era stato chiamato da quel figlio testone, pensò qualcuno -E poi tu scusa che ci stai a fare, se non coadiuvi Sandro e non gli alleggerisci il lavoro?-
A questo punto la faccia dei due in piedi, che si molleggiavano infastiditi e in difficoltà, sembrava quella di due scolaretti presi a bacchettate dall’insegnante. -Comunque- riprese con forza -Da domani voglio che questo giovane, Mike.. no volevo dire lui, Guido, collabori con il suo cruciverba, ogni settimana, e si chiamerà le Incompiute, sì - con una certa soddisfazione -e tu ti limiterai a controllare che sia tutto giusto, le definizioni ecc- concluse rivolto al Mazzola. -Siamo d’accordo?-
Ovviamente non ci fu nessuno che disse bah, e Guido che non stava più nella pelle, cominciò a ringraziare il grande vecchio che guardava davanti a sé con aria soddisfatta, come chi ha messo tutti nel sacco.
-Ah, e per quanto riguarda te Mike, penso che avrai una copia dei tuoi progetti, no?- e senza aspettare risposta -quindi fai una bella cosa, li prendi e li porti a me personalmente che vediamo cosa c’è di buono, o.k.?-
-Bene, grazie, si ce li ho, mi dica lei quando glieli posso portare- quasi con voce incerta, si sentì Mike rispondere, mentre i due in piedi si scambiavano occhiate furibonde.
-Ma quando vuoi, io generalmente il mercoledì e il sabato sono sempre qui, a quest’ora. Già, mentre tu Walter, mi pare che già hai due contributi, se non sbaglio, vero?Va tutto bene?-
-Ah sì grazie Dottore, io per ora sono a posto, e sto lavorando a qualche altra idea… poi le farò sapere- E così dicendo Walter si alzò dalla poltroncina e guardando con aria apertamente sfottente verso il Mazzola fece il giro del tavolino e si avvicinò alla poltrona dove stava il Pigna, per porgergli la mano. -Io credo di poterla ringraziare anche a nome di questi due amici. Lei si è dimostrato come sempre molto in gamba. Io l’ammiro veramente e sono sicuro che con Lei la casa editrice diventerà sempre più importante- concludendo con una rapida occhiata verso chi gli stava a lato.
-E ti ringrazio per questo, ma purtroppo non è così semplice, i problemi oggi giorno sono tanti per portare avanti la baracca, e ci vogliono sempre idee nuove- concluse ammiccando verso suo figlio che impalato come un baccalà voleva dar l’idea di essere indifferente alle sue parole. -Comunque vi ringrazio per la vostra franchezza, e ora però si è fatto tardi, dobbiamo aggiornare…-
-Certo, certo- si affrettò a dire Walter che era rimasto in piedi a sinistra dell’uomo con i capelli bianchi, -già abbiamo abusato fin troppo della sua pazienza. Ora ce ne andiamo, e ancora grazie- Così dicendo fece segno agli altri due giovani rimasti a sedere, che si alzarono prontamente e si avvicinarono al grande Pigna per stringergli la mano.
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