Ed ecco che improvvisamente si spalanca la porta e con una specie di grido strozzato irrompe la madre di lui, che paonazza e del tutto indiscreta domanda: -Si può sapere che state facendo voi due?-. Al che Marco. con incredibile sangue freddo, è pronto a rispondere: -Niente, stiamo giocando semplicemente con il Colorado-
Ma è solo un attimo di lucida incosciente prontezza perché subito dopo si vergognerà come un ladro, diventando rossofuoco, mentre Gabriella fugge via piangendo, inseguita dalle urla esagerate e poco educative di una mancata suocera.
La prima conseguenza immediata è un enorme imbarazzo, crescente insieme alla febbre che diventa da cavallo, ma ben più gravi saranno gli effetti successivi, se è vero che la sua vita sessuale
finìrà per essere tardiva e piena di casini.
Inoltre, gli crescerà il rammarico perché mai avrà modo di spiegare alla madre quanto può essere deleterio troncare bruscamente sul nascere una sana precoce smania d’apprendimento, specialmente quando gli unici insegnamenti sull’argomento sesso si limiteranno a un minaccioso avvertimento ogni volta che Marco si chiuderà in bagno per troppo tempo, del tipo: -ESCI DI LI’! SMETTILA!GUARDA CHE SI DIVENTA CIECHI!-
In seguito a quell’episodio ogni tanto si sorprenderà a chiedersi: “Che fine avrà fatto Gabriella? Suora o pornostar? Chissà! Magari semplicemente psicologadivorziata o madreresponsabile con negozio di giocattoli”
Ecco raccontati i tre eventi più significativi, ma ce ne sarebbe un quarto, pensandoci bene, che pure deve avere avuto una grande influenza sulla vita di Marco.
Fu in occasione della sua Prima Comunione: Andava a catechismo nell’Oratorio dei Frati Francescani e già soffriva come un ateo incallito per quelle noiose formulette ripetitive impartite con dolceseverità da Padre Casto.
Allora, l’unica distrazione era cercare d’immaginare dove avrebbe potuto finire quella sua lunghissima barba bianca, nei vari momenti topici della giornata del frate, per esempio quando doveva defecare (allora non si esprimevano così) Eh! Quanto avrebbero pagato tutti per vederlo nell’atto di calpestarla o inzaccherarla almeno una volta!
La sofferenza maggiore, però, gli era causata dal suo compagno di banco. Costui lavorava molto di dita, se le infilava in continuazione dappertutto: nel naso, nelle orecchie, in bocca, nell’ombelico, sotto le ascelle e da ogni posto ne annusava con gran gusto i diversi odori. Quando, al sommo della voluttà, se le infilava in culo, allora bontà sua, decideva che ne dovesse godere anche il suo fortunato compagno e proditoriamente senza che mai lui riuscisse ad evitarlo, gliele schiaffava sotto il naso con un sibilante: -Annusa il sacro profumo!-
“Chissà che fine avrà fatto anche lui., si chiederà più volte Marco. Commerciante di profumi o seguace di Padre Pio?”Comunque anche quel supplizio ebbe termine e i giovani furono pronti per il GrandeGiorno. Tutta la solita rituale cerimonia e poi finalmente via! Per una festa piena di dolci e di regali.
Ma il nostro che cosa ci combina? Per tutto il tragitto dalla chiesa al locale del ricevimento, accompagnato da alcuni suoi cuginetti, tutti più piccoli d’età che pendono dalle sue labbra come da un novello Messia, pensa bene di deliziarli con una quantità forsennata di barzellette spinte, cosiddette sporche. Senza che neppure si renda conto di fare peccato.
E anche questo è sicuramente un segno notevole. Poiché non fu capace di restare per più di 5 minuti in quella GraziadiDio, che tutta la parentela intorno commossa gli invidiava, non sarà stato, forse proprio allora che gli si aprì la strada verso l’ateismo più tenace?
Eh sì, partendo da questi fatti, non si può che concludere
dando ragione a quei popoli e a quelle filosofie che sostengono: Ognuno nasce e cresce sotto l’influsso di segni-eventi ben riconoscibili, che oggi potremmo definire dei precisi input del Karma.
Quella volta che quasi ce l’aveva fatta
Era sempre la solita storia. La solita stramaledetta discussione, inutile, stucchevole, snervante.
-PERCHE’ NON CERCHI QUALCOSA DI MEGLIO?! Sempre a fare quelle cagate, invece di cercare un lavoro serio!-
Se ne usciva dalla porta da dove era entrato sbattendola con forza. E intorno a Guido tremava tutto, che sembrava ci fosse il terremoto. Ogni volta questa sfuriata di suo padre aveva il potere di lasciarlo frustrato e nervoso.
Cominciava a chiedersi se non avesse ragione lui, “Ma cazzo” si diceva “non è che io non ci abbia provato, porco Giuda, a cercarmi un impiego”, e se non trovava nulla, non era colpa sua. Aveva già risposto a una quarantina di annunci, da che era rientrato nella vita “civile”, dopo i 14 mesi di naja.
E a quei pochi che l’avevano chiamato per un colloquio, dopo un sacco di manfrine, domande più o meno banali, e molti “Ehm..vediamo..le faremo sapere” di vari individui, quasi tutti antipatici, preposti a quell’incarico spiacevole di dover decidere della vita altrui, incarico che lui non avrebbe mai sicuramente accettato, ancora risposte non ne aveva ricevute, e quindi eccolo lì a fare le sue cagate, come sosteneva il padre. Proprio così, diceva cagate con la g e non con la c.
Che poi altro che cagate! Quei tentativi di comporre dei cruciverba erano una specie d’impresa eccezionale, per la quale lui ci metteva l’anima; e l’orgoglio, che aveva immenso, gli diceva che doveva assolutamente riuscirci. E doveva dimostrarlo a tutti, specie a suo padre.....
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