Comunque si fecero quasi le 12 e si alzarono per fare ritorno in Casa Editrice. Saliti al primo piano, Walter si avviò subito verso l’ufficio in fondo. Lo videro schiacciare un bottone sulla porta e poi entrare. Poco dopo uscì e fece cenno ai due che aspettavano impazienti di avvicinarsi. Prima di entrare abbassando la voce: -Purtroppo c’è pure il figlio, che è un po’ testa di cazzo, fate attenzione a non contraddirlo troppo- concluse con un mezzo sorriso. Entrarono. Il locale era ampio, una grande scrivania sul fondo, con dietro una lunga libreria zeppa di volumi, e più al centro un tavolo rotondo basso con intorno alcune poltroncine. Su una era sprofondato un signore anziano dall’espressione viva e con lunghi capelli bianchi, che ebbero subito l’effetto di renderlo simpatico a Guido. Al suo fianco in piedi, un giovane con la barbetta sottile fino a congiungersi con le basette, tipo Cavour giovanile, che li accolse senza un sorriso. Walter fece le presentazioni e rivolgendosi manifestamente al più anziano disse semplicemente: -Ecco i due ragazzi che le dicevo, che vorrebbero collaborare.-
-Ah, sì bene, questo è mio figlio Andrea- sorridendo appena e indicando con un largo gesto della mano, quasi a voler determinare tutto ciò che stava intorno, come a dire “è tutto mio”, così pensò con malizia Guido. Nessuno dei due Pigna fece un invito a sedersi, ad accomodarsi e i tre restarono in piedi, appena imbarazzati.
Poi il vecchio riprese a parlare e senza, apparentemente rivolgersi a nessuno in particolare disse: -E allora perché vorreste collaborare con noi? Per piacere o per denaro?- Dopo il primo momento di smarrimento sottolineato da un lungo silenzio, il primo a reagire e a rispondere fu Guido: -Ma veramente, mi sembra ovvio che ci sia anche l’aspetto economico oltre al fatto che sia un piacere, almeno parlo per me, fare cruciverba…-
-Ah!- lo interruppe il vecchio -Allora stiamo parlando dell’inserto enigmistico!- e finalmente guardò fisso chi aveva parlato, sollevando di scatto la testa. E mentre il figlio gli diceva qualcosa, stizzito, come a ricordargli di cosa si trattava, lui riprese quasi fra sé – Già, non ricordavo l’annuncio…- poi con energia: -A proposito, voi conoscete tutti i prodotti della casa?- con un’espressione compiaciuta -sia il giornalino a fumetti che il fotoromanzo?-
Ritenendo che il silenzio di due e il “Sì certo” di Guido, fosse l’assenso di tutti proseguì -Bene, m’interessa sapere che cosa ne pensate, sì voglio dire della qualità del prodotto.- I giovani incrociarono gli sguardi, sinceramente stupiti, pareva che si dicessero: ”Ma veramente chiede il nostro parere sui suoi giornali?”
Il primo a riprendersi fu Guido: -Cioè, lei vuole il nostro giudizio…su.. ma vuole la sincerità, veramente?-
-Sì, sì, con grande schiettezza, voglio sapere voi da lettori che cosa ne pensate, sì insomma se vi sembrano ben fatti o che altro- Il vecchio era molto animato ora, sinceramente interessato, mentre il figlio si lasciava andare a un, nitidamente udibile, “Ora poi anche questa”.
-Bè, se proprio vuole saperlo- riprese Guido con sicurezza -Io, ho delle idee precise sull’argomento e non so se… comunque il fotoromanzo posso solo dirle che non è il mio genere, è roba da cameriere e da caserma- mentre così parlava gli altri due giovani si scambiarono uno sguardo preoccupato, mentre lui, senza mostrare di accorgersene continuò -Per quanto concerne il giornalino, invece, trovo che a parte qualche fumetto molto buono, spesso le storie sono troppo assurde o banali, mi capita di prevedere facilmente il finale, e insomma mancano di mordente…- A quel punto Guido finì di parlare, rendendosi conto solo in quel momento, che forse aveva esagerato, visto il silenzio generale e le facce stranite degli altri. -Però mi piace molto, la trovo geniale l’idea dell’inserto enigmistico- Finì con la sviolinata, come per farsi perdonare il suo ardire. Poi spostò l’attenzione, circospetto, sul volto del vecchio Pigna, temendo improvvisamente la sua reazione, che non venne subito.
Durante tutto il suo discorso, l’uomo dai capelli bianchi, capitano d’industria di lungo corso, aveva mantenuto lo sguardo attento sul giovane, e solo impercettibili tic degli occhi avrebbero potuto denunciare il suo stato d’animo. Poi, d’improvviso come colto da un grande entusiasmo, si alzò in piedi, quasi gridando: -Ecco, è ben vero!, Lo dicevo io, giusto dici tu, forse bisogna modificare il tiro, ma… bisogna anche pensare al nostro bacino d’utenza tipico- E nello stupore generale si risedette stancamente.
Poi rivolgendosi a suo figlio, ma distogliendo quasi subito lo sguardo: -Lo vedi Andrea, che bisognerebbe fare delle analisi più approfondite, per migliorare la qualità…- quindi guardando davanti a sé, come nel vuoto -Ovviamente senza perdere di vista il nostro lettore tipo, forse si potrebbero conquistare nuove fasce di lettori…chissà- quasi parlando fra sé, quindi rivolgendosi a tutti: -Bene e allora che cosa avete da proporci? E intanto perché non vi sedete, accomodatevi!- rivolto ai tre sempre in piedi, i quali finalmente si affrettarono a prendere posto sulle poltroncine, mentre a Guido non sfuggì l’atteggiamento infastidito del giovane Pigna.
-Dottore mi deve scusare- iniziò a parlare Mike -ma io ho proposto già qualcosa, da più di un mese e ancora non ne ho saputo nulla.- Mentre Walter si limitava a un sonoro -Già!- il grande capo e suo figlio si diedero una furtiva occhiata, e lasciandosi andare a un forte sospiro, il Pigna seduto si limitò a dire: -Sempre il Mazzola eh!- questa volta rivolto verso Walter, che annuì vigorosamente.
-Va bene, ora vedremo cosa si può fare, me ne occuperò personalmente- e subito dopo aver zittito con un gesto un tentativo del figlio di trovare qualche scusante alla situazione si rivolse apertamente a Guido: -Allora giovanotto tu hai qualcosa d’interessante da proporci?-
-Bè sì, io l’avevo portato al capo redattore, poi grazie a Walter che ci ha consigliato di venire da lei… insomma io qui ho uno o due schemi di mia invenzione, che mi sembrano nuovi, mai visti…ecco guardi lei stesso- e così dicendo porse i fogli che aveva in mano al vecchio seduto di fronte a lui. Questi cominciò a guardarli con attenzione, mentre il figlio da sopra la sua spalla cercava di buttargli un occhio, quasi con nonchalance. Poi dopo aver esaminato a lungo gli schemi, non senza qualche smorfia di approvazione, che rincuorò il tesissimo Guido, oggetto anche di ammiccamenti complici da parte di Mike e Walter, disse guardandolo in faccia serio: -Buono, sì mi sembra interessante, credo se ne possa fare un buon gioco, forse si può migliorare la differenza tra le due cornici, magari aumentando lo spessore di quella esterna, che ne dite?-ma senza aspettare alcuna risposta proseguì, leggermente piegato in direzione di Guido -Bisognerebbe trovarci un buon nome, hai qualche idea?
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