lunedì 7 settembre 2020

segue da Miscellanea

 


Così i giorni passavano, in quella Milano afosa di fine giugno, da cui, finite le scuole, ormai metà della cittadinanza se n’era scappata, o si apprestava a farlo, al mare o in chissà quali altri posti di villeggiatura, comunque tutta gente con i “danè”, senza problemi di lavoro e senza rotture di palle quotidiane.

Lui invece da che era ritornato a casa, aveva ritrovato un clima pesante, più ancora di quando se n’era andato a fare il suo dovere per lo Stato, come lo definiva suo padre, riconoscendogli un merito tanto da mitigare il  comportamento nei suoi confronti, da sempre astioso.

E per quel dovere, discutibile, aveva perso il posto nell’impresa del Geom. Marini, che gli aveva ipocritamente assicurato che l’avrebbe ritrovato puntuale al suo ritorno. Non solo il posto, in realtà, non ha più recuperato, bensì anche tutta l’Impresa Marini si era volatilizzata.

Dicevano: La crisi, della fine anni 60. Ormai erano più di sei mesi che era a spasso, in ricerca disperata, e anche quando aveva risposto ad annunci per facchino o magazziniere, gli avevano spiattellato sul muso il suo inconveniente, di essere diplomato, e quindi di poter aspirare a un ruolo migliore.

Cose da pazzi! Non poteva crederci che fosse possibile una situazione così assurda, così kafkiana, e allora con gli amici e i compagni di sempre si lasciava andare a momenti di disperazione, che non miglioravano certo neppure quando s’impasticcava o fumava uno spinello. Anzi! Ne risentiva anche la sua vita amorosa, o meglio di relazioni, per lo più occasionali, con fini sessuali.

Finché un giorno che gli era capitato sotto mano il solito giornalino a fumetti, che presentava anche una parte dedicata ai cruciverba e ai giochi enigmistici, aveva visto in un riquadro un annuncio che cercava bravi collaboratori per aumentare le pagine di enigmistica.

Bene! Si era detto: Non era lui che aveva vinto quel concorso di cruciverba, tipo una gita a, con quella rivista nuova, illustrando Artegna la località del Friuli dove stava facendo il servizio militare, e che gli era valso una licenza premio con belle parole del Colonnello Comandante, e un po’ di pubblicità nelle edicole della zona?

Certo che si! “Allora che aspetti?” si disse Guido, sentendosi tutto ringalluzzito ricordando quei particolari momenti. Così si presentò nella redazione del giornalino tutto tronfio del suo pedigree enigmistico, ma fu subito stroncato da un irriverente tizio baffuto con un ridicolo papillon a pois bianchi e rossi che gli disse:

-Mah, bisogna vedere che cosa sa fare, comunque a noi servono degli schemi nuovi, idee nuove, brillanti, non c’interessa ciò che già esiste e fanno gli altri-

Di fatto lo liquidò invitandolo a portargli qualche buona idea di cruciverba innovativo. “Già, come se fosse una cosa da niente!” si disse sconsolato Guido, e dopo averci pensato su un tantino, “Niente da fare, troppo difficile, vaffanculo ai cruciverba” si disse e ci levò mano e testa, finché una sera, in quel dell’abbaino, luogo di perdizione, dove ci si riuniva, strafatti, a sparare cazzate d’ogni genere, scoppiando in continue risate liberatorie, successe una cosa.

Qualcuno cominciò a fare un gioco di parole composte, tipo: Se davanti a culo ci metti per esempio rin viene fuori rinculo, se ci metti cu diventa cuculo, aggiungendo tte si ha culotte, e così via immaginando, ognuno inventò le sue, finché ne ebbero a noia.

Il giorno dopo Guido, seduto alla sua scrivania, perso a leggere annunci e a lanciare occhiate di sbieco ai vari cruciverba sparsi in giro, sperando in qualche illuminazione, ecco che si ricorda del gioco di parole e comincia a rimuginarci su, a buttare giù qualche schizzo e alla fine si accorge che un certo schema potrebbe essere una novità.....

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