Va a spulciare tutte le varie riviste di enigmistica esistenti in commercio e in nessuna vede la sua creazione. Così comincia a lavorare di buona lena e dopo giorni e giorni di grandi difficoltà, infinite cancellature, e con la continua colonna sonora sgradevole delle urla indelicate del genitore, riesce a mettere assieme due cruciverba di sua invenzione, consistenti in una doppia cornice, in modo che alle definizioni di quella centrale, aggiungendo davanti o dietro altre parole, se ne formino di nuove, di senso compiuto.
Finalmente arriva il giorno che si presenta di nuovo al redattore baffuto, seduto in cattedra come un professore insopportabile, con quel farfallino da vomito, ora bianco e blu, e gli sottopone con grande calma e modestia i suoi cruciverba, e incredibile! Quello comincia a osservare con attenzione, senza parlare, facendo ogni tanto una specie di smorfia, poi gli si rivolge con un largo sorriso e gli dice: -Non male, qualcosa c’è, bisogna vedere bene, studiare con attenzione- e alzandosi addirittura dal suo scranno -sì, lei me li lasci, che forse chissà…- concludendo con un ghigno che forse voleva essere un sorriso. Così dicendo un confusissimo Guido si vede congedare, in pratica senza capirne molto, ma con una velata sensazione positiva di un futuro roseo.
Appena fuori dalla redazione incontra uno che riconosce come quello che insieme a lui aveva fatto anticamera la prima volta che si era presentato. Mike, così si chiama, gli chiede com’è andata e quando gli racconta quello che era avvenuto, di colpo si accende come un cerino e alzando la voce lo ammonisce: -Ah! Vedi che quello fa così con tutti, poi non si fa più sentire, è già da un mese che gli ho portato un gioco, e ancora non ne so niente, mah la cosa mi puzz…- Proprio in quel momento si avvicina un tizio, con una bella barba rossiccia, che forse era seduto su qualche sedia in attesa, e interrompendo Mike, con un largo sorriso, esclama con enfasi: -Scusate ho sentito tutto e voglio dirvi come vanno le cose qui- e con crescente sorpresa dei due aspiranti collaboratori racconta la sua storia, di come aveva presentato un nuovo cruciverba, già mesi prima, che poi aveva visto pubblicato sulle pagine del giornalino, ma in forma anonima, e comunque senza che a lui fosse riconosciuto nulla. -Badate, quello è un bastardo, il caporedattore, si fa lasciare i vostri lavori per poi prendersene la paternità. L’unica è saltarlo, come ho fatto io, e andare direttamente dal Direttore, il Commendatore Pigna, che è una brava persona, e ne capisce, è molto disponibile e pensate, lui in persona ha valutato dei miei lavori, che sto tuttora pubblicando.-
Non ha ancora quasi finito di parlare che Guido salta su e si precipita dentro l’ufficio di redazione. Si avvicina minaccioso alla scrivania del tipetto col papillon e gli intima: -Senta ho cambiato idea, per favore mi ridia i miei schemi, che non m’interessa più...-
-Eh…come? Che sta dicendo? Non le interessa? Si sente bene?- Con un’espressione smarrita da coniglio in trappola.
-Io mi sento benissimo grazie, semplicemente rivoglio indietro le mie cose, SARA’MIO DIRITTO NO!?- E le ultime parole le pronuncia con la voce e l’atteggiamento più duro che gli riesce, e forse il baffuto si spaventa veramente, così alla fine cerca in una cartelletta sul ripiano e gli porge con una smorfia i suoi fogli.
Guido ha modo di osservarlo meglio. Non è troppo vecchio, avrà 30/35 anni, un faccione tondo, il collo grosso e il modo come veste, con il papillon e una giacchetta blu stretta stretta, con il caldo che fa, lo fanno sembrare un matusa d’altri tempi. Sembra dispiaciuto e contrariato. Saluta appena ed esce, fuori ci sono ancora Mike e l’altro che stanno parlando fitto fitto. Si avvicina e dice con un sorriso:
-Senti, scusa visto che sei stato così bravo da dirci come vanno le cose, ora che hai fatto 30 potresti fare 31 e dirmi… a proposito io mi chiamo Guido e tu?
-Walter, piacere, stavo spiegando a Mike che cosa conviene fare per combinare qualcosa qua dentro-
-Ecco, appunto io intendevo proprio questo, tu dicevi di rivolgersi al direttore, e come si fa?-
-Dunque, ora sono quasi le undici, bisogna aspettare fino verso mezzogiorno, e il Dott. Pigna, che è anche il titolare della Casa Editrice, verrà qui nel suo ufficio, che è là in fondo al corridoio, poi se volete vi presento io, ma basta dire che rispondete all’annuncio e lui vi ascolterà senz’altro- e con un sorriso aperto, prendendo sotto braccio Mike, come se si conoscessero da una vita, concluse: -E’ un tipo molto democratico-.
-Uhm, speriamo- replicò Guido, rivolgendosi a Mike, non troppo convinto che un padrone potesse essere democratico.
-Bè visto che dobbiamo aspettare, tanto vale che andiamo a prenderci qualcosa giù al bar. Venite offro io- e così dicendo Walter s’incamminò verso le scale, per scendere al pian terreno.
I tre giovani uscirono insieme ed entrarono in un bar vicino, si sedettero a un tavolino, poi Walter chiese cosa gradissero e alla fine si accordarono tutti per il caffè freddo. Mentre lui andava a ordinare e alla cassa, Guido si rivolse a Mike:
-Sembrerebbe che abbiamo trovato un buon diavolo, un comportamento veramente altruistico, a meno che..-
-A meno che cosa? Mi sembra sincero e poi ci sta dando delle dritte importanti, no?- si affrettò a replicare Mike, per poi subito zittirsi perché stava ritornando Walter.
Così, sorseggiando i loro caffè i tre giovani parlarono un po’ di tutto e cominciarono a conoscersi meglio. Guido però, pur essendo contento della situazione che prometteva bene, accorgendosi che entrambi erano tutt’altro che di sinistra, forse semplicemente qualunquisti, cominciò a sentirsi un po’ sottotono, e si limitava ad ascoltare senza molto intervenire. Walter che aveva qualche anno in più degli altri due, e un viso aperto con una bella barba folta, che ispirava fiducia, raccontò tutta la sua storia in Casa Editrice, di com’era potuto diventare collaboratore fisso, grazie al titolare, il Commendatore Pigna, e di come invece bisognasse guardarsi dal figlio che era tutto culo e camicia con il caporedattore, il Sandro Mazzola.
-Ah! Pure così si chiama quello stronzo!- esclamò Guido a sentire l’omonimia con l’odioso rivale di Rivera, del suo Milan, anche se ormai non seguiva più come una volta il calcio. E così trovarono un altro punto in comune poiché Mike era anche lui milanista mentre Walter, purtroppo, juventino....
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