giovedì 8 ottobre 2020

Segue da "Miscellanea" (16)

 -Sono tutti di proprietà dei Rosini, ma non li vogliono vendere e li lasciano qui come in magazzino perché non sanno dove metterli-

Da quel momento i miei ricordi cominciano a farsi più confusi e incerti. Cercando di ricostruire quegli avvenimenti, mi sovvengono immagini e sensazioni a sprazzi, come scampoli di sogni o allucinazioni.
Netta e vivida c’è solo la sensazione di essere stata continuamente sotto l’influsso della volontà di quell’uomo piacente, della sua voce vellutata e dei suoi occhi che mi fissavano con una forza ipnotica.
Di sicuro ricordo che attraversammo varie stanze, alcune disadorne, altre proprio spoglie, eccetto una, piuttosto piccola, che presentava alle pareti un gran numero di specchi, di varie forme e dimensioni, con cornici antiche. Al centro di una parete spiccava un grande dipinto raffigurante un giovane con chiome fluenti, in abiti di foggia ottocentesca, con un sorriso triste sul bel volto imbronciato.
Fui colpita da quel ritratto e non so dire esattamente se fu il mio accompagnatore o una scritta sotto il quadro a svelarmi che si trattava proprio di Giacomo Rosini, lo Spirito Amoroso.
Poi rammento che salimmo per una scala interna di legno, pericolosamente scricchiolante, (il che, permise al mio accompagnatore di abbracciarmi quasi, per sostenermi) al piano superiore dove mi guidò attraverso vari ambienti, fino a un locale che mi sembrò interamente ricoperto da un tappeto spesso e rosso, steso davanti a un camino, incredibilmente acceso. E qui i ricordi si fanno ancora più confusi, e mentre cominciavo a riflettere sul fatto che non stavamo per niente esaminando varie possibilità di casette d’affittare, aumentava la sensazione di un capogiro continuo, quasi fossi brilla.
Poi, precise, ricordo queste sue parole:
-Ecco, ora la (o forse ti) devo lasciare per poco tempo, e poi andremo a vedere altre case, anche perché questa non si può-
Questa frase mi riecheggiò più volte nel cervello, con un senso di disappunto perché, proprio quella casa mi sarebbe piaciuta.
“Allora come mai mi ci ha portato?” andavo rimuginando. Non so per quanto tempo rimasi sola, davanti a quel fuoco, arrovellandomi e cercando di analizzare con lucidità la situazione, finché improvvisamente avvertii come delle strane presenze e dei rumori inquietanti, tipo cigolii e cupi rimbombi di lontani tamburi. Sicuramente mi spaventai e cominciai a chiedermi che fine avesse fatto il Pierino, e perché mi avesse lasciato lì da sola per tutto quel tempo, e ora in balìa di tutti quei rumori inquietanti, quasi da casa dei fantasmi.
Ed ecco, ricordo, che quel pensiero mi fece sorridere all’idea della presenza del famoso Spirito del fu Giacomo, anche perché mentalmente mi trovai ad associarlo con quello più noto di Casanova. Mi sarò data sicuramente della stupida, ma poi avvenne qualcosa che ancora più fumosamente mi sovviene, quasi si trattasse di un sogno.
Mi vedo distesa su quel tappeto rosso, tra le braccia di qualcuno che mi bacia e mi accarezza intensamente su tutto il corpo. La mia volontà non oppone alcuna resistenza, anzi le sensazioni che mi pervadono sono molto piacevoli e la mia disponibilità evidentemente deve essere totale. 
I ricordi sono confusi anche sulle immagini della persona che mi sta sopra, a volte mi sembra di vedere la faccia sorridente di Pierino-Connery, che subito si tramuta in quella feroce del cagnaccio Melchio, altre volte mi si affaccia un viso dai lineamenti contratti e da uno sguardo freddo, cattivo che subito però si trasforma in quello triste del grande ritratto.
Non so quanto tempo rimasi preda di quelle sensazioni piacevoli, e di quello stato di semincoscienza popolato da visioni fantastiche, e di sbalordimenti così deliziosi fino a sentirmi completamente svuotata e appagata, come dopo un orgasmo ripetuto.
Ricordo solo che mi ritrovai fuori dalla casa, appoggiata al parapetto del pozzo, stordita ma serena, in pace con me stessa e con quell’uomo attraente, che mi guardava con aria quasi paterna, e soavemente mi diceva:
-Allora, piaciuta la visita? L’ha poi visto o sentito bene lo
Spirito Amoroso? Se n’è accorta?-
Poi mentre mi prendeva familiarmente sottobraccio, conducendomi fuori del giardino verso l’auto, con fare cameratesco:
-Ah!Ah! Doveva essere proprio molto stanca per addormentarsi così di colpo dopo aver bevuto il mio vino, e chissà che sogni avrà fatto da come si agitava! Su, su venga che ci sono altre belle case da visitare e senza fantasmi!-
Di questa avventura, nonostante tutto, conservo un ricordo confuso ma piacevole, quasi non l’avessi vissuta personalmente, ma ciò che mi lascia perplessa, tuttora, fu la reazione della mia amica Margherita quando, alla sua domanda:
-Allora com’è andata la tua gita in Lomellina? Cercando di raccontarle in qualche modo gli avvenimenti, non senza momenti titubanti d’imbarazzo, alla fine la sentii concludere, tutta divertita: -Te l’avevo detto che anche tu avresti trovato qualcosa per i tuoi gusti!-

 

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