Il grande Sogno
-Fermatela! Non deve
uscire!- Il grido concitato e rabbioso scoppia alle sue spalle quando ormai ha
oltrepassato quasi completamente la FasciadiControllo. Ancora pochi metri
saltando su quel terreno plastificato irto di sensori invisibili che Lei può
annullare grazie al LaserDetector, la grande invenzione di Matheus, e
finalmente è Fuori nel GrandeVuoto, nella LuceNaturale, tante volte invocata e
immaginata.
L’aria intorno, fresca
frizzante, è azzurrognola e l’avvolge tutta con una sensazione nuova, mai
provata. Si ferma, improvvisamente conscia della sua grande impresa, si volta e
vede alle sue spalle l’enorme mole della città, della sua
GrandeCappadiProtezione che la isola da tutto il resto, ma che ormai non la
riguarda più. Ora è nell’altro mondo,
nella ParteProibita, la cosiddetta TerradiNessuno, di cui hanno così tanto
parlato e fantasticato Lei e il suo GruppodiStudio.
”Ormai il dado è tratto”
pensa, utilizzando l’espressione antica trovata nella StoriaAntePrimoMillennio,
tutto quello che ha scoperto e immaginato finalmente troverà una conferma, un
riscontro. Si sente fremere d’eccitazione e di determinazione.
Lei così precisa e
scrupolosa nelle sue ricerche, così avida di scoperte eccezionali, intuisce di
essere alle soglie di un’avventura assai ardita, senza la più pallida idea di
come possa finire, con il rischio che potrebbe essere addirittura senza
ritorno. Ma sa che un’altra occasione difficilmente potrebbe ancora capitarle.
Quando Matheus le aveva confidato il risultato
dei suoi esperimenti e la quasi certa efficacia del suo Detector aRaggiLaser
per neutralizzare i sensori invisibili, si era immediatamente offerta di
accompagnarlo nei suoi tentativi di verifica. Poi il tremendo incidente che
l’aveva colpito determinando la sua impossibilità a continuare gli esperimenti,
quindi la sua decisione a proseguire da sola, caparbia e risoluta fino
all’incoscienza; e ora, finalmente il premio alla sua tenacia.
Non appena si è resa
conto, infatti, avvicinandosi alla FasciadiControllo, dell’efficacia del
Detector ha deciso senza indugi di lanciarsi nel varco spalancato che la
proietta al di là del conosciuto.
Infinite volte, nelle
riunioni, avevano discusso sulla fattibilità dell’Impresa, ormai la chiamavano
semplicemente così, avevano vagliato le opportunità di superare il limite
invalicabile, che a memoria d’uomo non era mai riuscito a nessuno, chiunque ci
aveva provato era sempre stato scoperto e poi punito, anche con l’Eliminazione.
Poi, la realizzazione
del Detector e la verifica della sua efficacia aveva avvicinato notevolmente il
pensiero di tutti all’idea di farcela, e la più determinata era stata sempre
Lei. Tutti i ma e le perplessità non sono stati sufficienti a farla desistere
dal suo proposito; è diventata una fissazione, spesso avvalorata dal Sogno ricorrente,
e deve assolutamente scoprire se tutto quello che ha trovato nei FilesPrimitivi
abbia un minimo d’attendibilità.
Ora che incredibilmente
è Fuori, dove, secondo lo studio dei Files erano avvenuti, (o continuavano ad
avvenire?) quei fatti incomprensibili, finalmente potrà appurare in qualche
modo la Verità. E’ sola ormai, con la sua voglia assatanata di verifica, anche
per smentire tutte le false teorie del Potere e con il solo conforto del Sogno
che le ha indicato il cammino.
Ed ecco, il primo
elemento della Visione: Un immenso prato verde, d’erba fresca tenera, non
sintetica, ”Si spezza…si strappa dalla base…è viva?” Indugia davanti al suo
interrogativo, si siede in mezzo a quel verde frusciante, sente improvvisamente
caldo, molto caldo, deve togliersi la DermoTuta che mai, prima d’ora le aveva
dato tanto fastidio, si spoglia, rimane nuda come se fosse in un BoxWash, e
avverte una strana sensazione sulla pelle, come di una carezza umida.
Sono quei fili lunghi e
flessibili che si strusciano contro il suo corpo, che l’avvolgono con un
fremito sconosciuto. Un contatto morbido le titilla dolcemente la sensibilità
dei piedi, fra quei fili d’erba spuntano pianticelle con rametti che sembrano
dita, avverte la sensazione come di una mano che le afferra le caviglie, di più
mani che salgono con una carezza decisa lungo i polpacci, lungo le gambe. E’ come un curioso
pizzicore elettrico che sale lentamente, l’avvolge con un’invisibile pressione,
solletica delicatamente l’articolazione delle ginocchia e poi s‘insinua audace
tra la leggera peluria là in mezzo alle cosce.
Sta provando sensazioni
nuove, mai si era sentita così eccitata, neppure quando Matheus riusciva a dare
il meglio di sé nella HardCabine. E’ turbata, sente il suo corpo abbandonarsi a
quel piacere che dolcemente cresce e la pervade tutta, ma, improvvisamente,
ritrova qualcosa del Sogno: Sa che deve riuscire a sottrarsi perchè la Visione
indicava uno stato destinato a restare incompiuto, uno stato di piacere
insoddisfatto; e Lei teme quel momento. Ha paura che si ripeta
anche qui ciò che le è accaduto troppe volte, ed ecco, infatti, che lentamente
le pianticine cominciano a spegnersi e ad afflosciarsi per rimanere tutte
accartocciate e inerti come stupidi fantasmi.
Rimane un attimo
scomposta e interdetta a meditare sul nervosismo di cui si sente preda come
un’amante insoddisfatta poi, rammentando che il Sogno le ha promesso ben altro,
si alza decisa a proseguire. “Non posso fermarmi alle prime impressioni
negative” si dice risoluta, mentre scuote i lunghi capelli che niente e nessuno
è mai riuscito a farle tagliare e di cui ora per la prima volta ne percepisce
veramente l’identità orgogliosa. Riprende a camminare, ed
ecco comincia a udire una voce lontana, sembra un canto melodioso dal quale si
sente fortemente attratta. Il paesaggio è cambiato, alti alberi le si parano
dinnanzi ed ora che corre, quasi vola rasentando il suolo, a velocità sempre
maggiore, sospinta da una forza invisibile verso quel canto (“Come quell’Ulisse dalle sirene”pensa),
riesce a scansarli solo all’ultimo momento.
Alcuni hanno poderose
radici esterne che formano come dei labirinti, altri presentano rigogliose
fronde multicolori, altri ancora con fusti altissimi e rami obliqui sembrano
uniti come in una catena. Sono tutti molto particolari per Lei che conosce solo
quelli sintetici, realizzabili in forme e fogge a piacere, e che ora si rende
pienamente conto di quanto siano falsi e banali. Oltre quella moltitudine
di piante si aprono ampi spazi di terreno, coperto qua e là, da fiori multicolori
e da alte spighe gialle, e in mezzo vede muoversi tranquillamente, liberi, vari
animali.
Alcuni li conosce solo
attraverso le Effigi sulle confezioni delle Cibarie, (che devono indicare con
precisione come sono prodotte), e nel caso di animali, si sapeva della loro
esistenza ma chiusi nelle BatterieAsetticheProduttive, accessibili solo a pochi
addetti. Ora invece li vede proprio da vicino: Quelle enormi Bovine che con il
muso contro il suolo sembra che stiano mangiando erba e piante.
Anche di questo aveva
trovato tracce nei documenti: Che una volta erano esistite le Fattorie, dove
gli uomini vivevano per curare gli animali dai quali ricavavano prodotti
naturali quali latte, uova e di cui pare mangiassero addirittura la loro stessa
carne dopo averli ammazzati.
Viene distratta dai suoi
pensieri da un improvviso lampo di luce, accecante, al quale segue un rombo
cupo che rintrona nell’aria a più riprese, ed ecco, incredibile, dall’alto
cadono infinite gocce d’acqua, (“la Pioggia”, si trova a definire con stupore)
mentre il suo corpo nudo va bagnandosi, anche senza essere in un BoxWash.
Allora avverte un brivido di freddo e ripensa pentita alla DermoTuta che ha
abbandonato, chissà
dove.....
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