lunedì 12 ottobre 2020

Segue da "Miscellanea" (19)

 Abuso di Potere

Palermo, un giorno qualunque, come tanti fino alle 18 circa quando è diventato improvvisamente una giornata particolare. La giornata del mio incontro con il vigile “bastardo”.
I fatti: Percorro con la mia auto via Belgio, proveniente dall’incrocio con via Strasburgo, in direzione svincolo/cavalcavia per l’autostrada. Traffico lentissimo, intenso, a singhiozzo, più del solito, perché, poi si scoprirà, che c’è un vigile a “dirigerlo”.

Appena superata via Lussemburgo adocchio l’insegna di un negozio di ferramenta, ricordo che devo fare un rapido acquisto e decido improvvisamente di fermarmi (ahimè!) perché vedo uno spazio possibile di fianco al marciapiede. Parcheggio quindi, (non in seconda o terza fila come ormai è la prassi a Palermo) accodandomi ad altre auto in sosta (che scoprirò in seguito, tutte in zona rimozione) in uno spazio alla fine del marciapiede ad angolo con la via Lussemburgo, che è a senso unico da via Belgio, quindi la mia auto non può dare alcun fastidio se non due ruote appena appena sulle strisce pedonali.
Un’inezia, per le regole flessibili di questa città levantina. Valutato quindi, com’è mia abitudine, di non arrecare alcun intralcio al traffico, (spesso per non voler parcheggiare in seconda fila mi faccio giri su giri pur di trovare un posto decente, ma questo nessuno lo sa!) scendo dall’auto e mi avvio verso il negozio.
A questo punto comincia il dramma kafkiano o la sceneggiata napoletana, secondo i punti di vista. Il vigile, che avevo intravisto in mezzo al traffico e che mi aveva fatto esclamare fra me e me: “Ah ecco perché c’è sto pò’ pò di casino!” improvvisamente, repentino come un falco, abbandona il suo posto e gridando, non si sa bene a chi: -E’ SUA QUELL’AUTO!!!!- si muove, così mi avvisano poi alcune persone davanti al negozio, perché io ignaro non mi ero accorto di nulla, in direzione appunto della mia auto.
Finalmente, compresa la gravità della situazione mi precipito verso il solerte Tutore In Divisa, che mi accorgo essere incredibilmente capellone, quindi penso “Uno con cui si potrà ragionare” e gli chiedo con molta tranquillità:
-Scusi ma lei ce l’ha con la mia auto?-
Quello per tutta risposta mentre già sta scrivendo sul suo modulo giallo: - Non lo vede?-
-Sì che lo vedo, appunto …perché ? Non è che sia messa così male…-
Capelli fluenti, occhi fissi sul foglietto, penna che sta trascrivendo il numero di targa, mi sibila un: -Ah no?- poi sempre senza guardarmi: -Io l’ho chiamata più di una volta e lei non mi ha neppure risposto, ora le faccio la multa!-
Allibito, sinceramente allibito, cerco di giustificarmi:
-Ma… io non avevo capito che si rivolgesse a me. Non mi sembrava di aver parcheggiato tanto male…- Sorrido nervosamente, ma sono calmo, educato, paziente. Il solerte tutore non replica.
-Scusi, abbia pazienza, possiamo ragionare un attimo…se vuole la sposto..anche se mi sembra non intralci niente, per pochi minuti poi..-
-Ormai…- Si limita a dire con, mi sembra, un sottile ghigno e gli occhi sempre fissi sul foglietto, che poi stacca e senza neanche darmelo lo mette direttamente sotto il tergicristallo del lunotto posteriore.
Poi come se niente fosse, soddisfatto come una iena si avvia di nuovo verso il centro dell’incrocio. Io sempre più allibito e sull’orlo di un’incipiente incazzatura, lo seguo mentre
cerco di tenere il tono della voce moderato.
-Ma scusi, mi ha fatto la multa così, senza darmi la possibilità di …ragionare..-
L’individuo si rivela assolutamente MONOLITICO, totalmente impermeabile a ogni tentativo di ragionamento. Alla faccia dei capelli lunghi!
-Si allontani, vada sul marciapiede!- mi dice con voce sostenuta, per la prima volta guardandomi, anche se di sbieco.
-Senta, ma vuole ragionare un attimo, che fastidio dà l’auto là.. per pochi minuti.. devo fare solo un acquisto.. velocissimo…-io non demordo, ormai l’incazzatura è arrivata e sono lanciato verso uno stato furibondo di “non conciliazione.”
-LE HO DETTO DI SPOSTARSI!- Si mette a gridare senza pudore mentre gesticola in mezzo al traffico, grottesco pupazzo.
-MA NON PUO’COMPORTARSI COSI’! Vuole ragionare un momento con me… se è in grado di ragionare…- Ormai è ira che sta montando pericolosamente.
-COS’HA DETTO? Se ne vada che è meglio!- Faccia livida, tutt’altro che incline alla bonarietà. Una brutta faccia, butterata, da magnaccia.
-Ah! Sì, ALLORA VOGLIO SAPERE IL SUO NOME!- Agitando il foglietto della multa, ormai siamo alla sfida aperta, non ci sono più spazi di trattativa, raddrizzo le spalle, cerco di assumere un atteggiamento fiero: -NOME COGNOME, MATRICOLA TUTTO!- Pensando di potermi così accontentare, in modo idiota, di questa minima rivalsa, che mi permetta di conoscere il suo nome, che già mi appresto a odiare spudoratamente.....

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