sabato 17 ottobre 2020

Segue da "Miscellanea" (23)

                                          Una strana avventura

 “Eh, sì accidenti! Gran brutta faccenda la timidezza” pensava quel giorno. Veramente quello era un pensiero che faceva spesso, ma quel giorno e in quel momento in modo particolare.

E la causa era stata una stupenda creatura che per un attimo era entrata nel suo mondo visivo e aveva portato con sé un’infinità di sensazioni, di desideri e quindi perlopiù di problemi. “La solita maledetta situazione che capita a milioni di tipi repressi in tutto il mondo” cercava di consolarsi. Era rimasto sconvolto e turbato da quel corpo sinuoso, da quel seno florido al punto giusto, come piaceva a lui, senza eccessi, e perché no anche da quel viso che aveva appena intravisto e che gli  aveva fatto pensare a Ornella Muti. “Forse è un po’ piccola di statura, per me che sono abbastanza alto” pensava “ma su questo ci si può passare sopra” si disse con un sorriso.
Purtroppo la visione era stata troppo breve, e la brunetta era presto sparita, inghiottita, dall’angolo di un palazzo. Con un sospiro, già cominciava a non pensarci più, quand’ecco l’assurdo lo investì con la forza di un ciclone.
-Scusi permette che l’accompagni?- E il leggero tocco di una mano sul suo braccio lo fece voltare di scatto. Poco mancò che gli venisse un colpo e ce ne sarebbe stato un buon motivo, dal momento che il tizio che così l’aveva apostrofato in realtà era una tizia.
Anzi, per la precisione, chi gli stava di fronte, con un sorriso ammazzacristiani, era proprio la creatura di poco prima, quella del turbamento, per intenderci.
-Allora disturba la mia presenza? Ho notato che mi guardava-
Infierì lei.
-No,no…s’immagini…io…anzi…- Riuscì solo a balbettare con l’espressione di chi ha visto un alieno.
-Benissimo, allora possiamo andare, se permette mi presento- porgendogli la mano -Mi chiamo Beatrice e lei..e tu?-
-Io…Pasquale…anzi Lino..per gli amici- E già si vergognava di quel nome tanto stupido, che aveva sempre detestato e che continuava a creargli un sacco di fastidi, di complessi.
Il suo, invece, che nome! Le si addiceva a pennello: Rievocava immagini paradisiache, non tanto dantesche quanto di tipo erotico, di quell’erotismo hard da fumetti che gli piaceva tanto. Camminavano vicini, lei parlava, faceva domande, s’informava sulla sua vita, sul suo lavoro ecc; ma lui era come inebetito, a malapena rispondeva immerso com’era tra visioni lussuriose e sensazioni d’incredulità, di “Ma non può essere vero, sto sognando”.
-Ma che bella camicia!- disse improvvisamente lei, notando quella che indossava e di cui lui andava molto fiero. Si trattava di una camicia stile Elvis Presley, con le punte lunghe del colletto, che si portava ampia sopra i pantaloni, e di un giallo intenso con i bottoni neri,  regalo di uno zio d’America. “Bene!” era contento che lei l’avesse notata, sembrava una ragazza in gamba.  A un tratto lei si fermò e voltandosi verso di lui, con fare malizioso: -Ma tu stavi andando da qualche parte, o passeggiavi…- Chiese appena preoccupata.
-No, io …veramente..non importa…cioè   non ho impegni…- Biascicò lui.
-Benissimo, allora andiamo a casa mia- disse risoluta -vedrai ti piacerà!-
A lui, già perso in fantasie molto personali, quell’ultima espressione contribuì ad aumentare sensibilmente il livello hard della sua immaginazione. Intanto lei lo aveva preso con familiarità sottobraccio e si era avviata con passo più spedito. Lui si sentiva sempre più confuso, gli pareva di essere protagonista di una scena da film, di quelli tipo Commedia Italiana, dove il classico fusto latinlover che ha appena agganciato la pollastrella di turno, si appresta a condurre la danza, stordendola con un mare di parole fino a farle perdere la cognizione del tempo e della realtà, già pregustando i piaceri che potrà cogliere da quel bocconcino prelibato.
Il guaio era che i ruoli sembravano invertiti ed era lui che si sentiva nella parte del bocconcino. “Del resto che vai cercando?Una così te la puoi solo sognare” Si diceva per autoconfortarsi. E decisamente non era un film, né un sogno perché quel contatto così vicino e profumato era concretamente carnale. Così, anche per tentare di rendere la situazione più controllabile si decise a parlare, a rivolgerle la classica domanda che si fa in questi frangenti, ogni volta che si è rimorchiati da una creatura da sogno.
-Senti, ma tu che cosa fai nella vita…voglio dire…lavori, studi….o ?-
-Bé, ti dirò, la cosa non è …molto semplice…- Per la prima volta sembrava un po’ titubante. –Cioè, io in particolare non faccio niente…e faccio di tutto…ecco diciamo che sono totalmente autonoma, una libera pensatrice…- e con più
decisione concluse -...e posso fare ciò che più mi piace.- 
Mentre lui cercava di darsi una spiegazione a quelle parole, lei rallentò il passo fino quasi a fermarsi, si guardò intorno con esitazione, quasi cercasse qualcosa o qualcuno, poi annunciò:
-Ecco siamo quasi arrivati, ora vedrai che cosa ti ha preparato la tua Beatrice!-
“Cose da pazzi” pensò sinceramente stupito “Si comporta come se ci conoscessimo da una vita. Ma tu guarda, se mai lo dovessi raccontare chi potrebbe credermi?!” ...

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