-Allora le devo fare il
verbale.. un momento che chiamo il collega..- E si attacca al telefono
portatile in dotazione per ben altri scopi, più seri.
-Si sposti sul
marciapiede. Ora che viene il mio collega l’accontento subito- Faccia sempre più
odiosa, sorrisino a mezze labbra, sotto quella cascata di capelli mal portati.
-Ma… una volta, ai miei
tempi, portare i capelli lunghi era sinonimo di apertura mentale, di
anticonformismo... Comincio ad argomentare a voce alta “Ma questo qui è uno
stronzo incredibile..cose da pazzi.”
Intanto ritorno verso il
negozio dove fuori si è radunato un gruppetto di persone che sta commentando
quanto succede. Con le mani unite vado facendo gesti a significare mute
domande, a chiedere possibili spiegazioni. Qualcuno dice: -Quello è
proprio una bestia!- Un altro mi apostrofa teneramente: -E’ andato a incocciare
in uno difficile. Quello è sempre così. Non c’è niente da fare, questa poi è
tutta zona rimozione.-
-Ma lo vedete che
assurdità Non dà alcun fastidio la macchina messa là! Per un attimo.. in una
città dove si parcheggia da schifo..dove ognuno fa quello che vuole-
Mentre mi affanno a
cercare un po’ di comprensione mi avvisano che il mio uomo, ottenuto il cambio
da un collega, si sta avvicinando di nuovo alla mia auto.
-Allora, favorisca
Patente Libretto e Assicurazione!- Mi apostrofa imperioso con sempre la stessa
faccia di culo.
-Addirittura, e perché?-
Di nuovo sinceramente sorpreso.
-Se le devo fare il
Verbale mi deve favorire Patente Libretto e Assicurazione-
Stavolta il mezzo
sorriso è diventato intero e la faccia è da fetente carogna. Ora i capelli
lunghi mi sembrano pure ingrasciati, molto zozzi. Provvedo a dargli i documenti
e mentre lui li esamina non posso esimermi dal dire:
-Mi spiace per lei ma non
troverà nulla cui attaccarsi, sono perfettamente in regola- Poi non riuscendo a
frenare il moto d’ira -Se c’è qualcosa
d’irregolare è proprio lei e il suo assurdo comportamento
provocatorio-
-Stia attento a quello
che dice!- Questa volta perdendo il suo aplomb e guardandomi fisso negli occhi.
-Perchè che fa, mi porta
in galera per Vilipendio? con un sorrisino sardonico -Non
basta indossare una divisa per fare il prepotente. Voi dovreste essere più
elastici e non esasperare il cittadino!- Così dicendo, a voce
sempre più alta, drammatizzando, mi rivolgo ai passanti e alle auto che
scorrono di fianco. Molti guardano incuriositi, alcuni scrollano il capo, altri
sembrano giustamente indignati, chissà forse silenziosamente parteggiano per
me, povero cristo sotto la mannaia del famigerato inflessibile castigatore di
turno. Il quale dal canto suo, tutto preso a compilare l’impegnativo verbale,
ogni tanto mi grida.
-LA SMETTA DI
GESTICOLARE!-
-IO GESTICOLO QUANTO MI
PARE! Lei continui a fare il Suo Dovere, del resto io ho commesso una
gravissima infrazione. GUARDATE! GUARDATE! COME HO PARCHEGGIATO!- Poi colpito da
un’improvvisa folgorazione.
-E QUELLE AUTO QUI
DAVANTI NON SONO TUTTE IN ZONA RIMOZIONE! QUESTE PERCHE’ NON LE
MULTA?-
-Lei non si preoccupi
degli altri!- Sempre più esasperato,
sempre più gesticolando, sempre più rivolto al pubblico:
-CERTO! IO DEVO ESSERE
STANGATO! PERCHE’ NON VA A DARE LA MULTA A TUTTI QUELLI CHE LASCIANO LE AUTO IN
TRE QUATTRO FILE CREANDO INGORGHI SPAVENTOSI?!-
-La smetta di gridare,
non vede che è ridicolo, che fa ridere tutti?-Ha pure il coraggio di fare lo
spiritoso!
-Se c’è qualcuno che fa
ridere qua, è proprio lei! O meglio che fa PIANGERE!-
A questo punto, lo
ammetto, sono veramente fuori dalla graziadidio, quasi mi si strozza la voce in
gola mentre rivolto alla strada, abbassando comunque il tono, apostrofo una
signora che mi guarda attraverso il finestrino di un’auto, con atteggiamento di
comprensione:
-Ha visto che roba! Mi
sta multando per questo parcheggio.
Non è una carognata?!-
Inopinatamente la
signora abbassa il finestrino e mi grida:
-Faccia ricorso! E’
abuso di potere!- Chissà forse è avvocato o è solo intelligente.
-Ha visto, ha visto che
mi danno ragione!- Trionfante verso l’odiato nemico.
Per tutta risposta un
sorriso bieco che testimonia la carognaggine insita nel DNA dell’individuo.
Certamente è un tipo frustrato, magari perché si ostina a portare i capelli
lunghi, che gli stanno malissimo e che a detta di suoi colleghi (lo appurerò in
seguito) gli danno quell’aspetto da magnaccia. Forse ha problemi
sessuali e quasi certamente soffrirà di emorroidi. Ma non ha la mia
comprensione! Anzi, imbeccato dalla signora caritatevole mi scoppia nel cervello quell’espressione: Abuso di
potere! Abuso di potere…ABUSO DI POTERE!..
-Ecco un tipico caso di
ABUSO DI POTERE! – Comincio a martellare l’aria intorno con questa
esclamazione.
Sacrosanta verità,
lampante per tutti, meno che per lui che sta ancora componendo il verbale,
unica opera d’ingegno che gli sia concessa. A un tratto mi squilla il
cellulare, un amico: -Ciao.. sì sono
incazzatissimo c’è un bastardo carogna faccia di culo fetente cornuto che mi
sta facendo la mul…-
-COME HA DETTO? L’ULTIMA
PAROLA NON L’HO CAPITA BENE! GUARDI CHE LEI STA RISCHIANDO MOLTO- Ora è lui a
essere alterato.
-A LEI NON DEVE
IMPORTARE QUELLO CHE DICO. STO PARLANDO CON UN MIO AMICO!- Forse dovrei
ripetergliele tutte, sottolineate, ma decido di graziarlo e mi limito a dirgli
scandendo bene le parole: -Siccome io di lei ho la
peggiore opinione che un uomo possa avere di un suo simile, e poiché ancora c’è
in questo Paese la libertà di opinione, fin che dura, io sono libero di dire a
un mio amico attraverso il cellulare tutto quello che appunto penso di un
elemento come lei-
Ricordo sempre con piacere
la sua faccia finalmente espressiva: Sbigottita, e addirittura stravolta quando
salendo in auto, piantandolo là con il suo inutile verbale gli rifilai il colpo
di grazia, magra consolazione per un infausto incontro: -S’informi, se non lo sa
CELLULAR NON PORTA PEGNO!-
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