venerdì 23 ottobre 2020

Segue da "Miscellanea" (27)

 Rassegnato, fece ritorno, cogitabondo, nella stanza. Beatrice stava sdraiata a pancia sotto, con le gambe in aria e guardava verso lo specchio dal quale lui riemerse, cautamente.

-E allora hai finito di giocare a nascondino?- Lo apostrofò, visibilmente adirata.
-Sì, sì- si affrettò a dire, restando in piedi, lontano per quanto possibile dal letto -ma sai non mi sento molto bene…forse è meglio che me ne vada…- concluse con aria da cane bastonato.-Ma sentilo! Che bel tipo! Se ne vuole già andare…Ancora non ha combinato nulla, e già mi vuole lasciare!- Esplose la donna con sarcasmo. Poi sghignazzando e guardandolo torvo:
-Dai, su, vieni qui, che ti faccio vedere io come ti passano tutti i mali!- e così dicendo allungò una mano e afferratolo per una gamba del pantalone lo tirò a sé. Lino non riuscì a opporre resistenza e finì di nuovo lungo disteso sul lettone. Certo, non dubitava delle sua capacità amatorie, di quello che la magnifica femmina gli avrebbe fatto provare, ma era del dopo che ormai si preoccupava. Lei ancora una volta lo stava schiacciando con il suo corpo, ma lui non reagiva.
Sicuramente se qualcuno avesse assistito a quella scena: Lei scatenata, sopra di lui freddo come un baccalà, avrebbe solo potuto pensare che fosse un poco frocio. Questo pensiero gli attraversò per un attimo la mente facendolo reagire, almeno per una questione d’onore virile. Così abbracciò stretto il corpo fremente di lei, che intanto andava mormorando: -Certo che sei ancora bello vispo.-
Bastò questa frase per fargli scattare una molla, collegare il
fatto dell’avvertimento, dello spumante, e fargli tornare la paura.
Cercò di divincolarsi nuovamente dalla stretta della femmina assatanata, che invece non aveva alcuna intenzione di mollarlo e anzi lo avvinghiava con maggiore forza, anche con le gambe, mentre cercava manipolando abilmente di risvegliargli l’eccitazione.
Allora, costretto a ricorrere alle maniere forti, l’afferrò per i capelli dando uno strattone violento. Beatrice urlò di dolore e lasciò la presa, così che lui riuscì a scattare in piedi e a scappare da quella trappola violacea.
-Ma che ti prende?- si lamentò lei -sei impazzito, per caso?-
-Eh no! Bella mia, non sono pazzo, io. - Si mise a gridare -Non so che numero avrei dovuto essere delle tue conquiste, ma è certo che stavolta ti è andata male e non ho nessuna intenzione di essere la prossima vittima sacrificale. Cara la mia Landru in gonnella!-concluse tutto d’un fiato.
Poi allungando la mano afferrò la sua bella camicia che spiccava su tutto quel viola. Fece poi per scattare verso la cortina di veli, ma lei, con uno stupefacente riflesso si mosse a sua volta e allungando il braccio, mentre lanciava grida furiose, riuscì ad afferrare un lembo della camicia, che tirata da ambo le parti, finì per lacerarsi restando per la maggior parte nella mano di lei.
Lino comunque non si fermò certo per recuperarla, volò letteralmente oltre la parete-cortina, attraversò a velocità olimpionica la grande stanza pentagonale, spalancò la porta e fuggì via. Con qualche rimpianto. Rimpianto. che solo tempo dopo ebbe modo di cancellare definitivamente, perché, lungi dall’aver dimenticato quella strana avventura, si era chiesto più volte se veramente fosse scampato a una tragedia o se invece avesse semplicemente sprecato in modo imperdonabile una così ghiotta occasione.
Finché un giorno gli capitò di leggere sul giornale questa notizia:
Arrestata giovane donna imputata dell’omicidio di 12 uomini. Sono ancora in corso le indagini per stabilirne le identità. Da quanto si apprende dagli organi inquirenti, la donna, certa Beatrice Finzi, si serviva della sua avvenenza per attirare uomini incontrati casualmente nella sua abitazione, dove dopo averli irretiti con le più raffinate arti erotiche, li narcotizzava con dello spumante, quindi li uccideva, generalmente strozzandoli. Non contenta, dimostrando un evidente stato d’insanità mentale, provvedeva a sezionare i corpi per poi bruciarli dentro una capace stufa, all’interno della quale infatti, sono stati trovati resti carbonizzati. Nel suo villino, appartato in località Chiesa Rossa, sono stati rinvenuti vari oggetti maschili, tra cui una camicia strappata stile Elvis Presley gialla. Probabilmente tutto ciò che rimane della sua ultima vittima.

 

 

 

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